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Coprire i parchi minerali in 6 mesi e ricoprirvi con l'informazione in 6 minuti

La favola della copertura dei parchi minerali Ilva raccontata in campagna elettorale
3 aprile 2017

Stefania Baldassari

A Taranto in questi giorni va in scena la campagna elettorale più folcloristica degli ultimi decenni, e visti i contenuti esposti in alcune presentazioni di candidature a sindaco si prevede un futuro palinsesto ricco di fantasia che non annoierà i cittadini sino alle elezioni comunali fissate per l'11 giugno 2017 ma che creerà forse qualche problema amministrativo dopo questa data.

Analizzando i termini messi in campo sino ad oggi e ponendo più attenzione agli "azzardi" inerenti le tematiche ambientali sembrerebbe che per alcuni candidati l'ultimo impegno politico sulla questione "Ambiente" sia stato il voto al referendum sul nucleare del 1987. Tra tattiche, bluff, bufale e candidature fallite prima di nascere sicuramente spicca quella che sino ad oggi sembra essere la "balla" più grossa sparata in questa campagna elettorale e che probabilmente è stata prodotta perchè si pensava che potesse servire ad accalappiare voti trattando un argomento dove si è consci di non essere molto preparati e dove si è consapevoli di poter contare sulla complice ignavia di alcuni tarantini.

Accade quindi che la candidata a sindaco di Taranto, Stefania Baldassari, proprio durante la presentazione della sua candidatura, abbia dichiarato pubblicamente quanto segue: "pretenderemo la copertura dei parchi minerali entro 6 mesi ed il costante monitoraggio delle emissioni". Queste parole sono state pubblicate da tutti gli organi di stampa locali che hanno fedelmente riportato le dichiarazioni della candidata Baldassari, in alcuni casi impegnando gli stessi titoli di articoli utilizzando come apertura questo clamoroso annuncio. Non solo dovere di cronaca, è la stessa Baldassari, nella sua esposizione pubblica, ad invitare la stampa a partecipare in maniera attiva mettendo in evidenza ciò che deve essere messo in evidenza attraverso un’informazione corretta.

Bene, accogliamo in pieno l'invito della direttrice del carcere di Taranto, Stefania Baldassari, e mettiamo in evidenza ciò che serve per una corretta informazione, come lei ci invita a fare.

Partendo dalla sua dichiarazione, senza mezzi termini, possiamo dire che oggi, in virtù della documentazione istituzionale a nostra disposizione, sostenere che i parchi minerali dell'Ilva di Taranto si coprono in 6 mesi è una bufala autentica condita da abbondante impreparazione sull'argomento e mancanza di conoscenza della documentazione ufficiale prodotta da un ministero che proprio in merito alla situazione dei parchi minerali ci informa di una situazione grave che rende impossibili le tempistiche narrate dalla Baldassari. Sembra di assistere ad un film di Fantozzi dove i dipendenti aziendali sono costretti alla visione del film "La corazzata Potëmkin", mentre nel nostro caso i cittadini di Taranto sono costretti ad ascoltare queste dichiarazioni, ma sappiamo bene poi come è andata a finere nel film quella scena. 

A smentire le dichiarazioni della Baldassari, come già accennato, sono i documenti ufficiali prodotti da Ilva, Arpa Puglia, Ispra e dal Ministero dell'Ambiente. Perchè, se la Baldassari o altri temerari candidati dovessero ricoprire la carica del primo cittadino, non riuscirebbero a realizzare questa copertura in 6 mesi? La risposta è semplice: dai risultati delle analisi ottenuti a seguito della caratterizzazione dei parchi minerali Ilva, caratterizzazione effettuata da Ilva e da Arpa Puglia nel 2015 e nel 2016, si evince contaminazione dei terreni, della falda superficiale e della falda profonda, pertanto in virtù di questa documentazione, oggi, non potremmo piantare neanche il gazebo per farci il barbecue della pasquetta, figuriamoci un'opera mastodondica come quella della copertura dei parchi. Ma c'è un'alternativa, quale? Violare la legge, oggi pratica diffusa e quasi normale in ambito ambientale, ignorare lo stato grave in cui versa la falda, che ricordiamo raggiunge Mar Piccolo e Mar Grande, e realizzare questa bella e grande opera, un progetto tanto bello e grande quanto qualunquista, anzi, ambiental-qualunquista. Quanto è utile in questo caso rileggere proprio la prescrizione nr.1 del riesame dell'AIA Ilva, che recita: "si prescrive all'Azienda di procedere con la completa copertura dei parchi primari, prevedendo in via prioritaria l'avvio della realizzazione delle coperture per quelle aree che presentano i maggiori contributi in termini di emissioni diffuse". Quanto è illusorio notare che accanto a questa prescrizione la data fissata per l'ultimazione dei lavori è il 27 ottobre 2015. E quindi? Poi cosa è successo a parte gli esponenti del Partito Democratico in giro per le tv locali con le slide raffiguranti le coperture dei parchi? La copertura non si può realizzare, non se si deve rispettare la legge.

In questo articolo è pubblicato il dossier relativo ai parchi minerali. Il vero motivo, ufficiale, per la mancata realizzazione di questa opera. Sempre sullo stesso argomento è necessario fissare un altro evento chiave per la questione parchi minerali.

Nel verbale della conferenza dei servizi del 16 marzo 2016 si legge che è fatto obbligo all'ILVA (pagina 11 del verbale della Conferenza dei servizi istruttoria) di "adottare tutte le misure di prevenzione finalizzate a circoscrivere, limitare la diffusione della contaminazione". La conferenza dei servizi aggiunge parole inequivoche: “Ai sensi dell’art. 245, comma 2, del dlgs 152/2006, anche il proprietario e/o il gestore dell’area, non responsabile della contaminazione, devono attivare idonee misure di prevenzione secondo le procedure di cui all’art.242 dello stesso decreto. Si tratta di un vero e proprio obbligo di garanzia in virtù del quale non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo con tutte le conseguenze di legge”. Si tratta di una vera e propria diffida alla struttura commissariale ILVA che, poche ore dopo, è stata approvata dalla Conferenza dei Servizi in fase decisoria (si veda pagina 4 del verbale della conferenza decisoria svoltasi a Roma nel pomeriggio dello stesso giorno, ossia il 16 marzo 2016, mentre la conferenza istruttoria si è svolta la mattina). 

C'è poi il secondo argomento toccato nelle dichiarazioni di Stefania Baldassari e cioè "il costante monitoraggio delle emissioni". Anche in questo caso siamo di fronte ad una frase condida dal nulla in un contenitore vuoto, si utilizzano termini e frasi ad effetto che potrebbero ottenere un riscontro solo su chi oggi o non ha vissuto a Taranto o ha vissuto in città disinteressandosi totalmente della questione ambiente e relativa questione sanitaria.

Anche in questo caso è necessario acquisire e comprendere i tanti documenti prodotti dal 2012 ad oggi nell'ambito delle ispezioni di Ispra ed Arpa Puglia nell'Ilva di Taranto. Premesso che, in parte per alcuni impianti, il monitoraggio richiesto dalla Baldassari già esiste, è importante evidenziare che alcune emissioni degli impianti dell'Ilva di Taranto non sono a norma e che tutto prosegue nella totale normalità semplicemente perchè al di sopra degli atti amministrativi i diversi governi succeduti sino ad oggi hanno posto i decreti legge. Che significa? Che per le prescrizioni AIA l'Ilva non è a norma ma grazie ai decreti legge continua a produrre violando le norme ambientali, il tutto con impianti sequestrati.

Un esempio concreto? Giusto per citarne alcuni più eclatanti: gli slopping delle acciaierie 1 e 2 Slopping dall'Ilva di Taranto

(documentati già nel 2012 nei video dei Carabinieri del NOE) che ancora oggi risultano essere un serio problema, violano la prescrizione nr. 70 dell'AIA, gli stessi rapporti di Ilva attestano il conteggio mensile di queste emissioni non convogliate; i vapori delle torri di spegnimento delle cokerie, violano la prescrizione nr. 49, anche in questo caso la stessa documentazione Ilva attesta lo sforamento del paramentro posto come limite; le emissioni nel reparto GRF, altro impianto sotto sequestro, che violano la prescrizione nr. 16, una delle tante prescrizioni dove Ispra ancora oggi scrive "prescrizione non attuata". Baldassari siamo nel 2017 e queste prescrizioni sono dell'AIA del 2012. In questo articolo riportiamo tutte le prescrizioni non attuate. E' una buona occasione per ricordare a chi legge che l'ultimo documento di Ispra relativo allo stato di attuazione dell'AIA è relativo all'ispezione di Luglio 2016. Baldassari invece di lanciare slogan metta nel suo programma elettorale come punto principale il far rispettare la legge, o magari chieda anche questo al Ministero dell'Ambiente: "come mai ad aprile 2017 lo stato di attuazione AIA dell'Ilva è aggiornato a luglio 2016?"

Tutto vero, nero su bianco sui documenti ufficiali. Ma come è possibile che una donna delle istituzioni come la Baldassari ignori tutto ciò in una sola dichiarazione in campagna elettorale? La risposta è nella stessa domanda, il punto è, appunto, la campagna elettorale, una disciplina dove nelle varie performance tutto è concesso, non ci sono regole, ma a tutto c'è un limite ed in questo caso il limite lo pongono i cittadini di Taranto che meritano più rispetto. Non sarebbe stato più semplice dire: "farò rispettare la legge all'Ilva di Taranto? Ecco avremmo voluto sentire questo da un candidato sindaco, e ci auguriamo che qualcuno lo faccia, ci auguriamo che un candidato sindaco, uno solo in mezzo ai tanti, dica una piccola frase per un uomo o una donna ma un grande passo per l'umanità: "FARO' RISPETTARE LA LEGGE ALL'ILVA DI TARANTO!". C'è qualcuno in grado di promettere ciò? Baldassari ci vuole pensare? Ce lo vuole promettere?

A questi episodi siamo già abituati, in questi casi la cittadinanza attiva e scientifica ha già compreso bene, e da tempo, che ruolo avere e come esercitarlo. Infatti, oggi, il processo penale a carico di Ilva, "Ambiente svenduto", la Procedura di infrazione europea e l'iter avviato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo sono procedimenti avviati solo grazie alle denunce e alle istanze dei cittadini, delle associazioni, dei comitati. La politica? Assente, è solo presente come imputata in un processo penale. La documentazione a cui fa riferimento questo articolo, compresa quella relativa ai parchi minerali, è stata acquisita agli atti nel processo penale a carico di Ilva, "Ambiente svenduto" per mezzo di una istanza depositata dai legali delle parti civili.

Il mio personale consiglio alla candidata sindaco Baldassari è di evitare una dialettica offensiva (specie quando qualcuno le evidenzia i suoi errori) nei confronti dei cittadini di Taranto che sino ad oggi hanno lavorato volontariamente e che Lei stessa dovrebbe ringraziare. Le consiglio di evitare slogan in campagna elettorale, soprattutto se questi devono essere lanciati su una terra già abbondantemente martoriata da anni di slogan politici. In ultimo spero che questa campagna elettorale non La distolga dai suoi impegni professionali nell'ambito del ruolo che ricopre nel carcere di Taranto. A mio umile parere, il suo ruolo, visto l'impegno e la professionalità che richiede, non è compatibile con ciò che è necessario impegnare in una campagna elettorale, questo lo dico semplicemente a tutela di altri cittadini che meritano altrettanto rispetto, coloro che scontano una pena nel carcere di via Speziale.

6 minuti, solo 6 minuti per leggere questo articolo e ricoprire i "6 mesi per coprire i parchi" con l'informazione.

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