Acque di falda al "veleno" tra Augusta e Priolo: i dati delle aziende
Falda inquinata e contaminata: è una condizione con cui ormai si è abituati a convivere in molte provincie italiane in cui le attività industriali incidono negativamente nei territori e su chi li abita. In particolare nel polo industriale siciliano la politica italiana è riuscita a concentrare più attività industriali come in nessun altro posto d’Europa. Andiamo nel polo industriale di Augusta, un luogo dove la natura ha dedicato a questo luogo caratteristiche naturali uniche al mondo ma dove l’uomo ha preferito dedicarsi ad altro, ignorando e violentando quanto offerto dalla natura. Raffinerie, impianti chimici, centrali termoelettriche e attività portuali comprese quelle della Marina Militare. A tutto questo si aggiunge l’indotto asservito a questo tipo di attività industriali. Una zona geografica, che copre i comuni di Augusta, Priolo, Melilli, sino ad arrivare più a sud sino a Siracusa che è stata culla culturale del mondo. Qui, in questo luogo, la falda è inquinata in maniera seria da molti anni. Molte zone del polo industriale di Augusta sono SIN (Siti di Interesse Nazionale). La mappatura dei SIN, che fu definita per mezzo di decreti legislativi e ministeriali tra il 1997 e il 1999, sino ad essere interessata dall’ultimo decreto 152/2006, si individuano “in relazione alle caratteristiche del sito, alla quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell'impatto sull'ambiente circostante in termini sanitari ed ecologici nonché di pregiudizio per i beni culturali e ambientali”. L’obbiettivo di questa storica mappatura è la bonifica dei siti contaminati da vari inquinanti, tra i più frequenti troviamo diossine, metalli pesanti e idrocarburi. Prima della bonifica si procede all’attuazione delle fasi di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica; fasi che vengono approvate dal MATTM (Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) che si avvale dello strumento “conferenze dei servizi” a cui sono invitati a partecipare gli organi istituzionali locali ed in alcuni casi anche i privati.
Ma qual è la situazione nel quadrilatero industriale siracusano? Quanto sono inquinate le matrici ambientali? A che punto siamo con le bonifiche? Falda e terreni sono seriamente inquinati, le caratterizzazioni dei terreni e della falda si eseguono e si succedono dal 2001 ad oggi e sono le stesse società, gestori degli impianti, ad attestarci l’inquinamento con la documentazione da loro prodotta che comunicano direttamente al MATTM. La prima Legge che si prefigge per i comuni di Augusta, Priolo e Melilli interventi di bonifica è la 426/98 “Nuovi interventi in campo ambientale”. Ma è possibile che dopo 20 anni debbano ancora persistere inquinanti nei terreni e nella falda nonostante le dispendiose attività di MISE, cioè Messa in Sicurezza di Emergenza? Il SIN di Priolo, così denominato ma dove sono compresi i territori dei comuni di Siracusa, Melilli, Priolo e Augusta ha una popolazione complessiva di più di 180 mila abitanti, in totale 5814 ettari (ha), ricordiamo che un ettaro equivale a 10.000 m2.
Un metodo efficace per conoscere lo stato dei terreni e della falda, prima ancora degli aggiornamenti relativi alla documentazione sulle aree SIN, è la consultazione della documentazione prodotta direttamente dai gestori degli impianti industriali, come già accennato, che per essere in regola con le loro attività produttive devono rispettare l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e comunicare periodicamente al Ministero dell’Ambiente i report relativi all’attività degli impianti ed inerenti le emissioni ambientali, questi ultimi a loro volta convoglieranno, inviati da Ispra, nel contenitore del Registro Europeo delle Emissioni Inquinanti, il registro E-PRTR (Pollutant Release and Transfer Register). Ogni attività produttiva, in genere è per tutte così, ha una prescrizione da rispettare nell'AIA, e cioè quella di inviare al MATTM entro la fine del mese di aprile di ogni anno tutta la documentazione relativa alla marcia impianti dell’anno precedente. In questo report annuale si dichiarano le emissioni di tutti gli impianti in aria, nei terreni e nelle acque; in questi troviamo anche i report di monitoraggio delle falde che vengono analizzate per mezzo di campionamenti periodici grazie a una rete di pozzi, o anche denominati piezometri.
La prima azienda che prendiamo in esame è la raffineria Eni Versalis di Priolo. Analizzando i report annuali dell’azienda si evince immediatamente lo stato della falda contaminata da diversi inquinanti. Abbiamo letto gli allegati relativi al suolo e sottosuolo che riportano le analisi dai campioni prelevati dai piezometri, analisi effettuate nel 2014, 2015 e 2016. Le analisi effettuate nel 2014 danno da subito un quadro chiaro della situazione. I piezometri sono 39 distribuiti in 8 aree, le analisi vengono effettuate nei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre e per questa campagna annuale troviamo valori oltre i limiti, in alcuni casi con sforamenti sono notevoli, per i seguenti inquinanti: Selenio, Floruri, Solfati, Nichel, Arsenico, Cadmio, Mercurio, Ferro, Manganese, Nitriti, Benzene, Etilbenzene, Toluene, m,p-xilene, Benzo(ghi)perilene, Benzo(a)pirene, Esaclorobutadiene, 1,2-dicloropropano, Triclorometano, 1,2-dicloroetano, 1,1-dicloroetilene, Tricloroetilene, Tetracloroetilene, Esaclorobutadiene, 1,2,3-tricloropropano, Esaclorobenzene, Sommatoria organo alogenati, 1,2-dicloroetilene, 1,1,2-tricloroetano, 1,1,2,2-tetracloroetano, Tribromometano, 1,2-dibromoetano, Dibromoclorometano, Bromodiclorometano, 1,2,4,5 tetraclorobenzene, Pentaclorobenzene, Esaclorobenzene, Pentaclorofenolo.
Non va meglio per le analisi degli anni successivi, cioè per quelle svolte nelle campagne del 2015 e 2016. L’andamento riportato dalla documentazione ci consegna un quadro dove sono notevoli e numerosi i valori riscontrati che vanno oltre i limiti di legge. In linea generale permangono le stesse criticità per le analisi effettuate campionando i piezometri nel primo e secondo trimestre del 2016 per le zone denominate Area Sud e Nord Vallone della Neve: Boro, Floruri, Arsenico, Ferro, Manganese, Benzene, Cloroformio, Cloruro di vinile, 1,2-dicloroetano, 1,1-dicloroetilene, Tricloroetilene, Tetracloroetilene, Esaclorobutadiene e Composti alifatici clorurati cancerogeni totali.
Situazione critica anche per quanto riguarda i risultati del monitoraggio delle acque sotterranee
La semplice visione dei risultati riportati nei documenti relativi campagna realizzata da una società esterna per conto della Sasol, e supervisionata da Arpa Sicilia, non lascia dubbi. Sono gli stessi tabulati ad indicare con un colore differente il valore fori norma ed in alcuni casi in quantità abnormi. Ad esempio per il pozzo denominato P63, uno di quelli posti a valle dello stabilimento, per essere chiari, tra lo stabilimento e il mare, il valore rilevato per l’arsenico è 2690 μg/l a fronte di un limite di 10 μg/l, cioè ben 269 volte oltre il suo limite. In altri pozzi, sempre per l’arsenico, anche con valori più bassi, il limite è abbondantemente superato: nel pozzo P52 il valore è 451 μg/l, nel pozzo P14 è 447 μg/l, nel P8 inf, il valore è 490 μg/l, nel P21 è 291 μg/l, nel P50 è 246 μg/l. Altri valori inquietanti per il Benzo(a)pirene dove nel pozzo P41 si supera il valore normato della CSC per più di 200 volte: a fronte del valore di riferimento di 0.01 μg/l si misura 1.51 μg/l e 2.05 μg/l. Oltre ogni immaginazione, pur parlando di un dato numerico, il valore del Benzene nel pozzo P73 dove a fronte di un valore per la CSC di 1 μg/l si riscontra un valore di 128000 μg/l. Un dato apparentemente anomalo per un pozzo dove invece per tutti gli altri parametri non si riscontrano superamenti del valore di riferimento della CSC.
La campagna della Sasol per le acque sotterranee dell’anno precedente, effettuata tra dicembre 2015 e febbraio 2016 e sempre svolta con la supervisione del distretto territoriale di competenza, quello di Siracusa dell’agenzia Arpa Sicilia, non è molto differente da quella già analizzata, e cioè svolta tra il 2016 e il 2017. Su 90 pozzi presi in esame solo 17 campioni prelevati dai piezometri sono risultati conformi alle rispettive CSC, 61 sono risultati non conformi. In linea generale i parametri non conformi sono quelli relativi al Ferro, Manganese, Arsenico, Nichel, Selenio, Antimonio, Cromo totale, Idrocarburi totali, Benzene, benzo(a)antracene, benzo(a)pirene, dibromoclorometano, tricloroetano.
Nello stesso rapporto annuale del 2017 del gestore Isab, riferito alla marcia impianti del 2016, per quanto riguarda gli impianti della Raffineria Isab Nord non si trova una relazione tecnica descrittiva sul monitoraggio delle acque di falda così come è presente per gli impianti della Isab Sud. Nella cartella denominata “suolo e falde” e successivamente accedendo nella “impianti nord”, nella cartella “impianti sud” c’è la relazione già presa in esame, si trova solo un file excel, sempre relativo all’anno 2016 (I° e II° camp semestrale 2016) con 326 risultati di campionamento. Probabilmente, visto che le matricole dei campioni non hanno la classica dicitura utilizzata per indicare piezometri e non esiste sul file una legenda che indichi chiaramente a cosa si riferisce la matricola del campione, in questa tabella ci sono i risultati della analisi non solo delle acque di falda ma anche quelli per i prelievi dei terreni. Essendo il file non molto chiaro al fine di comprendere l’ubicazione dei campioni e quando il risultato è riferito a terreno o falda, cosa che nelle altre relazioni tecniche viene fatta con una piantina in cui si indica il punto esatto del piezometro in cui si è svolto il campionamento o il punto di prelievo del campione per le analisi dei terreni, non possiamo far altro, per quanto riguarda gli impianti Isab Nord, di indicare alcuni parametri che superano i valori della CSC di riferimento. In linea di massima, comprendendo questi limiti posti sul documento, possiamo dire che si riportano valori superiori, in alcuni casi anche di molo, al valore della CSC di riferimento. Ad esempio per il parametro Alluminio, con limite di 200 μg/l, si trova un valore che arriva sino a 1620 μg/l, dato relativo al campione M1P58 del 13/6/2016; per lo stesso parametro ci sono altri campioni che superano abbondantemente il limite di riferimento. Per l’Arsenico sono 85 i campioni che vanno oltre il limite di riferimento posto dal D.Lgs 152/06 cioè 10 μg/l: in molti casi si supera di molto il limite come ad esempio a 680 μg/l per il campione M1P65 del 17/11/2016, cioè 68 volte oltre il limite di riferimento. Altri valori oltre i limiti in alcuini campioni per i metalli Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel. Per il Benzene, dove il limite è 1 μg/l, si stenta a credere quando si legge un valore misurato pari a 131000 μg/l e 92000 μg/l per il campione PS35 rispettivamente relativi alle date 6/6/2016 e 10/11/2016 o 51000 μg/l del campione PS75 del 27/10/2016. Nei 236 campioni in tabella sono molti altri i valori abbondantemente oltre il limite per il parametro Benzene. Altri valori oltre i limiti di legge per i parametri relativi all’Etilbenzene ed altri composti organici aromatici. Per altri parametri fuori norma come per gli Idrocarburi policiclici aromatici, per i Composti alifatici clorurati cancerogeni e per una analisi approfondita si consiglia la lettura integrale della tabella in allegato.
Una seconda attività di campionamento sempre relativa alla Raffineria Esso di Augusta, con un totale di 123 analisi condotta nei mesi dicembre 2016 e gennaio 2017, ha individuato superamenti dei valori di concentrazione limite per i seguenti parametri. Per i metalli: 10 superamenti per l’Arsenico, 46 per il Ferro, 56 per il Manganese. Per gli Idrocarburi policiclici aromatici (IPA): 2 superamenti per il Benzo(a)antracene, 13 per il benzo(a)pirene, 1 per il Benzo(b)fluorantene, 12 per il Benzo(g,h,i)perilene e 4 per la sommatoria IPA. Per gli Idrocarburi aromatici (BTEX): 13 superamenti per il Benzene, 4 per il p-xilene ed 1 per il toluene. Sono 45 i superamenti per gli Idrocarburi totali (espressi come n-esano) ed 1 per il MtBE ( metil-t-butil etere considerando il limite di 40 ug/l)
Le campagne di campionamento delle acque di falda degli anni precedenti, analizzando i risultati ottenuti nel 2015 e nel 2014, conferma che i parametri oltre i limiti di legge sono una consuetudine per le acque di falda della della Raffineria Esso di Augusta. Ad esempio per i campionamenti di giugno e luglio 2015 abbiamo le seguenti quantità di campioni oltre i limiti normati. Per i metalli: 6 per l’Alluminio, 1 per l’Antimonio, 27 per l’Arsenico, 97 per il Ferro, 133 per il Manganese, 1 per il Mercurio, 4 per il Nichel. Per gli Idrocarburi aromatici (BTEX): 11 per il Benzene, 3 per il p-Xilene e 3 per il Toluene. Per gli Idrocarburi policiclici aromatici: 1 per il Benzo(a)antracene, 17 per il Benzo(a)pirene, 1 per il Benzo(b)fluorantene, 1 per il Benzo(k)fluorantene, 15 per il Benzo(g,h,i)perilene, 2 per il Dibenzo(a,h)antracene, 1 per Indeno(1,2,3-cd)pirene e 3 per la sommatoria IPA. Per gli idrocarburi alifatici clorurati cancerogeni: 1 superamento per 1,1-dicloroetilene, 1 per 1,2-dicloroetano,2 per il Triclorometano e 1 per Sommatoria organoalogenati. Per gli Idrocarburi totali (espressi come n-esano) si registrano 45 superamenti della CSC di riferimento, 1 per i PCB totali (policlorobifenili), 1 per il MtBE ( metil-t-butil etere). Per i campionamenti svolti nei mesi di giugno e luglio 2014 sono stati individuati superamenti dei valori di concentrazione limite per i seguenti parametri a fronte di 192 analisi. Per i metalli: 37 superamenti per il parametro Arsenico, 1 per cromo tot, 113 per il Ferro, 141 per il Manganese, 2 per il Nichel, 1 per il Piombo e 2 per il parametro Zinco. Per gli Idrocarburi policiclici aromatici (IPA): 3 superamenti per il parametro Benzo(a)antracene, 17 per il Benzo(a)pirene, 1 per il benzo(b)fluorantene, 21 per il Benzo(g,h,i)perilene, 3 per il Dibenzo(a,h)antracene e 3 per la Sommatoria IPA. Per gli Idrocarburi aromatici (BTEX): 16 superamenti per il parametro Benzene e 2 per il p-xilene. Per gli Idrocarburi alifatici clorurati cancerogeni: 1 superamento per il Triclorometano, 4 per il Cloruro di vinile, 1 per il Tricloroetilene, 6 per il Tetracloroetilene e 2 per l’Esaclorobutadiene. 56 valori oltre i limiti di riferimento per il parametro riferito agli Idrocarburi totali (espressi come n-esano) mentre per il MtBE 1 superamento (considerando il limite maggiore pari a 40 μg/l).
I numeri evidenziati da questi report non lasciano dubbi: l’ambiente, l’ecosistema tra Augusta e Priolo è seriamente compromesso ed ammalato. Metalli ed idrocarburi sono presenti nelle acque di falda e ciò rappresenta un serio rischio per la contaminazione alimentare e conseguente rischio per la salute dell’uomo. Quali sono le analisi di rischio sanitario? Perché le dispendiose attività di MISE pur operanti da diversi anni per ogni singolo impianto industriale, risultano essere inefficaci al fine della bonifica della falda? In virtù delle persistenti contaminazioni che si evincono dai documenti qual è l'azione concreta delle istituzioni e della politica al fine di far rispettare le emissioni industriali, per far cessare le emissioni inquinanti e non a norma e per porre in atto una seria attività di bonifica? Il risultato di queste inadempienze lo raccogliamo purtroppo nei dati dello studio SENTIERI, ma quei dati non devono e non possono divenire una normalità a cui dobbiamo abituarci: percentuali, numeri, patologie e decessi.
Tutti i dati riportati in questo articolo sono estratti dai documenti originali che si possono scaricare a questo link al fine di prendere visione delle versioni integrali pubblicate sul sito del MATTM
Documenti Dossier Falda Augusta Priolo https://www.dropbox.com/sh/iyh82qz6s74nhqx/AAB8ne1p_bUthiqaHjH1uo_ha?dl=0
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