Taranto deve salvare i suoi bambini
Perché sia vero, quando diciamo le parole “ambiente” o “inquinamento” dobbiamo sentirci l’eco delle voci dei nostri bambini, che non possono opporsi alle scelte degli adulti. In molti territori del nostro Paese sta diventando sempre più chiaro che, se non proteggiamo l'ambiente e non preveniamo l'inquinamento, sarà impossibile costruire il benessere delle persone che amiamo e dei più giovani, e che nel loro nome e per il loro futuro occorre fare scelte di sviluppo diverse, non imposte dall'alto, più umane e legate a bisogni reali indissolubili dai diritti fondamentali, proteggendo così anche le popolazioni di altre aree del Mondo.
E anche se non sarà mai facile riuscire a dare un nuovo corso alle scelte delle istituzioni e fermare chi inquina, tutto il dolore vissuto e incontrato nella città di Taranto forse offrirà strade per capire e agire più in fretta in tanti altri luoghi d'Italia, già colpiti duramente dall'inquinamento o che ne subiranno comunque le conseguenze a causa della circolazione dei rifiuti, dell'aria, delle acque, degli alimenti e dei troppi interessi pronti a cogliere occasioni di grandi guadagni, anche illeciti.
Molti genitori di questa città, ammirevoli e generosi, hanno messo a disposizione il loro dolore per fare circolare consapevolezza, idee e tutta la tenacia di cui ogni giorno c'è bisogno, qualche volta usando le stesse parole dei loro ragazzi più grandi che non ci sono più.
Da questo dolore, venga anche una spinta più forte a proteggere tutti i bambini, non fa differenza quale sia la terra dove poggiano i loro primi passi.
La prima Dichiarazione dei diritti del fanciullo (Ginevra, 1924), dopo le atrocità della Prima guerra mondiale, ricordò alla comunità internazionale la fragilità dei bambini, che devono essere i primi a ricevere protezione in ogni circostanza. Le Nazioni Unite recepirono e ampliarono quel documento con la Dichiarazione del 1959, e più recentemente, affermando diritti e opportunità che partono dai bambini per perseguire valori e speranze di umanità, progresso civile e pace, hanno chiesto agli Stati di assumere impegni precisi con la ratifica della “Convenzione sui diritti dell'Infanzia” del 1989. Prima di tutto e da sempre, un bambino ha il diritto di vivere e di vedere preservata dagli adulti la sua salute (articoli 6 e 24 della Convenzione).
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