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Il tramonto dello stabilimento di Taranto

ILVA fuori controllo: oltre tre milioni di euro di perdite al giorno

Il Sole 24 Ore rivela perdite a circa 100 milioni al mese. Nello stabilimento, oggi, scarseggia persino il carburante per i mezzi.
22 maggio 2020
Redazione PeaceLink

ILVA di Taranto

"Dopo aver perso nel trimestre aprile-giugno 2019, 150 milioni di euro complessivi, come rivelò l’ex ad Matthieu Jehl - che nel frattempo ha definitivamente lasciato la multinazionale -, a novembre e dicembre scorsi, con una produzione di 10.500 tonnellate al giorno, le perdite sarebbero volate a circa 100 milioni al mese". 

Questo scrive oggi Domenico Palmiotti sul Sole 24 Ore.

Aggiunge inoltre: "Una settimana fa l’azienda ha improvvisamente fermato la ripartenza di alcuni impianti dopo averla programmata. Ha detto che i clienti hanno fermato gli ordini. Nello stabilimento, oggi, scarseggia persino il carburante per i mezzi".

Sempre sul Sole 24 Ore, è apparso un articolo carico di cupo pessimismo, a firma di Paolo Bricco: "La tragedia dell’Ilva e il punto di non ritorno. L'ipotesi di una uscita nitidamente ordinata e “controllata nel tempo” non esiste più, dopo il virus".

Vi si legge: "I conti di Arcelor Mittal sono brutti, molto brutti. Taranto, Novi Ligure e Cornigliano assumono i tratti di una follia industriale e finanziaria, prima ancora che politica e giuridica".

E ancora: "Gli effetti del coronavirus sulla siderurgia e sulla fisiologia finanziaria di Arcelor Mittal hanno accelerato un processo chimico di disgregazione che aveva avuto un passaggio simbolico già a gennaio, quando da Taranto tutti i dirigenti stranieri hanno lasciato la fabbrica e gli uffici. Chiunque conosca le imprese e sia dotato di buonsenso e di onestà intellettuale sa che, già quel giorno, un primo messaggio di disimpegno – o, almeno, di disinvestimento psicologico - era insieme implicito e cristallino".

Le ultime notizie sono queste: "I manager non rispondono più al telefono".

Mentre l'ILVA viene abbandonata da ArcelorMittal, a Taranto c'è chi ricorda il dramma dell'inquinamento e lo racconta. Guardate questa storia. 

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    Alessandro Marescotti
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