5G e anti 5G
Una prima antenna di telecomunicazione è stata bruciata a Limbourg qualche giorno fa. È l’esito del successo esponenziale che le campagne “anti-5G” stanno riscuotendo su internet, campagne che talvolta includono nelle loro argomentazioni anche l’epidemia causata dal coronavirus. È tempo di accennare alle future norme di telecomunicazione mobile con la comunità scientifica.
Cosa sono le frequenze 5G? Hanno delle conseguenze sulla nostra salute? Quali sono le differenze con il 4G? Da dove vengono i timori di una parte della popolazione?
Dopo otto anni dall’impiego del 4G, il 5G si appresta a subentrargli. Questa rete permetterà velocità più elevate nei processi di download e upload ma avrà, oltre alla maggiore rapidità con cui i nostri smartphone potranno connettersi a Internet, anche altri campi di applicazione.
Ultimamente vediamo crescere sui social il numero di collettivi, petizioni, montaggi video, che fanno emergere le conseguenze dannose che il 5G ha su uomo e ambiente. Molte di queste informazioni sono false o non accertate mentre altre sono vere.
Sono in molti a porsi interrogativi su queste nuove norme di telecomunicazione.
“Siamo tutti in pericolo di fronte a questo 5G! Siamo miliardi di fronte a qualche centinaia di giganti e non siamo ancora riusciti a farci ascoltare perché veniamo derisi…” ci ha scritto Violette il 10 aprile attraverso il bottone arancione Alertez-nous, allegando un link al video You tube ‘Apocalisse 5G’.
Sono emerse anche informazioni che legano l’epidemia del covid-19 all’impiego del 5G. “È possibile che l’installazione delle antenne 5G nel mondo possa aver incrementato i decessi?” Ci ha domandato Giulia il 7 aprile.
Ci siamo detti che era tempo di chiarire le cose con l’aiuto di due esperti.
Philippe De Doncker è un ingegnere civile e fisico dell’ULB che si è specializzato nelle studio delle frequenze di telecomunicazione. Attualmente lavora presso La Facoltà di Scienze applicate del Politecnico di Bruxelles e ci spiegherà cosa queste particolari frequenze e qual è il loro impatto sull’ambiente.
Nicolas Van Zeebroeck, docente presso la Scuola di Economia e Managment della Solvay di Bruxelles è specializzato nelle telecomunicazioni e ci parlerà delle differenze tra il 2/3/4 e 5G.
Per essere completamente trasparenti, ed è importante perché i media generalisti (vedi in basso) sono talvolta accusati di essere invischiati con la politica e l’industria per rendere accettabile l’impiego del 5G, mi sono intrattenuto con un ingegnere responsabile dello sviluppo della rete di un operatore. Ci ha tenuto a restare anonimo e mi ha chiarito alcuni aspetti puramente tecnici.
“Il dossier è bloccato a livello del Comitato di concertazione”
Dove è presente il 5G in Belgio?
Prima di riassumere le interviste con i due esperti, facciamo il punto della situazione sullo stato di impiego del 5G nel nostro paese. La situazione è caotica e ciò scaturisce e aumenta la diffidenza dei cittadini.
In Belgio, è l’IBPT (Istituto belga dei servizi postali e delle telecomunicazioni) che gestisce lo “spettro radio”. Un po’ come il controllore di volo che gestisce lo spazio aereo belga e coloro che vogliono utilizzarlo, l’IBPT è responsabile di coloro che vogliono utilizzare questa o quella frequenza (espressa in megahertz o gigahertz) per emettere dei segnali, quindi per far transitare le informazioni (chiamate vocali, piccoli o grandi dati numerici, la ‘radio’, etc…), attraverso le antenne.
Sono le regioni che gestiscono il rischio legato alle onde
Che in Belgio i livelli di potere siano divisi da molti anni è dimostrato dal fatto che “i rischi legati alle radiazioni non ionizzanti (le frequenze d’onda che non hanno niente di radioattivo, NDLR) rientrano nelle competenze delle Regioni in materia di protezione ambientale”, precisa il portavoce dell’IBPT, Jimmy Smedts.
Una norma internazionale
Per regolare l’impiego di apparecchiature di telecomunicazione mobile parliamo di “standard di wireless”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si affida agli studi scientifici dell’Istituto scientifico indipendente ICNIRP (Commissione Internazionale sulla protezione dalle Radiazioni Non-Ionizzanti) con base in Germania. Questo istituto stima che le onde generate non hanno alcuna conseguenza sulla salute se la potenza dell’apparecchiatura che le emette non supera i 41 V/m (volt su metro) sulla banda di 900MHz (le altre bande hanno altri limiti)
Una norma regionale più rigida
In Belgio, dove sono le Regioni ad essere responsabili, hanno deciso d’imporre delle norme nettamente più rigide. Per esempio nelle Fiandre il limite è di 20,58 V/m, solo 3 V/m in Vallonia (solo se l’antenna è posizionata in una zona abitata, spiegazione) e 6 V/m a Bruxelles (dettagli).
Norme complesse da interpretare. Ma quello che bisogna considerare, è che l’apparecchiatura 5G dovrà essere integrata, con antenne supplementari, all’interno di impianti già esistenti (guardare in basso). A differenza di alcune città della Vallonia, il 5G sarà di facile applicazione nelle Fiandre e completamente impossibile a Bruxelles a meno di una modifica delle restrizioni (come è già accaduto all’epoca del 4G).
L’impatto dell’assenza di governo
L’IBPT prepara il terreno legislativo per l’applicazione del 5G da anni. “La legge deve cambiare, occorre modificare lo spettro; e poi ci sono decreti reali che forniscono delle specifiche agli operatori (come l’obbligo di coprire una certa percentuale di territorio o di popolazione)”, spiega il portavoce.
Ma vista la situazione politica del nostro paese (non abbiamo più un vero governo dal momento in cui, nel dicembre 2018, l’N-VA si dimise, per non parlare poi dell’epidemia causata dal coronavirus), “Il dossier è bloccato al livello di Comitato di concertazione” (che è responsabile a livello federale e regionale) perché “tutti gli aspetti inerenti alle telecomunicazioni devono essere concertati con le Regioni”. In due anni, quindi prima della caduta del governo, “non è stato trovato nessun accordo”, in particolare a causa di un problema di ripartizione degli incassi (dato che gli operatori pagano per utilizzare le nuove bande di frequenza).
Soluzione temporanea per un primo impiego del 5G
Tuttavia, “dato che l’Europa ha imposto una data limite per l’introduzione delle nuove frequenze di telecomunicazione” e “per evitare che il Belgio resti indietro”, “abbiamo un po’ pensato a quello che si può fare” nel rispetto della legge. L’IBPT ha optato per una “assegnazione provvisoria dei diritti d’uso che permetterebbe un primo impiego del 5G”. Procedura tutt’ora in corso.
L’iniziativa di Proximus che rimpiazza le antenne 3G con delle antenne 5G
Tutto questo non ha niente a che vedere con la recente iniziativa di Proximus che annunciava a fine marzo, sotto lo stupore generale, l’impiego della tecnologia 5G. “Di fatto utilizzano le frequenze del 3G su impianti 5G”, spiega il porta-voce de l’IBPT. Non necessitavano di un accordo con l’IBPT per metterlo in pratica. “Ma questo vuol dire che non possono più utilizzare al 100% questa banda per il 3G”, il cui segnale ci ha perso in qualità. “Tuttavia, l’installazione di questi impianti si è realizzata nel rispetto delle norme sull’esposizione alle radiazioni” di cui abbiamo parlato, dato che hanno sostituito un’antenna 3G con una 5G.
Comunque, considerato il contesto attuale (diffidenza verso il 5G + coronavirus), il colpo di comunicazione di Proximus non è stato gradito da alcuni sindaci che, senza dubbio in seguito alla pressione della popolazione (o per demagogia…), hanno chiesto a Proximus di disattivare queste antenne (ma la lista diventa ogni giorno più lunga). Si aggiungono quindi intralci all’avanzamento di un processo decisionale già molto complesso.
Insomma, il Belgio non arriverà a un pieno accordo sull’applicazione del 5G prima del 2021.
Cosa sono le onde della telecomunicazione mobile?
Alla base di tutte le polemiche sulle conseguenze sanitarie e ambientali del 5G ci sono le onde.
“Le antenne delle stazioni di base di tutti i sistemi di telecomunicazione senza fili emettono delle onde, ovvero campi elettromagnetici che si propagano nell’aria, nello spazio attorno alle antenne e fino al ricevitore, dunque fino all’utilizzatore” spiega il professore.
Questi campi elettrici arrivano a trasmettere grandi quantità d’informazioni (un video in alta definizione, per esempio). “Queste onde sono dei segnali che variano in maniera sinusoidali nel corso del tempo a una certa frequenza (ovvero giga o mega Hertz dello spettro di cui abbiamo parlato). Modificando o modulando queste sinusoidi è possibile trasmettere l’informazione, come lo si fa decenni sulla radio FM per esempio”.
“Il ricevitore”, per esempio uno smartphone attraverso il suo modem 5G, “rilevata questa variazione, questa modulazione, e decodificazione, come abbiamo detto decodifica l’informazione e interpreta la modulazione per dedurne le informazioni che sono state trasmesse”. Assemblati rapidamente, questi pacchetti d’informazione possono formare un video, una foto, una pagina web, la musica, ecc…
“Le onde sono onnipresenti” nel nostre mondo. “Ciò riguarda tutti i fenomeni, le radiofrequenze come le telecomunicazioni, ma anche i fenomeni luminosi. Se c’è una luce da qualche parte, c’è anche un’onda che la trasmette e la riproduce. Siamo immersi in un bagno di onde con frequenze differenti, e lo spettro delle frequenze è estremamente ampio. Da quelle più basse, pari a pochi Hertz, a quelle più alte della luce visibile”.
Dunque, “le radiofrequenze utilizzate per la trasmissione senza fili sono un caso specifico di onde elettromagnetiche e, nel sistema attuale, viaggiano nell’ambiente tra i 500 MHz e i 3GHz”.
Queste onde hanno effetti sulla nostra salute?
È il grande quesito. Quello che cristallizza le rivendicazioni degli ‘anti-5G’. “Tutte le onde hanno delle conseguenze. Tutto sta nel sapere se sono effetti nefasti o meno. Quando andiamo al sole c’è un aumento della temperatura” o delle bruciature. È uno degli effetti evidente di certe forme di onde.
“se ci sono davvero delle ripercussioni, dovrebbero essere visibili nelle statistiche a disposizione”
Per il momento, “il mondo scientifico che ruota intorno ai sistemi di telecomunicazione è unanime nel ritenere che entro i limiti imposti sopra citati, non è stato rilevato alcun meccanismo dannoso per la salute”
Molti fanno notare che c’è un vuoto di informazione che riguarda il legame tra le radiofrequenze e gli effetti conseguenti sulla salute umana e lo associano a un aumento dei tumori. Philippe De Doncker, afferma che “è giustamente un punto importante e si cominciano ad avere dei riscontri, In alcuni paesi esistono delle statistiche effettuate su alcune malattie, come certe forme di cancro, che ci dicono che potrebbero essere associate agli effetti delle onde”
“In queste statistiche svolte ormai una decina di anni fa, non vediamo un aumento particolare di queste malattie come corrispondente alla nascita del sistema senza fili”. Dunque “Se degli effetti importanti ci sono, dovrebbero essere visibili nelle statistiche a disposizione”.
“Nessuna prova mostra che l’esposizione alle micro-onde (altro nome per le onde di radiofrequenza) contribuisce all’apparizione di tumori”
Questa posizione è stata ufficialmente condivisa da Katleen Dillen, l'esperta in materia di salute di Test-Achats, in occasione di un'udienza al Parlamento federale nel gennaio 2020, il cui rapporto è disponibile su questa pagina.
"Test-Achats condivide l'opinione di molte autorità sanitarie nazionali e internazionali secondo cui non vi sono attualmente prove sufficienti, basate su studi scientificamente fondati (condotti in colture cellulari, su modelli animali e in studi epidemiologici), che le frequenze radio elettromagnetiche dei telefoni cellulari e delle stazioni base sarebbero dannose per la salute umana a breve e medio termine (20 anni). Poiché la tecnologia è ancora troppo nuova, non è possibile trarre conclusioni a lungo termine (fino a 50-60 anni); pertanto, sono ancora necessari studi per valutare i potenziali effetti biologici dell' uso frequente" dei dispositivi mobili.
Alla stessa udienza, Eric van Rongen, il presidente olandese dell'ICNIRP, "che è un gruppo di esperti indipendenti senza legami con società commerciali o istituzioni", ha fornito una panoramica di studi scientifici affidabili. Egli conclude inoltre che in caso di esposizione prolungata e intensa (cioè se si tiene lo smartphone accanto all'orecchio per ore), "eventuali effetti dannosi possono verificarsi solo a seguito di un aumento della temperatura corporea o della pelle". Ma che "non vi è alcuna prova che l'esposizione alle microonde (un altro nome per le onde a radiofrequenza) contribuisca allo sviluppo del cancro". Il 2 marzo scorso il presidente dell'ICNIRP ha rilasciato una lunga ma comprensibile intervista ai miei colleghi di DataNews (tradotta qui in francese).
Quale miglioramento apporta il 5G rispetto al 4G?
Gli ‘anti’ 5G affermano che "Il 4G è sufficiente e il 5G è inutile". Come potete immaginare il 5G migliorerà globalmente la qualità della rete mobile. Anno dopo anno, come dimostrano le cifre, la quantità di dati scaricati da dispositivi mobile aumenta notevolmente. E le abitudini dei consumatori, soprattutto dei più giovani, non faranno che accentuare questo fenomeno. Secondo gli operatori, le capacità della 4G sono sature da diversi anni e sono necessarie nuove tecnologie per soddisfare l'utilizzo da parte dei consumatori.
Più veloce
"Questo nuovo standard permette di accelerare le velocità di comunicazione dei dati digitali", spiega Nicolas Van Zeebroek, professore di economia digitale alla Scuola Solvay di Brussels. Quindi, molto semplicemente, sarà più veloce. I test effettuati nelle Fiandre captano una velocità teorica di 1,2 Gbps, o 1.200 Mbps (la connessione Internet domestica si attesta senza dubbio sui 70 Mbps, che è più o meno veloce rispetto alla 4G, a seconda della zona). Ma questa velocità sarà raggiunta solo in condizioni molto buone, quindi non troppo lontano dall'antenna, con pochi ostacoli e non troppi collegamenti simultanei. Ho provato il 5G di Proximus dove ho trovato un'antenna, sul lato Waterloo e Hal, e non ho superato i 200 Mpbs, mentre il 4G+ raggiunge già 300 Mbps in buone condizioni.
Possibilità per un'azienda di creare la propria rete 5G
Le altre differenze non sono direttamente orientate verso i singoli, ma piuttosto verso le aziende. "Con il 5G c'è la possibilità di creare reti private e chiuse. Un'azienda, o un'area geografica definita come un aeroporto, può utilizzare questo standard per applicazioni industriali e più mirate".
Interconnessione di oggetti, auto autonome
Infine, secondo il professore della Solvay, "il terzo elemento particolare è quello di facilitare le comunicazioni tra dispositivi dotati di un chip 5G, a breve o lunga distanza. Ciò rende possibile l'interconnessione di macchine, sistemi e così via. Ad esempio, le gru che si coordinano tra loro".
Perché uno dei punti di forza del 5G è l'eliminazione virtuale della latenza, cioè il tempo di risposta all'inizio di una connessione (potremmo dire lo "start" o l'accelerazione e la frenata della connessione, che è diverso dalla velocità). Il 5G permetterà anche una vera guida autonoma, la vera auto intelligente. "Per il traffico, possiamo immaginare automobili che comunicano tra loro istantaneamente. Ci sono grandi discussioni in Europa su quale standard utilizzare, e il 5G è uno degli standard che potrebbero essere utilizzati". L'obiettivo è quello di ridurre la congestione del traffico, ad esempio con i "convogli" di automobili sulle autostrade, o di eliminare gli incidenti tra i veicoli.
Ci saranno "più onde" con il 5G?
Quali cambiamenti tecnici ci sono dietro al 4G e al 5G?
"Sono principalmente i protocolli che usiamo per trasferire le informazioni. C'è un aspetto ‘hardware’, vale a dire l'attrezzatura, il materiale che deve essere aggiornato, perché sono necessarie antenne e processori che siano progettati per trasferire i dati in quel formato, e a quella velocità. E naturalmente, i dispositivi che si collegano a questa rete devono avere un chip 5G, che permette loro di comunicare con una rete che comunica in questo linguaggio.
Secondo alcune persone, il 5G causerà un aumento della potenza e della quantità di onde nell'aria. Ma è vero?
"Il problema è che non si introduce il 5G rimuovendo il 4G. È così che è stato fin dall'inizio: ogni nuovo standard viene aggiunto agli altri standard ancora in vigore. In Belgio ci sono ancora posti dove è possibile ricevere 2G o 3G perché il 4G non è disponibile".
Inoltre, se il 2G venisse rimosso, i vecchi telefoni cellulari non funzionerebbero più e alcune persone hanno ancora smartphone o apparecchiature che sono compatibili solo con il 3G e non con il 4G.
“Si emettono onde aggiuntive, in un nuovo spettro”
"Effettivamente vengono emesse onde aggiuntive in un nuovo spettro", nel caso del 5G sono frequenze tra i 3,6 e 3,8 GHz (per il momento). "Ciò che è falso è credere che queste onde siano più nocive o più potenti. Il 5G opera in uno spettro che si sovrappone in parte agli altri standard. In ogni paese, il regolatore (l’IBPT nel nostro caso) ha la prerogativa di determinare, per ogni norma, in quali bande di frequenza è opportuno lavorare. E concederà queste bande di frequenza agli operatori, che utilizzeranno questo spettro come ritengono più opportuno".
In Europa, le nuove bande di frequenza raccomandate sono quelle comprese tra i 3,6 e i 3,8 GHz. Queste bande sono quella che permettono al 5G la miglior resa possibile. C'è una regola empirica con le frequenze radio: più alta è la frequenza, maggiore è la capacità, ma minore la portata. Si trasporta una maggiore quantità, ma meno lontano, è un po' come la differenza tra uno sprint di 100m e 400m a velocità moderata. Il GSMA (l'associazione della telefonia mobile) in questo documento consiglia alle autorità di regolamentazione e agli operatori di utilizzare diverse bande: "sotto gli 1 GHz" per una migliore copertura e per collegare "oggetti" (che non necessitano di una grande larghezza di banda), "tra 1 e 6 GHz per ottenere vantaggi in termini di capacità e copertura", e "26 GHz per consentire le altissime velocità previste dal 5G".
Sopra questi 26 GHz parliamo "onde millimetriche". Queste sono motivo di preoccupazione perché non esiste uno studio reale sul loro impatto. Ma è importante sapere che il loro utilizzo non è previsto prima di molti anni. Inoltre saranno destinati alle aziende per usi specifici e non ai singoli individui. Per il momento in Belgio gli operatori che si preparano ad utilizzare il 5G dovranno accontentarsi del "buon mix di benefici" con i 3,6 - 3,8 Ghz.
Va ricordato che gli operatori devono trovare il modo di integrare questa nuova apparecchiatura 5G nei loro impianti già esistenti, nel rispetto delle norme sulle radiazioni messe in evidenza all'inizio di questo articolo.
Ripeto: ciò sarà facile da realizzare nelle Fiandre, dove gli standard sono meno restrittivi, un po' più arduo in Vallonia, e al momento impossibile a Bruxelles a meno di una modifica degli standard (quindi c'è ancora da lavorare su questo aspetto, senza dimenticare gli accordi finanziari).
Di cosa hanno paura gli anti-5G?
La situazione è senza precedenti, nel senso che alcuni estremisti non esitano a dare fuoco alle installazioni. Questo è stato il caso del Regno Unito (maggiori dettagli in questo comunicato Reuters in inglese), e c'è stato un caso nelle Fiandre, nel Limburgo (nella foto sopra, si tratta di un'antenna Base/Telenet sulla quale Proximus non aveva nemmeno collocato apparecchiature 5G...). BIPT ha addirittura limitato l'accesso alla scheda dell'antenna per evitare possibili ulteriori distruzioni (questo danneggia tutte le telecomunicazioni mobili, non solo il 5G).
Cosa dicono gli avversari del 5G? È molto complesso, ed è importante che nel prendere in esame il fenomeno non lo si minimizzi limitandosi a parlare di coloro che condividono, tramite i social network, pubblicazioni (articoli e video) di dubbia provenienza.
Da quello che si può capire ci sono fondamentalmente tre tendenze:
Quella sanitaria, scaturita dalla ferma convinzione che ci siano delle gravi ripercussioni del 5G sull’uomo e l’ambiente.
L’approccio etico o filosofico che esprime la necessità di un altro modello di società che smetta di basarsi sul progresso tecnologico (è la nozione di decrescita).
L’ultima è quella sostiene le teorie del complotto secondo le quali i media, le grandi imprese tecnologiche e le autorità politiche siano coalizzate, o comunque perseguano il fine comune di imporre, tra le altre cose, il 5G ai cittadini riducendoli allo stato di pecore.
I timori di Marie-Laure, polizia, satelliti e antenne ovunque
Ho discusso con Marie-Laure che ha preso l’iniziativa di fare la petizione ‘anti 5G’ che ha raccolto 100.000 firme sulla piattaforma Change.org. La sua petizione è stata soppressa senza spiegazione (“ho ricevuto una mail secondo la quale avrei infranto le condizioni generali”). Una censura che dà l’impressione di confermare l’esistenza di un “complotto”.
“Abito a Bruxelles e sono musicista e compositrice”. Ammette di non avere "nessun legame" con le nuove tecnologie, ma ha "letto molti articoli" sul 5G. "Basta interessarsi per capire di cosa si tratta e cosa c'è a monte", ma non riceve le sue informazioni dai "media mainstream, non ci credo davvero”. Mi parla subito di "un ottimo articolo su Kairos". Si tratta del sito di Alexandre Penasse, la persona che ha posto a Sophie Wilmès una domanda sorprendente in una conferenza stampa del Consiglio di sicurezza nazionale. Sul suo sito egli evoca in gran parte un "giornalismo libero" che verrebbe "censurato" dai politici ("scagnozzi del potere finanziario") e dai media tradizionali ("scagnozzi del potere politico"). Queste sono le basi delle teorie cospirative in tutto il mondo.
Torniamo alla petizione. Perché è stata lanciata?
“Non voglio essere controllata, non voglio che i miei figli vivano con migliaia di satelliti che devastano il cielo, non voglio avere antenne ogni 5 o 6 case per farlo funzionare”.
Per quanto riguarda i satelliti, Marie-Laure menziona progetti paralleli di alcune società internazionali (come Starlink, un progetto di Space X, la società spaziale di Elon Musk - quindi niente a che vedere con gli operatori belgi) per lanciare in orbita satelliti per telecomunicazioni, al fine di creare una rete parallela ad alte prestazioni senza fili per Internet. Queste iniziative sono in corso (e in Belgio, giovedì scorso, abbiamo visto il lancio di alcuni satelliti Starlink). Anche se alcuni di loro affermano di essere imparentati con il 5G, non hanno nulla a che fare tecnologicamente con il 5G di cui stiamo parlando, e saranno senza dubbio interessati solo a portare la connessione a Internet in zone molto isolate. Si noti che Internet via satellite è già disponibile da alcuni anni e l'elenco dei provider disponibili in Belgio si trova sul sito web del Ministero dell'Economia.
Per quanto riguarda le antenne "ogni 5 o 6 case", si tratta di un riferimento alle onde millimetriche di cui abbiamo parlato, ovvero la seconda fase di dispiegamento del 5G, per raggiungere velocità molto elevate in alcuni luoghi, per usi molto specifici e indubbiamente industriali (quindi nessun dispiegamento generalizzato sul nostro territorio). Teoricamente, sarebbero poi necessari più siti per queste antenne a 26 GHz (ricordate la legge delle onde: capacità/velocità molto alta = corto raggio).
Ma in Belgio questa seconda fase non si svolgerà subito, quindi non ne conosciamo i dettagli pratici.
Marie-Laure fa anche riferimento alla "assenza del principio di precauzione". Ne abbiamo parlato molto in questo articolo: abbiamo 20 anni di distacco e non c'è correlazione, secondo gli studi più seri, tra l'aumento delle malattie e la diffusione delle radiofrequenze. Le restano comunque "dei dubbi" sulle conclusioni degli scienziati, e cita altri studi che parlano di effetti nocivi per la salute. Ognuno sceglie le proprie fonti, ma sembra più prudente fidarsi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che a sua volta fa riferimento all'ICNIRP, un istituto scientifico neutrale e indipendente.
“Trasmettitori di onde elettromagnetiche, con frequenze relativamente vicine al 5G, esistono da decenni: FM”
Accoglienza diversa per i trasmettitori radio FM, anche se sono vicini alle reti di telecomunicazione.
Abbiamo riportato alcune motivazioni emerse dalla testimonianza di Marie-Laure. Per concludere, abbiamo chiesto ai nostri due professori universitari una pura considerazione personale sul perché ci sia tanta diffidenza nei confronti della 5G.
"Secondo me, è dovuto alla vicinanza dei ripetitori delle celle. In circa dieci anni, ne abbiamo visti installare centinaia, hanno invaso il paesaggio urbano e sono accompagnati dalla natura un po' misteriosa delle onde, e dalla difficoltà di comprendere questi fenomeni" (Philippe De Doncker, professore dell'Ecole Polytechnique de Bruxelles). "Tuttavia, in una città come Bruxelles, per esempio, esistono da decenni grandi trasmettitori di onde elettromagnetiche, con frequenze relativamente vicine (al 5G): sono i trasmettitori FM della radio, che producono onde di ampiezza paragonabile alle reti di telecomunicazione. E nessuno se ne è mai preoccupato. La preoccupazione per il 5G "è quindi in gran parte irrazionale". "Ci sono delle misure iniziali che sono state effettuate su stazioni pilota 5G in Francia, e hanno dimostrato che il livello medio di esposizione non sarà più alto di quello attuale del 4G".
Secondo Nicolas Van Zeebroek, professore di economia digitale alla Solvay, "ciò è in parte dovuto anche al fatto che la stampa riporta spesso casi di elettrosensibilità (vedi il nostro rapporto del 2017) che fanno sprofondare i medici in abissi di perplessità, perché non si riesce a provarne la veridicità con metodi scientifici. Ma le lamentele ci sono e vengono riportate dalla stampa”.
Parole spaventose?
"C'è la percezione che queste onde non siano del tutto naturali, anche se siamo costantemente bombardati da onde elettromagnetiche, a cominciare da quelle delle sorgenti di luce. Ma c'è la percezione di questo fenomeno come artificiale e impercettibile (la trasmissione di dati nell'aria), e questo porta ad una certa diffidenza".
Ad alimentare paura e diffidenza contribuiscono le parole radiazione ed esposizione, "gli stessi termini che si usano per descrivere le radiazioni nucleari, e c'è indubbiamente una confusione mentale: sappiamo che le radiazioni nucleari sono molto cancerogene, perché non dovrebbero esserlo le altre?”
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