Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa ha firmato due nuovi decreti salva-ILVA
Al Ministro dell’Ambiente
Sergio Costa
e per conoscenza alla Commissione Tecnica Valutazione Ambientali del Ministero dell’Ambiente
e ai mezzi di informazione
Oggetto: valutazione impatto ambientale e sanitario del mancato rispetto delle prescrizioni AIA 2012
Signor Ministro,
il Comitato Cittadino per la salute e l’Ambiente a Taranto esprime la propria assoluta contrarietà alle due proroghe all’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) da Lei concesse ai gestori dello stabilimento ILVA.
Tali proroghe concedono altro tempo alla procedura di messa a norma degli impianti posti sotto sequestro penale dalla magistratura. L’AIA in origine doveva essere ferrea e il non rispetto avrebbe dovuto comportare multe imponenti. Ma adesso siamo di fronte a una procedura colabrodo, più volte non rispettata, il che scredita le istituzioni italiane agli occhi dell’opinione pubblica e del resto del mondo.
Come se non bastasse Lei, signor Ministro, ha emanato altri due decreti salva-ILVA, e così i salva ILVA sono passati da 12 a 14.
Ci riferiamo ai due decreti salva-ILVA con cui il Ministero dell’Ambiente ha prorogato
- al 30 novembre 2020 la messa a norma del trattamento delle acque reflue di acciaieria e di cokeria del siderurgico ArcelorMittal di Taranto;
- al 30 aprile 2021 il rispetto del termine per la copertura dei nastri trasportatori del carbone e del minerale di ferro, prevista dall’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).
Tali proroghe hanno preso spunto dall’emergenza del Covid-19. Ma il Covid appare come una semplice occasione per prendere altro tempo. L’emergenza, infatti, ha fermato i lavori di messa a norma sopra menzionati ma non la produzione di acciaio, a dimostrazione di quanto fosse a nostro avviso pretestuosa la motivazione del Covid per ottenere la proroga. Se il Covid ferma i lavori, dovrebbe fermarli tutti e non solo quelli che servono a ridurre l’impatto ambientale. I lavori per tutelare l’ambiente non sono infatti più contagiosi di quelli per produrre acciaio.
A convalidare la nostra tesi circa la pretestuosità della richiesta di proroga dei lavori di messa a norma, giunge il recente “provvidenziale” decreto da Lei firmato quando già giungeva a scadenza la proroga dovuta al Covid. Ossia i gestori avevano già fruito dei mesi di proroga per poter recuperare ciò che non avevano fatto durante l’emergenza Covid. E in quei mesi di proroga non è stata tuttavia portata a termine la prescrizione. Per cui la nuova proroga da Lei concessa è una chiarissima ammissione che il Covid non era la vera ragione dell’inadempienza rispetto alla prescrizione. La vera ragione dell’inadempienza è che le norme si possono non rispettare sapendo che voi concedete proroghe invece di sanzionare chi non le rispetta. Le norme per l’ILVA sono diventate talmente elastiche che costituiscono solo un paravento formale dietro cui nascondere una sostanziale inerzia. Le istituzioni sanzionano i cittadini ma non l’ILVA, violando il principio che la legge è uguale per tutti. In questa prassi che ha caratterizzato i governi dal 2012 in poi ora siete coinvolti anche voi che dovevate rappresentare il cambiamento.
Ora siamo di fronte all’ultimo decreto salva-ILVA: la proroga della copertura dei nastri trasportatori.
La copertura dei nastri trasportatori ILVA per il carbone e il minerale di ferro - signor Ministro - doveva essere completata originariamente entro il 27 gennaio 2013 e con la Sua proroga al 30 aprile 2021 si arriva a un ritardo complessivo di oltre 8 anni!
La storia di questi nastri trasportatori ha qualcosa di grottesco. Nel Rapporto Ambiente e Sicurezza ILVA 2011 a p. 42 e poi anche a p.43 c’è scritto che i nastri trasportatori sono stati coperti. Infatti a proposito dei principali investimenti nel biennio 2009-2010 si legge testualmente (p.43):
“Sistemi di copertura dei nastri trasportatori - Per ridurre le emissioni diffuse di polveri dai materiali trasportati gli interventi realizzati sono stati: la copertura di tutte le linee nastro, la chiusura delle torri di giunzione e l’attivazione di sistemi di umidificazione. Totale spesa 5,5 milioni di euro”.
Si veda http://archivio.fiom.cgil.it/siderurgia/ilva/11_rapporto_ambiente_sicurezza-ilva.pdf
Quindi lei, per decreto, ha spostato al 2021 la copertura di nastri trasportatori che venivano dichiarati coperti nel 2011 dai Riva ad una platea di politici e amministratori che annuivano felici a dichiarazioni false e che non andavano a controllarle.
Eravamo ansiosi di vedere che - con una nuova politica - queste cose cambiassero. E invece no. Lei continua, come i suoi predecessori, nel solco dei decreti salva-ILVA.
Il 4 luglio 2020 si è visto che, nonostante la copertura del parco minerale e del parco carbone, si è alzata una nuvola di polvere impressionante che attesta come tutte le restanti prescrizioni di contenimento delle polveri, fra cui il completamento della copertura dei nastri trasportatori, risultino inattuate e generano picchi di inquinamento registrati dalle centraline ARPA.
Ma il motivo per cui scriviamo a Lei, signor ministro, e alla commissione VIA, è quello di farle una precisa richiesta.
Le vogliamo chiedere una valutazione di tutti gli impatti ambientali e sanitari che i ritardi e le non ottemperanze hanno causato al territorio e alla popolazione residente.
Noi chiediamo di far redigere un calcolo dei danni sanitari di tutte le proroghe AIA concesse.
Si ricordi che la Corte Costituzionale aveva vincolato la facoltà d’uso degli impianti sotto sequestro alla rigida osservanza dell’AIA 2012 e che ad oggi continuate a operare in nella direzione opposta. E’ vostro dovere calcolare i danni sanitari connessi alle proroghe.
Si legge nella sentenza 85 della Corte Costituzionale del 2013 sull’ILVA: “Se l’adeguamento della struttura produttiva non dovesse procedere secondo le puntuali previsioni del nuovo provvedimento autorizzativo, sarebbe cura delle autorità amministrative preposte al controllo – e della stessa autorità giudiziaria, nell’ambito delle proprie competenze – di adottare tutte le misure idonee e necessarie a sanzionare, anche in itinere, le relative inadempienze”.
A nome del Comitato Cittadino per la Salute e l’Ambiente a Taranto chiediamo pertanto quali siano stati gli effetti ambientali e sanitari del mancato rispetto dell’AIA 2012.
Vogliamo una apposita valutazione che abbia valore cumulativo di tutti i danni prodotti.
L’eventuale mancata risposta a questa nostra lettera sarà da noi considerata a tutti gli effetti una omissione.
Il Comitato ribadisce la propria posizione che è quella soprattutto della chiusura immediata degli impianti ILVA sotto sequestro penale.
Comitato Cittadino per la Salute e l’Ambiente di Taranto
- Massimo Castellana (responsabile del Comitato)
- Associazione PeaceLink (Alessandro Marescotti)
- Comitato Quartiere Tamburi (Giuseppe Roberto)
- Donne e Futuro per Taranto Libera (Lina Ambrogi Melle)
- Genitori Tarantini (Cinzia Zaninelli)
- LiberiAmo Taranto (Maria Arpino)
- Lovely Taranto (Antonella Coronese)
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