Giustizia climatica
Riflessioni e spunti sull'intervento di Alessandro Marescotti, Presidente di PeaceLink
Un glossario per la Giustizia climatica
Casacomune propone la seconda edizione di una formazione per insegnanti ed educatori su cambiamenti climatici, biodiversità, conflitti ambientali.
Un percorso didattico che si articola nel tempo. Si propongono, in questo testo, un estratto e una elaborazione delle parti, delle sezioni e degli elementi didattici più importanti.
La scuola per il futuro, corso di educazione ambientale
Casacomune propone la seconda edizione di una formazione per insegnanti ed educatori su cambiamenti climatici, biodiversità, conflitti ambientali, cibo e salute. Si offrono spunti di riflessione su stili di vita e di azione incontrando testimoni di esperienze virtuose e di impegno collettivo.
Le minacce che riguardano la Terra, la casa comune di tutti gli esseri viventi, hanno dimostrato di essere al centro dell’interesse di moltissimi giovani che ne riconoscono la portata decisiva per il proprio futuro. I giovani vedono i segnali di uno squilibrio di origine antropica che mette in grave pericolo la sopravvivenza di molte specie vegetali e animali, e che perpetua condizioni di marginalità, povertà e insalubrità per molte persone e comunità. Anche la diffusione di molte patologie ed epidemie non sono estranee al modo in cui siamo in relazione con la Terra.
L'emergenza climatica
Giustizia climatica è il termine usato per indicare che il riscaldamento globale costituisce una questione etica e politica e non puramente di natura ambientale o climatica. Ciò avviene collegando gli effetti del cambiamento climatico ai concetti di giustizia, in particolare di giustizia ambientale e di giustizia sociale, ed esaminando questioni quali l'uguaglianza, i diritti umani, i diritti collettivi e le responsabilità storiche per il cambiamento climatico.
Le formule “giustizia ambientale”, “giustizia climatica” e “giustizia ecologica” identificano un campo semantico talmente variegato e multiforme, da essere utilizzato da giuristi e scienziati sociali per definizioni tutt’altro che univoche e convergenti.
La "emergenza climatica" non produce danni “ambientali” nel significato localizzato e restrittivo, definito per esempio dalla normativa europea. Essa rende permanenti ed evidenti danni “climatici” privativi dei “benefici” della presente e delle future generazioni.
In tale ottica, l’emergenza in atto solleva inedite questioni di “giustizia climatica” (intra- e inter-generazionale) che non possono non trovare anche nel “contenzioso climatico” un possibile sbocco di reazione.
Vivere in un ambiente sostenibile è un diritto
La strada verso la giustizia climatica
Le soluzioni per combattere il cambiamento climatico esistono già, da quelle proposte da Project Drawdown agli accordi internazionali indirizzati dalle Nazioni Unite. Le persone sono pronte a cambiare. Molti progetti sostenibili partono proprio dai cittadini più deboli, come le donne di TreeSisters. Ripartiamo dal basso per avere una vera giustizia ambientale e dare alle future generazioni un mondo migliore.
Realizzare la giustizia climatica e sociale
Tutelare i lavoratori e le lavoratrici, i territori e le fasce della popolazione più esposte alle conseguenze della crisi economica e climatica. Questa è la terza richiesta fondamentale ai governi di tutto il mondo a partire dall’Italia, il terzo pilastro della campagna Ritorno al Futuro, una raccolta di 7 proposte (e un Allegato Tecnico) per ripartire post-Covid realizzate insieme a un team di esperte ed esperti. L’obiettivo è quello di chiedere che si rilanci l’economia puntando sulla Transizione Ecologica, per risolvere in questo modo sia la crisi economica che quella climatica.
Giustizia climatica, cos’è e cosa rappresenta
La 'Giustizia climatica' è uno degli argomenti di maggiore attualità nel dibattito internazionale sui cambiamenti climatici. Dall’attuale modello di sviluppo emerge un paradosso: le popolazioni che subiscono maggiormente le conseguenze del riscaldamento globale sono quelle che meno hanno contribuito a creare il fenomeno. Questa situazione di squilibro può essere gestita soltanto riconoscendo le responsabilità storiche delle nazioni industrializzate. Da queste è necessario un maggiore impegno nella riduzione dei gas serra, ma non solo. Fondamentale è anche il riconoscimento delle conseguenze economiche e sociali di un fenomeno che si abbatte soprattutto sui poveri, donne e bambini in particolare.
Cliccare qui per le slides della relazione di Alessandro Marescotti presidente di PeaceLink
Dossier sulla giustizia climatica: https://wakelet.com/wake/aBxl1ZUWwBSr7EQ1xFTYT
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