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Cop26 Glasgow, respingiamo l'innaturale alleanza nucleare-rinnovabili

Abolizione nucleare e diritto alla pace: l'attivismo in piazza

E' molto grave la dichiarazione della presidente della Commissione UE, al termine del vertice del 23 ottobre: "Il nucleare serve all'Europa per fare i conti con la crisi energetica".
Laura Tussi30 ottobre 2021

Gli adulti di domani per l'ambiente, il disarmo e la pace

Lo sfruttamento dell'energia nucleare in Italia ha avuto luogo tra il 1963 e il 1990. Le cinque centrali nucleari italiane sono state chiuse per raggiunti limiti d'età, e soprattutto a seguito dei referendum del 1987. Il dibattito sull'eventuale reintroduzione dell'energia nucleare sembrerebbe chiuso con il referendum abrogativo del 2011, con cui sono state abrogate alcune disposizioni concepite per agevolare l'insediamento delle centrali nucleari.

Ma è molto grave la dichiarazione della presidente della Commissione UE, al termine del vertice del 23 ottobre: "Il nucleare serve all'Europa per fare i conti con la crisi energetica".

La nostra posizione di antinuclearisti, tra cui Wilpf - Antonia Sani e Patrizia Sterpetti - e Disarmisti Esigenti - portavoce Alfonso Navarra - per cui in Italia, grazie ai referendum del 1987 e del 2011 contro il nucleare civile, possiamo legittimamente proclamarci "WE THE PEOPLE", è ovviamente opposta. 

E non capiamo perché il Climate Camp di Roma, organizzato in occasione del G20, del 30 e 31 ottobre 2021, nel suo programma dimentichi l'opposizione al nucleare civile e militare e la lotta per il disarmo e la pace, imprescindibili se si vogliono coniugare giustizia ambientale e giustizia sociale.

Per questa via, ossia con l'abolizione del nucleare civile e militare, tramite il diritto alla pace e a un clima sostenibile, siamo consapevoli della nostra “terrestrità”, della nostra appartenenza alla Terra, che abbiamo il dovere di curare, tutelare e salvaguardare in quanto appunto "Madre Terra". Con questo nostro attivismo ecopacifista riusciremo a salvarci tutti dalle emergenze che incombono sull'umanità.

Le estreme minacce e emergenze che portano al collasso dell'ecosistema planetario sono l'attività militare con la potenziale guerra nucleare; la disuguaglianza sociale globale dove il 10 per cento dei potenti detiene il restante 90 per cento dei beni comuni dell'umanità; la crisi climatica con i dissesti climatici per l'eccessiva emissione di gas serra di origine antropica nell'atmosfera e la violenza strutturale contro i più fragili, come ben evidenzia lo storico ecopacifista e antinuclearista Alfonso Navarra.

Riteniamo sempre attuale l'impegno perché sia attuata la volontà popolare disattesa contro il nucleare e per i beni comuni, a partire da energia e acqua. 

Nelle sedi internazionali, il G20, la COP26 di Glasgow, le istituzioni europee, il governo dovrebbe farsi portavoce del rispetto dei referendum antinucleari: questo dovrebbe essere, come purtroppo non è, tra i punti centrali della mobilitazione.

Viene riportato, sulla pagina web citata il testo della petizione "dieci anni dalla vittoria dei referendum su acqua e nucleare: convergiamo per il rispetto della volontà popolare".

Per sottoscrivere online: https://www.petizioni.com/rispettarereferendum

Segue la dichiarazione, dei primi proponenti Alex Zanotelli e Moni Ovadia: respingiamo l'innaturale alleanza nucleare-rinnovabili.

Il nostro impegno come ecopacifisti e antinuclearisti contribuisce alla giornata internazionale del 4 novembre su pace e clima, lanciata dagli attivisti ecopacifisti scozzesi.

Il 29 ottobre, come attivisti per la pace, il disarmo, l'ambiente e contro il nucleare, saremo al Climate Camp di Roma, per discutere sulla situazione della rete di XR PACE: si impone la necessità di rilanciare questa rete anche per creare un ponte tra lotte antimilitariste e nonviolente e lotte ecologiste e per l'uguaglianza sociale.

Teniamo conto anche dell'appuntamento del 29 mattina davanti al MITE - Ministero della Transizione Ecologica. Si protesta contro l'inquinamento della Saras in Sardegna, terra che subisce oltretutto l'impatto ecologico e sanitario devastante delle servitù militari. 

Si pensino solo alle morti, civili e militari, per uranio impoverito, frutto anch'esso del ciclo nucleare, ma anche per altre forme di inquinamento, vicino ai poligoni di tiro in cui eserciti di tutto il mondo testano le armi utilizzate nei vari teatri di guerra della Terra.

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