Ecologia

Lista Ecologia

Archivio pubblico

Un grattacielo atomico di sessanta piani

"L'Italia radioattiva", instant book del giornalista Marco Mostallino

La ricerca affannosa di "pattumiere atomiche": dalla Sardegna, alla Basilicata, ai fabbricanti inglesi di proiettili all'uranio.
13 maggio 2004
Walter Falgio
Fonte: www.liberazione.it
11.05.05


La ricerca affannosa di "pattumiere atomiche": dalla Sardegna, alla Basilicata, ai fabbricanti inglesi di proiettili all'uranio. Un istant book
Un'inchiesta vecchio stile, si potrebbe dire. Un lavoro autonomo e originale. In poche parole, merce rara. L'Italia radioattiva, instant book del giornalista dell'"Unione Sarda" Marco Mostallino pubblicato dalla casa editrice cagliaritana Cuec (177 pagine, euro 10), riapre il dibattito sull'incubo nucleare. Sulle scorie, sull'uranio impoverito, sui sottomarini atomici della Maddalena, sui cibi irradiati. Temi più che mai all'ordine del giorno.

Non a caso l'input dell'inchiesta è la notizia che la Sardegna possa diventare la pattumiera delle scorie nucleari italiane. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel 2003 incarica la società statale Sogin presieduta dal generale Carlo Jean di trovare una collocazione definitiva a 55 mila metri cubi di combustibili esauriti usati nelle centrali atomiche, spente dopo il referendum dell'87. «Ammonticchiati, i residui degli impianti di produzione di energia raggiungerebbero l'altezza di un grattacielo di circa sessanta piani», calcola Mostallino. Il sito ideale per lo stoccaggio di questa immondezza radioattiva, secondo Jean, «è una miniera abbandonata, in un territorio geologicamente stabile, poco popolato, che abbia nei dintorni installazioni militari che garantiscano la protezione dagli attentati». E' la fotografia della Sardegna. Un movimento popolare si oppone, a tutti i livelli, a una simile ipotesi, costringendo il governo a una parziale marcia indietro.

Parziale perché il 13 novembre 2003, esattamente un giorno dopo la strage dei militari italiani a Nassiriya, Palazzo Chigi individua un altro deposito nazionale delle scorie, Scanzano Jonico in Basilicata. Mezzo miliardo di euro per costruire un cimitero nucleare a 800 metri di profondità entro il 2008. In questa bara negli abissi terrestri troverebbero ricovero materiali con un tasso di radioattività vivo per 150 mila anni. La giustificazione dell'emergenza è sempre la stessa: il rischio attentati da parte del terrorismo internazionale. Ma anche a Scanzano Jonico si assiste a una sollevazione. «Quando si parla di localizzazione dei siti», dichiara Carlo Jean al Corriera della Sera del 6 dicembre 2003 intervistato da Franco Foresta Martin, «la protesta della popolazione bisogna darla per scontata. Prima di Scanzano era stata esplorata la possibilità della Sardegna orientale e abbiamo avuto una specie di rivolta preventiva. Poi per evitare il ripetersi di una cosa del genere, ci siamo mossi con discrezione, studiando la fattibilità del deposito geologico a Scanzano. C'è stata rivolta anche lì». L'opposizione popolare è dunque la variabile che ha sconquassato i piani governativi. Piani molto ben orchestrati al punto che con un decreto del 14 febbraio 2003 Berlusconi dichiara lo stato di emergenza per il nucleare in Italia e investe Jean di super poteri. Con questo e altri provvedimenti il commissario straordinario può violare, «su propria autonoma nonché insindacabile decisione, ben ventuno tra leggi, decreti ministeriali, circolari e contratti di lavoro in materia di tutela dell'ambiente, controllo della qualità delle acque, licenze edilizie e regole per il trasporto in mare, su strada e per ferrovia di materiali pericolosi. Poteri degni di uno stato di guerra», non può fare a meno di constatare Mostallino.

L'Italia radioattiva ricostruisce la mappa dei pericoli nucleari di casa nostra con molti particolari inediti. Mostallino non si è accontentato delle dichiarazioni ufficiali ma ha voluto verificare di persona i rischi che corre la popolazione di Saluggia quando le acque della Dora Baltea inondano stive e laboratori dei depositi nucleari "Avogadro" ed "Enea Eurex". Dopo la piena del 2000 l'agenzia piemontese per l'ambiente rilevò nei fanghi a valle la presenza di cobalto 60. E se non si disperde nell'ambiente, il combustibile atomico di Saluggia va a finire in Inghilterra dove la British Nucler Fuel di Sellafield lo usa per produrre proiettili all'uranio impoverito. Il 6 aprile 2003 un bel carico di scorie ha lasciato l'Italia, destinazione oltremanica. Il prezzo di queste operazioni lo paghiamo noi: «Cinque centesimi di euro su ogni kilowatt della bolletta Enel».

Articoli correlati

  • Funghi in Lombardia, ci sono ancora tracce di Chernobyl
    Ecologia
    Pubblicati sul sito di Arpa Lombardia i dati 2020 del monitoraggio della radioattività ambientale

    Funghi in Lombardia, ci sono ancora tracce di Chernobyl

    Nel 32% dei campioni di prodotti alimentari è stata individuata la presenza in tracce di cesio 137 ancora riconducibile all’incidente di Chernobyl. Su funghi spontanei superato il livello di riferimento per la concentrazione stabilito dalla normativa europea (600 Bq/kg).
    5 agosto 2021 - Redazione PeaceLink
  • Ecologia

    Gran Bretagna, elevato livello radioattività rilevato a Sellafield

    Rilevato un aumento del livello di radioattività
    31 gennaio 2014 - Luciano Manna
  • I 10 luoghi più radioattivi del pianeta
    Ecologia
    Una classifica inquietante

    I 10 luoghi più radioattivi del pianeta

    Non solo luoghi ormai considerati apocalittici, ma anche posti apparentemente incontaminati figurano in questa inquietante classifica dei dieci luoghi più radioattivi del pianeta. Tra essi anche il Mar Mediterraneo.
    5 ottobre 2011 - Antonella Recchia
  • Centrali a carbone: mercurio e radioattività
    Ecologia
    Brindisi

    Centrali a carbone: mercurio e radioattività

    Il mercurio è un metallo molto tossico per l’uomo anche perché tende ad accumularsi negli organismi viventi. I suoi danni si esplicano principalmente a livello del sistema nervoso. Il 90% degli elementi radioattivi emessi dalle centrali a carbone è costituito dal 210 Polonio e dal 210 Piombo. I prodotti alimentari più significativi ai fini della valutazione della dose di radiazioni sono i cereali e gli ortaggi.
    18 ottobre 2009 - Maurizio Portaluri
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)