Il 22 maggio manifestazione in piazza contro il dissequestro degli impianti siderurgici
ILVA: la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo dà nuovamente ragione ai cittadini
Le quattro condanne di oggi verso l'Italia sono la plastica evidenziazione di tutte le inadempienze dei governi che si sono succeduti. Le quattro condanne di oggi della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) confermano Taranto come "zona di sacrificio" dei diritti umani.
5 maggio 2022
Associazione PeaceLink

Nell'agosto del 2012 la magistratura sequestrò gli impianti siderurgici dell'Ilva di Taranto perché pericolosi.
Sono passati quasi dieci anni da quell'intervento della magistratura e la salute dei cittadini di Taranto è ancora a rischio. Parliamo di un rischio sanitario considerato inaccettabile da tutti gli studi epidemiologici fino a ora realizzati.
Nonostante il tempo trascorso, i governi hanno dimostrato una pervicace negligenza che ricorda il comportamento dei cosiddetti "stati canaglia". Ossia di quegli stati che continuano a violare i diritti umani nonostante i richiami degli organismi internazionali.
Siamo di fronte a una vergogna nazionale.
E queste quattro condanne di oggi verso l'Italia sono la plastica evidenziazione di tutte le inadempienze dei governi che si sono succeduti. Le quattro condanne di oggi della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) confermano Taranto come "zona di sacrificio" dei diritti umani, come l'ONU l'ha definita nel Rapporto del Consiglio dei Diritti Umani del 15 febbraio 2022 (relatore David R. Boyd). Ciò che attende la popolazione di Taranto è uno stillicidio di morti premature evitabili, quantificate predittivamente dall'OMS fra le 50 e le 80 unità in dieci anni. Il rapporto OMS è stato presentato il 21 gennaio scorso su richiesta della Regione Puglia. E, cosa preoccupante, tutto questo avverrà, secondo l'OMS, anche in presenza dell'attuazione di quelle prescrizioni ambientali che ancora non sono state completamente attuate.
Nonostante ciò Acciaierie d'Italia ha chiesto il dissequestro degli impianti.
Noi ci opporremo al dissequestro.
Possiamo parlare di Taranto come di un caso di razzismo ambientale in quanto la violazione dei diritti fondamentali avviene in una zona del Sud considerata area sacrificabile su cui scaricare ciò che altrove non sarebbe accettabile.
Non solo: diversi inquinanti a Taranto ritornano a salire, e questo ci preoccupa.
Il governo non ha fatto pace con i cittadini che continuano a vivere sotto un assedio mortale.
Per questo motivo saremo domenica 22 maggio a Taranto in piazza Garibaldi alle ore 17 per riaffermare il diritto alla vita e alla dignità dei cittadini esposti a rischi sanitari inaccettabili.
Alessandro Marescotti
Presidente PeaceLink
Note: Alle ore 17 del 22 maggio 2022 (domenica), in piazza Garibaldi a Taranto, si terrà una manifestazione collegata alle quattro condanne odierne delle Corte europea dei diritti umani (Cedu) nei confronti dello Stato italiano a causa delle emissioni dell'Ilva, responsabili di mettere a rischio la salute dei cittadini.
La manifestazione è promossa dal Comitato Cittadino per la Salute e l'Ambiente a Taranto.
Altre informazioni su https://lists.peacelink.it/taranto/2022/05/maillist.html
La manifestazione è promossa dal Comitato Cittadino per la Salute e l'Ambiente a Taranto.
Altre informazioni su https://lists.peacelink.it/taranto/2022/05/maillist.html
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