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Ecologia e nonviolenza

Il caso ILVA al Festival della Nonviolenza di Torino

il Presidente di PeaceLink, Alessandro Marescotti, è stato invitato a tenere un discorso online sulla lotta ambientale in corso a Taranto. L'intervento ha sottolineando la necessità di affrontare la questione ILVA non solo come questione ecologica ma anche come questione di giustizia ambientale.
29 settembre 2023
Redazione PeaceLink

Torino, 29 Settembre 2023 - Oggi, nel contesto del Festival della Nonviolenza organizzato dal Centro Studi Sereno Regis a Torino, il Presidente di PeaceLink, Alessandro Marescotti, è stato invitato a tenere un discorso online sulla lotta ambientale in corso a Taranto. L'intervento ha messo in luce quattro punti chiave che riguardano la situazione critica della città e la lotta dei suoi cittadini per la giustizia ambientale.

1) Taranto come "zona di sacrificio"

Alessandro Marescotti ha iniziato il suo intervento sottolineando il concetto di Taranto come "zona di sacrificio". Questo termine viene spesso utilizzato per descrivere le comunità che subiscono un pesante impatto ambientale a causa delle attività industriali. Taranto, con il suo storico impianto siderurgico, è diventata un simbolo di questa realtà, con gravi conseguenze per la salute dei suoi cittadini e l'ambiente circostante. Protesta a Taranto

2) La lotta dei cittadini di Taranto come resistenza nonviolenta

Il secondo punto affrontato è la straordinaria lotta dei cittadini di Taranto. Affrontando un impatto devastante di inquinamento, hanno scelto la via della resistenza nonviolenta per difendere la propria salute e il proprio territorio. Hanno dimostrato coraggio nel denunciare le conseguenze negative dell'industrializzazione sulla loro comunità, inclusi i gravi problemi di salute e l'aumento dei casi di malattie. Importante è stato il ruolo della magistratura nel dare giustizia ai cittadini con il processo Ambiente Svenduto.

3) Il concetto di "violenza strutturale" e di "razzismo ambientale" Fiaccolata a Taranto per ricordare i bambini morti per inquinamento

E' stato poi introdotto il concetto di "violenza strutturale" come una forma di violenza che colpisce in particolare i più deboli all'interno della società. E' un concetto sviluppato da Paul Farmer e James Gilligan. La violenza strutturale è alla base di un altro concetto molto importante: il "razzismo ambientale", definizione coniata nel 1982 dal leader per i diritti civili afroamericano Ben Chavis. La lotta di Taranto, quindi, non è solo una lotta ecologica, ma anche una lotta per la "giustizia ambientale", poiché cerca di mettere fine alle disuguaglianze ambientali che colpiscono in modo sproporzionato le comunità più vulnerabili, in particolare quella del quartiere Tamburi acconto al quale sorge lo stabilimento siderurgico.

4) Cosa possono fare i cittadini per lottare per la giustizia ambientale e la riconversione ecologica

Nel suo intervento, Alessandro Marescotti ha anche offerto soluzioni concrete su cosa i cittadini possono fare per lottare per la giustizia ambientale e promuovere la riconversione ecologica. Ha invitato le persone a informarsi, a unirsi a movimenti e organizzazioni ambientali, a controllare attentamente le decisioni politiche, e a promuovere la cittadinanza attiva. Ha anche sottolineato l'importanza dell'educazione ambientale e della sensibilizzazione per creare una società più consapevole dei problemi ambientali.

L'intervento ha voluto raccontare una lotta importante a livello nazionale, sottolineando la necessità di affrontare le sfide ambientali non solo come una questione ecologica, ma anche come una questione di giustizia sociale. La città di Taranto e i suoi cittadini hanno fornito un esempio di resistenza, di resilienza e di determinazione nella difesa della salute pubblica e della sostenibilità ambientale.

Note: Allegate a questa pagina web ci sono le slide proiettate durante l'intervento.

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