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L’impatto è così elevato che nessuna Valutazione del Danno Sanitario è risultata accettabile

PeaceLink: “La lotteria dei tumori a Taranto deve finire”

L’azienda ha debiti commerciali per 1,4 miliardi di euro, l’attività produttiva continua ad essere portata avanti in perdita e quindi l’acciaieria è tecnicamente decotta. I sindacati invece di salvare i lavoratori puntano a salvare l'azienda con spreco di denaro pubblico sottratto alla riconversione
Enrico Chillè (Teleambiente)

Peacelink: “La lotteria dei tumori deve finire” Foto sul sito di Giustizia per Taranto

A criticare il governo, ma anche la posizione dei sindacati, c’è anche Peacelink, associazione ambientalista e pacifista tarantina. “La lotteria dei tumori deve finire e soprattutto non deve pagarla lo Stato. Sull’ex Ilva troppe cose non vengono dette: l’azienda ha debiti commerciali per 1,4 miliardi di euro; l’attività produttiva continua ad essere portata avanti in perdita e quindi l’acciaieria è tecnicamente decotta; l’impatto sulla salute è talmente elevato che finora nessuna Valutazione del Danno Sanitario è risultata accettabile dal punto di vista epidemiologico; chiunque guidi l’acciaieria è sotto la Spada di Damocle della magistratura; le emissioni inquinanti di benzene e di polveri sottili sono aumentate negli ultimi due anni; le norme europee vietano gli aiuti di Stato all’azienda” – ha spiegato il presidente, Alessandro Marescotti – “Ancora una volta i sindacati, invece di salvare il lavoro degli operai, puntano a salvare l’azienda. Rifinanziare un’azienda in perdita significa solo rinviare di qualche mese il problema, sprecando altro denaro sottraendolo ai lavoratori, alla riconversione e alla bonifica ambientale“.

Peacelink: “Taranto vuole un futuro diverso” 

Questa linea sindacale è perdente e non suscita alcuna solidarietà della città, che vuole un futuro diverso. Saremo in piazza con i sindacati quando chiederanno la riconversione” – ha aggiunto il presidente di Peacelink – “Gli operai devono farsi carico degli obiettivi di un’alleanza più larga, puntando sul sostegno della città che vuole un cambiamento. E i cittadini di Taranto, in particolare, non vogliono più avere mille nuovi casi di cancro all’anno“.

Ex Ilva, Peacelink: “I ministri tacevano sul debito”

L’affondo di Peacelink contro il governo (non solo quello attuale) non si ferma qui. “Viene dipinto un cattivo, ArcelorMittal e un buono, il governo. In mezzo i lavoratori, minacciati dal cattivo, mentre il governo sta facendo l’impossibile per salarli. Perché in tutti questi anni i ministri tacevano sulle bollette del gas non pagate e sui debiti commerciali che hanno raggiunto livelli non più gestibili?” – ha aggiunto Alessandro Marescotti – “La comunicazione al grande pubblico della crisi Ilva è una narrazione mediatica semplificata e distorta. Chi pagherà questi debiti? I sindacati informavano i lavoratori? Questa storia poteva durare all’infinito? In tanti stavano zitti e facevano finta che si potesse andare avanti così, contro ogni principio economico“.

Peacelink: “Lo Stato non finanzi il lavoro che uccide” 

Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, fa poi una puntualizzazione sull’intervento statale: “Nazionalizzare significherebbe pagare con i soldi dello Stato la prosecuzione di un danno all’erario e alla salute. Sono anche disposto a versare le mie tasse per mantenere il lavoro, ma deve essere un lavoro utile socialmente, che non uccida nessuno“.

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