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Quella sporca dozzina di veleni

Il prossimo 17 maggio entreranno in vigore gli accordi della Convenzione di Stoccolma sugli «inquinanti organici persistent» o Pop, Persistant Organic Pollutants, sottoscritta nel maggio del 2001 da 91 paesi e formalmente adottata da 127 governi.
15 maggio 2004
Marina Zenobio


Per arrivare a questo punto, la Convenzione ha dovuto attendere la ratifica di almeno cinquanta nazioni - la Francia è stata l'ultima della serie - più ottantadue giorni dalla ratifica del cinquantesimo paese. Il suo obiettivo è di vietare la produzione e l'uso di 12 sostanze chimiche che, persistendo nell'ambiente ed essendo soggette a bioaccumulo attraverso la catena alimentare, producono effetti negativi per la salute umana e per l'ambiente. La «sporca dozzina», come ormai vengono chiamate le 12 sostanze (anche se sarebbe più corretto parlare di classi di sostanze) prese di mira dal Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, sono soprattutto insetticidi clorurati di prima generazione, prodotti chimici industriali o sottoprodotti: Pcb, Ddt, diossine (dibenzo-p-diossine), clordano, furani (dibenzo-p-furani), esaclorobenzene, aldrin, mirex, dieldrin, toxafene, endrin, eptaclor. I Pop circolano liberamente sul nostro pianeta attraverso quello che viene definito «effetto cavalletta», evaporano per poi depositarsi più tardi in altri luoghi dove, in parte, tornano ad evaporare per finire in zone dell'atmosfera molto distanti dalla fonte originale. Si concentrano negli organismi viventi attraverso un altro processo noto come bioaccumulazione: gli inquinanti organici persistenti si accumulano nei tessuti adiposi dell'uomo e degli animali, dove possono arrivare a una concentrazione 70 mila volte superiore a quella dell'ambiente, con ripercussioni sul sistema immunitario e riproduttivo.
I pesci, le api, i mammiferi che fanno parte della catena alimentare, ne assorbono la maggior concentrazione e, quando viaggiano, trasportano nell'organismo questi contaminanti di enorme stabilità che si dissolvono dopo decenni. La presenza di Pop è stata accertata persino nelle regioni artiche, dove si depositano dopo una lunga permanenza nell'atmosfera. Tra le donne degli Inuit, popolo che si nutre soprattutto di pesce e carne, il latte materno contiene un tasso di Pop dieci volte superiore a quello registrato in altre donne che vivono in Canada. Gli stessi inquinanti sono responsabili delle modifiche riscontrate negli organi di riproduzione degli orsi polari. Klaus Toepfer, direttore esecutivo del Programma delle Nazioni unite per l'ambiente, ha dichiarato che i Pop sono le sostanze tossiche più pericolose generate dall'attività umana e che «sono responsabili della morte di persone e animali, provocano il cancro e danni al sistema nervoso, riproduttivo e immunitario, sono inoltre all'origine di molti deficit riscontrati in neonati». Secondo le norme della Convenzione, la maggior parte dei dodici veleni sarebbe sottoposta a bando immediato, tuttavia per quanto riguarda la produzione e l'uso del Ddt per il controllo della zanzara portatrice del paludismo, si prevedono eccezioni: le nazioni che lo richiederanno potranno continuare a farne uso, ma solo in programmi di lotta alla malaria coordinati dall'Organizzazione mondiale della sanità e finché non saranno disponibili alternative «altrettanto economiche» e più rispettose dell'ambiente. Quando nei primi mesi del 2005, a Punta del Este in Uruguay, si riunirà la prima sessione della Conferenza delle Parti sulla Convenzione, una delle priorità consisterà nell'aiutare i paesi a combattere il paludismo sostituendo il Ddt con altre sostanze più sicure ed efficaci, o con il rilascio di zanzare sterili per diminuirne la riproduzione.
Secondo l'opinione fin troppo ottimistica di Toepfer, l'entrata in vigore della Convenzione di Stoccolma sarà di grande beneficio per la salute umana e l'ambiente, oltre a rafforzare l'efficacia delle leggi ambientali internazionali. Ma questi sono gli accordi, meglio aspettare i fatti.

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