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Interpellanza in merito al futuro degli impianti ILVA

Angelo Bonelli fa una domanda difficile al governo. Avremo mai risposta?

Se il governo non consideri prioritario destinare le risorse assegnate all'intervento «Utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate» di DRI d'Italia a progetti che invece potrebbero concretamente risolvere, una volta per tutte, l'emergenza ambientale e sanitaria della città di Taranto.
21 marzo 2024
Fulvia Gravame

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro per gli affari europei, il Sud, le Manifestazione

politiche di coesione e il PNRR, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. – Per sapere – premesso che:

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) nella sua versione originaria approvata il 13 luglio 2021 con decisione di esecuzione del Consiglio UE, ha destinato risorse pari a 2 miliardi di euro per l'attuazione dell'investimento 3.2, Missione 2, Componente 2 «Utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate», di titolarità del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, atto a favorire la transizione verso l'idrogeno verde, a emissioni zero, delle industrie che risultano oggi più inquinanti e difficili da riconvertire (hard-to-abate) come acciaierie e raffinerie;

   l'articolo 3, comma 4-bis, del decreto-legge 20 luglio 2021, n. 103, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 settembre 2021, n. 125, ha autorizzato l'Agenzia nazionale per attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. (Invitalia) a costituire una società allo scopo della conduzione delle analisi di fattibilità, sotto il profilo industriale, ambientale, economico e finanziario, finalizzate alla successiva realizzazione e gestione di un impianto per la produzione del preridotto – direct reduced iron – nell'ambito del plesso siderurgico di Taranto, attraverso l'esclusivo utilizzo di idrogeno verde;

   in data 25 gennaio 2022 è stata costituita la società DRI d'Italia S.p.A. (interamente controllata da Invitalia) per il perseguimento delle finalità individuate dal decreto-legge 20 luglio 2021, n. 103;

   l'articolo 24 del decreto-legge 23 settembre 2022, n. 144 convertito con modificazioni dalla legge 17 novembre 2022, n. 175, ha individuato la società DRI d'Italia S.p.A. quale soggetto attuatore degli interventi per la realizzazione dell'impianto per la produzione del preridotto nel plesso siderurgico di Taranto – con derivazione dell'idrogeno necessario ai fini della produzione esclusivamente da fonti rinnovabili – aggiudicati ai sensi del Codice degli appalti (decreto legislativo n. 50 del 2016) e delle altre vigenti disposizioni di settore. Le risorse finanziarie preordinate alla realizzazione dell'impianto sono assegnate al soggetto attuatore entro il limite di 1 miliardo di euro;

   nella proposta di revisione del Pnrr, approvata con decisione del Consiglio Ecofin dell'8 dicembre 2023, il Governo ha L'Ordine dei Medici di Taranto: "Esigiamo che l'enorme problema sanitario di Taranto sia il punto cruciale di ogni tavolo di discussione."

deliberato il definanziamento del miliardo di euro propedeutico alla realizzazione dell'impianto, da parte di DRI d'Italia S.p.A., visto che la complessità del progetto sia sotto il profilo industriale sia sotto il profilo normativo e amministrativo rendevano impossibile il completamento dello stesso entro il 31 dicembre 2026;

   l'effettiva realizzazione del suddetto progetto risulta, al momento, non congruente con la situazione economico-finanziaria in cui versano gli stabilimenti dell'ex Ilva di Taranto visto che, a causa dell'oggettiva ed irreversibile impossibilità di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni, Acciaierie d'Italia S.p.A., società che gestisce anche lo stabilimento siderurgico di Taranto, è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria;

   il Governo, pur non avendo mai chiarito adeguatamente quali siano le future prospettive industriali e occupazionali dell'impianto ex Ilva di Taranto, ha deciso recentemente di rifinanziare il miliardo di euro necessario alla realizzazione, da parte di DRI d'Italia S.p.A., dell'impianto per la produzione del cosiddetto preridotto nel plesso siderurgico di Taranto, nonostante la situazione debitoria di Acciaierie d'Italia nei confronti delle aziende dell'indotto e dei fornitori, nonché l'elevatissimo utilizzo di risorse pubbliche, senza soluzione di continuità per la cassa integrazione guadagni, cui si aggiunge la totale assenza di investimenti mirati alla tutela dell'ambiente della città di Taranto e della salute dei suoi cittadini ed i livelli di inquinamento oramai fuori controllo, stante il fatto che l'area a caldo dell'Ilva di Taranto e ancora sotto sequestro dell'autorità giudiziaria;

   come si apprende da organi di stampa, la vicenda legata alla realizzazione, da parte di DRI d'Italia S.p.A, dell'impianto per la produzione del cosiddetto preridotto, è stata oggetto di numerose polemiche (anche prima del definanziamento dell'investimento a valere sulle risorse del Pnrr) per le presunte condotte illecite della società nella fase di selezione dell'operatore privato a cui affidare la progettazione, costruzione e avviamento dell'impianto;

   l'inchiesta della procura di Taranto sugli alti livelli di benzene che ha portato all'avviso di garanzia per l'ex Picchi di benzene sulla Gazzetta del Mezzogiorno

amministratrice di Acciaierie d'Italia Lucia Morselli, dimostra che l'inquinamento ambientale provocato dall'ex Ilva non ha mai cessato di esistere e la questione di Taranto sin dal 2012 non si è voluta affrontare strutturalmente ed anzi i problemi rimangono ancora largamente irrisolti –:

   se il Governo intenda portare a compimento la realizzazione dell'impianto per la produzione del preridotto nel plesso siderurgico di Taranto, la cui area a caldo è ancora sotto sequestro, in considerazione dell'assenza del piano industriale dell'ex Ilva per il rilancio degli stabilimenti e in assenza di alcun tipo di certezza sulla prosecuzione delle attività del polo siderurgico e se non consideri invece prioritario destinare le risorse assegnate all'intervento «Utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate» di DRI d'Italia a progetti che invece potrebbero concretamente risolvere, una volta per tutte, l'emergenza ambientale e sanitaria della città di Taranto.
(2-00346) «Bonelli».

Qui il link originale al sito della Camera dell' Interpellanza ILVA 12 marzo 2024  depositata da Angelo Bonelli il 12 marzo 2024.

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    Alessandro Marescotti
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