Ecologia

Lista Ecologia

Archivio pubblico

PeaceLink chiede invece di finanziare la sorveglianza sanitaria e la cura dei cittadini più esposti

Rifinanziamento attività gestione stabilimento ILVA e deroga alle norme sulla sicurezza

Dati sconcertanti emergono dall'audizione del presidente di PeaceLink al Senato: dal 1° novembre 2018 al 31 dicembre 2022, la gestione dell'ex Ilva ha accumulato passività globali per ben 4 miliardi e 700 milioni di euro, come confermato da fonti governative (esattamente 4.737.693.528 euro).
28 maggio 2024
Redazione PeaceLink

Audizione di PeaceLink 28.5.2024

Commissione permanente - Senato della Repubblica

Decreto legge 63/2024

Oggetto: rifinanziamento attività gestione stabilimento ILVA e deroga alle norme sulla sicurezza

Taranto, 28 maggio 2024 - Dati sconcertanti emergono dall'audizione del presidente di PeaceLink al Senato: dal 1° novembre 2018 al 31 dicembre 2022, la gestione dell'ex Ilva ha accumulato passività globali per ben 4 miliardi e 700 milioni di euro, come confermato da fonti governative (esattamente 4.737.693.528 euro).

Cifre allarmanti che mettono in luce l'insostenibilità del modello produttivo Ilva, pagata a caro prezzo dalla salute dei cittadini e dall'ambiente. Se quei soldi fossero stati investiti nella formazione dei lavoratori, anziché in un ciclo produttivo inquinante, non solo non ci troveremmo di fronte a un simile disastro economico, ma avremmo potuto evitare anche i picchi di benzene cancerogeno nel quartiere Tamburi di Taranto.

Eppure, il decreto legge 63/2024 - in discussione in queste ore - ignora questa drammatica realtà, prevedendo ulteriori 150 milioni di euro a favore di chi gestisce l'Ilva, come se si trattasse di un pozzo senza fondo. PeaceLink denuncia con forza questa scelta priva di ragionevolezza e propone un'alternativa: destinare quei fondi a tutela della salute dei cittadini del quartiere Tamburi, che da anni subiscono le conseguenze dell'inquinamento atmosferico causato dall'Ilva.

Con quei soldi, i cittadini di Tamburi potrebbero finalmente avere accesso a sorveglianza sanitaria adeguata e cure gratuite con corsia preferenziale. Un gesto di dovere verso chi ha pagato sulla propria pelle l'inquinamento industriale.

Inoltre, PeaceLink contesta la proroga di 48 mesi (art. 14 del decreto) concessa agli impianti Ilva, definiti dallo stesso decreto come "carenti" rispetto alle norme di sicurezza. In pratica, altri 4 anni per mettersi a norma, dopo che la scadenza originaria era fissata per la fine del 2014.

"È inaccettabile - dichiara il presidente di PeaceLink Alessandro Marescotti -. La messa a norma doveva essere già stata effettuata dieci anni fa. Non possiamo aspettare un altro disastro per intervenire. Il decreto prevede la proroga solo in casi di "rischio grave e imminente", ma come possiamo prevedere incidenti come incendi o esplosioni? Non abbiamo la sfera di cristallo".

PeaceLink chiede al Parlamento di rivedere il decreto 63/2024, destinando i fondi previsti per chi gestisce l'Ilva alla salute dei cittadini di Taranto e non derogando sul rispetto delle norme di sicurezza previste dalla legge vigente. La sicurezza sui luoghi di lavoro, la salute e l'ambiente non hanno un prezzo.

Registrazione 

Al punto 2h 48 minuti del video comincia l’intervento di Alessandro Marescotti https://webtv.senato.it/webtv_comm?video_evento=245871

Contatti: Manifestazione

  • Presidente PeaceLink: Alessandro Marescotti (a.marescotti@peacelink.org)
  • Cell. 3471463719
  • Sito web: https://www.peacelink.it
Note: Materiale consegnato al Senato dopo l'audizione

Allegati

  • Audizione al Senato di PeaceLink del 28 maggio 2024

    PeaceLink
    Fonte: PeaceLink
    144 Kb - Formato pdf
    PeaceLink chiede al Parlamento di rivedere il decreto 63/2024, destinando i fondi previsti per chi gestisce l'Ilva alla salute dei cittadini di Taranto e non derogando sul rispetto delle norme di sicurezza previste dalla legge vigente.

Articoli correlati

  • ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica
    PeaceLink
    Lettera ai sostenitori di PeaceLink

    ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica

    L’annullamento della sentenza di primo grado rappresenta un passo indietro, causato da questioni procedurali. Ma non equivale a un'assoluzione. La realtà dell’inquinamento dell’ILVA rimane comunque acquisita e il GIP di Potenza Ida Iura ha infatti emesso un nuovo decreto di sequestro degli impianti.
    29 ottobre 2024 - Associazione PeaceLink
  • Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink
    PeaceLink
    Ottobre 2024

    Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink

    Vogliamo porre al centro il tema del diritto alla felicità. È un tema che dovrebbe toccare ciascuno di noi, invitandoci a immaginare insieme una società futura che combatta la solitudine, che superi la rassegnazione individuale e che riaffermi il principio di speranza e felicità condivisa.
    29 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti
  • La buffa cerimonia del ministro Urso
    Ecologia
    La riattivazione dell'altoforno 1 dell'ILVA di Taranto

    La buffa cerimonia del ministro Urso

    Si potrebbe paragonare l'inaugurazione di oggi all'assurdità di una cerimonia in cui la FIAT mettesse in piedi un evento per presentare con orgoglio una Fiat 1100 malconcia di sessant'anni fa, invece di un'auto elettrica moderna e all'avanguardia.
    15 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti
  • Un futuro da costruire insieme a Taranto, la riconversione
    Taranto Sociale
    L'inquinamento dell'ILVA va oltre il cambiamento climatico

    Un futuro da costruire insieme a Taranto, la riconversione

    Al termine del corteo dei Friday For Future di Taranto, Roberto ha letto questo testo che esprime le sue preoccupazioni e le sue speranze e che si conclude così: "Uniti possiamo far sentire la nostra voce e costruire un futuro migliore per noi e per le generazioni a venire."
    11 ottobre 2024
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.21 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)