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Comunicato stampa

La valutazione di impatto sanitario sulle emissioni di CO2 dell'Ilva

Sono di particolare importanza i dati di questo studio: “Il “mortality cost” delle emissioni di C02 di uno stabilimento siderurgico del Sud Italia: una valutazione degli impatti sanitari derivanti dal cambiamento climatico”
18 luglio 2024
Redazione PeaceLink

Comunicato stampa

Oggetto: la valutazione di impatto sanitario sulle emissioni di CO2 dell'Ilva 



Un recente studio scientifico ha valutato l'impatto sanitario delle emissioni di CO2 dell'acciaieria Ilva di Taranto su tutto il pianeta. E’ stato pubblicato su "Epidemiologia & Prevenzione", anno 47 (4-5) luglio-ottobre 2023. 

Tale studio scientifico ha come titolo: “Il “mortality cost” delle emissioni di C02 di uno stabilimento siderurgico del Sud Italia: una valutazione degli impatti sanitari derivanti dal cambiamento climatico”. Gli autori sono Orazio Valerio Giannico, Simone Baldacci, Lucia Bisceglia, Sante Minerba, Michele Conversano, Antonia Mincuzzi. 

Questo studio contiene preoccupanti previsioni di possibili decessi connessi alla CO2 dello stabilimento siderurgico tarantino. E’ la prima Valutazione di Impatto Sanitario compiuta sulle emissioni di C02 dello stabilimento ILVA. 



La stima del “mortality cost” della CO2 dell’ILVA

Lo studio stima che le emissioni di CO2 dell'Ilva, partendo dai dati emissivi del 2020 e considerando solo le ondate di calore, potrebbero causare 1876 decessi nel mondo entro il 2100. Ogni anno di continuazione di immissione di CO2 in atmosfera aggiungerebbe nuove vittime, moltiplicando il numero di decessi stimati. Per esempio, se l'Ilva continuasse le sue emissioni del 2020 per altri 10 anni, i decessi stimati nel mondo aumenterebbero a 18.760. Più dei lavoratori dello stabilimento siderurgico.

Nello studio si legge: “Lo stabilimento siderurgico di Taranto (Puglia, Sud Italia) è uno dei più grandi del continente europeo ed è responsabile di una consistente quota di emissioni di gas serra, ponendosi fra i principali emettitori di CO2”. 



Dettagli dello studio

Lo studio si basa su un modello di *health impact assessment prospettico globale* delle emissioni marginali di CO2 equivalenti dichiarate dall'Ilva per il 2020. Questo modello, denominato *Mortality Cost of Carbon* ed elaborato da Bressler, quantifica l'eccesso di morti attribuibili all'aumento delle temperature causato dalle emissioni di CO2 di una determinata fonte. Siamo pertanto in presenza del primo studio che considera l'impatto su scala mondiale delle emissioni dello stabilimento ILVA, non limitandosi alla popolazione di Taranto.



Rilevanza legale

I dati allarmanti di questo studio inducono a ipotizzare un reato di pericolo transfrontaliero e transgenerazionale. Lo studio sottostima gli effetti climatici in termini di mortalità, considerando solo gli effetti termici e non altri impatti significativi (inondazioni, diffusione di malattie infettive, scarsità di cibo, guerre, vedere p. 278) . Lo studio si basa su un modello di calcolo che considera uno scenario non virtuoso (*scenario emissivo baseline*) in cui i governi non adottano misure per ridurre le emissioni; in tale scenario è previsto, come prosecuzione del trend attuale, un aumento della temperatura fino a 4.1 gradi entro il 2100. A tale scenario si affianca uno scenario virtuoso, che richiederebbe riduzioni immediate e significative delle emissioni per limitare l'aumento a 2.4 gradi. Tale secondo scenario virtuoso porta a stime di mortalità inferiori.



Implicazioni ambientali

È di particolare gravità il fatto che, per il rinnovo/riesame dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, per lo stabilimento Ilva sia stata richiesta dal gestore l’autorizzazione a triplicare la produzione di carbon coke e ad aumentare la produzione fino a 8 milioni di tonnellate/anno, contraddicendo gli impegni di decarbonizzazione e aumentando ulteriormente le emissioni di CO2. La cokeria dell'Ilva rappresenta infatti una delle principali fonti di emissioni dell'intero stabilimento siderurgico essendo l’impianto in cui il carbone viene distillato e sfornato con emissioni a cielo aperto ben visibili.

Conclusioni

Alla luce di quanto sopra illustrato, riteniamo importante che la Procura acquisisca questo studio e valuti l'ipotesi di reato di pericolo transfrontaliero e trangerazionale, adottando le iniziative di competenza affinché non si verifichi il “mortality cost" previsto nello studio scientifico.

Il prof. Alessandro Marescotti di PeaceLink, d’intesa con il prof. Michele Carducci, con un esposto consegnerà alla Procura della Repubblica di Taranto lo studio in questione assieme ad altra documentazione.

E’ la prima azione legale in Italia di lotta agli effetti sanitari dei cambiamenti ambientali associati a una grande fonte emissiva di C02.

Firmato

Prof. Alessandro Marescotti

Presidente di PeaceLink

Prof. Michele Carducci

Docente di Diritto Costituzionale

Coordinatore CEDEUAM Centro di Ricerca Euro Americano sulle Politiche Costituzionali dell’Università del Salento "Taranto non si arrende"




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