La riattivazione dell'altoforno 1 dell'ILVA di Taranto
La buffa cerimonia del ministro Urso
Si potrebbe paragonare l'inaugurazione di oggi all'assurdità di una cerimonia in cui la FIAT mettesse in piedi un evento per presentare con orgoglio una Fiat 1100 malconcia di sessant'anni fa, invece di un'auto elettrica moderna e all'avanguardia.
15 ottobre 2024
Oggi è attesa la cerimonia di riattivazione dell'altoforno 1 (AFO1) dello stabilimento ILVA di Taranto.
Che dire?
E' veramente "buffa" la cerimonia odierna che vedrà il ministro Urso riattivare questo altoforno fermo dal 2023.
Perché parlare di cerimonia "buffa"? La spiegazione è semplice: le cerimonie in genere celebrano qualcosa di nuovo, innovativo, motivo di orgoglio. Qui, invece, ci si trova di fronte a una sorta di paradosso: si riattiva un pezzo da museo, l'altoforno 1 della vecchia Italsider, che risale a ben sessant'anni fa.
È un impianto così vecchio e malconcio che, nonostante la riattivazione odierna, sarà presto fermato per nuove manutenzioni a causa dei problemi strutturali alla parte più delicata, il crogiolo. Quest'ultima è la parte in cui la ghisa fusa viene separata dalle scorie, e proprio lì risiedono i maggiori problemi tecnici.
Dunque, che senso ha inaugurare un impianto vecchio e già destinato a fermarsi nuovamente per riparazioni?
Si potrebbe paragonare l'inaugurazione di oggi all'assurdità di una cerimonia in cui la FIAT mettesse in piedi un evento per presentare con orgoglio una Fiat 1100 malconcia di sessant'anni fa, invece di un'auto elettrica moderna e all'avanguardia.
La realtà dei fatti è che l'inaugurazione di oggi non è altro che un tentativo di dare lustro a una situazione stagnante e priva di reale innovazione. E questo è ciò che rende l'intera cerimonia alquanto paradossale con la presenza del ministro Urso.
L'ILVA è attualmente tecnicamente fallita, con un debito di 4,7 miliardi di euro (lo ha comunicato il ministro Urso). E' in vendita al miglior offerente, ed è una incredibile realtà malata: produce, inquina e perde un mare di soldi. E chi paga?
Ciò che non è affatto buffo in questa situazione è il picco di benzene registrato a Taranto domenica mattina. È questo il vero problema: l'impatto ambientale e sanitario che le scelte industriali e politiche hanno lasciato dietro di sé, come una scia di morte. La cerimonia dimentica la salute e la vita dei cittadini di Taranto: sono una questione drammaticamente seria, e il prezzo che si continua a pagare è inaccettabile.
Parole chiave:
ilva
Articoli correlati
- L'ISS ha sollevato puntuali obiezioni sulla metodologia adottata per la VIS
E’ stato sottostimato l’impatto sanitario dell'ILVA
Acciaierie d'Italia aveva commissionato uno studio per valutare l'impatto sanitario in uno scenario di 6 e di 8 milioni di tonnellate di acciaio annue sostenendo che grazie all'adozione delle migliori tecnologie le emissioni "post operam" sarebbero rientrate sotto la soglia di rischio.28 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - Ha raccontato l'Ilva dal punto di vista delle vittime
Domenico Iannacone a Taranto: la vita che si fa racconto
Le storie non esistono se non vengono raccontate. Questo è il cuore del suo lavoro: portare alla luce le esistenze sommerse, le lotte quotidiane, i dolori nascosti ma condivisi. Ha la capacità di entrare in punta di piedi nelle vite degli altri e di restituirle con rispetto e profondità.27 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - L'unguento che lenisce le affezioni delle vie respiratorie con un tocco di polveri sottili e benzene
Il balsamo d’acciaio che tutela l’ambiente
I 400 milioni che erano destinati alla tutela ambientale e alla bonifica delle aree contaminate vengono dirottati per sostenere la produzione dell’ILVA. Il DDL 1359 evidenzia che "il rischio chiusura dello stabilimento sia quello più rilevante e significativo anche dal punto di vista ambientale".13 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - Trasferiti fondi dalle bonifiche ambientali alla produzione di acciaio ILVA
Grazie Meloni!
Da Vicks VapoRub a ILVA VapoRub, il nuovo unguento per uso inalatorio è pronto per tutti i bambini di Taranto. Il governo stanzia 400 milioni per questo trattamento balsamico nelle affezioni delle vie respiratorie. La motivazione è che chiudere l'ILVA provocherebbe un "rilevante rischio ambientale".12 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti
Sociale.network