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Non c'è più tempo per sperimentare fonti di energia utopistiche: l'umanità è in pericolo imminente

L'energia nucleare è l'unica soluzione ecologica

Il guru dell'ambientalismo creatore dell'ipotesi Gaia, la
Terra come organismo in grado di auto-regolarsi, si schiera a favore del nucleare
26 maggio 2004
James Lovelock


Sir David King, responsabile scientifico del governo, è stato lungimirante affermando che il riscaldamento del pianeta rappresenta una minaccia più seria del terrorismo. Tra l'altro le sue affermazioni sono state sottostimate, visto che da quando ne ha parlato, le ulteriori modificazioni del clima hanno evidenziato la gravità del problema, che potrebbe rivelarsi il pericolo più grande che l'umanità abbia dovuto affrontare finora.

La gran parte di noi si rende conto che è in atto una situazione di riscaldamento: gli inverni sono più caldi e la primavera inizia sempre più presto. Ma nell'Artico il riscaldamento è più del doppio rispetto all'Europa e in estate torrenti di acqua provenienti dallo scioglimento dei
ghiacciai chilometrici della Groenlandia si riversano in mare. Lo scioglimento completo dei ghiacciai della Groenlandia avverrà in un lungo periodo di tempo, ma avrà come conseguenza l'innalzamento di sette metri del livello del mare, abbastanza da rendere inabitabili tutte le città
costiere del mondo, come Londra, Venezia, Calcutta, New York e Tokyo. Già due soli metri di innalzamento bastano per sommergere gran parte dei territori del sud della Florida.

Il ghiaccio galleggiante nell'Oceano Artico è ancora più vulnerabile al riscaldamento: in 30 anni l'area americana, ora ghiacciata bianca e riflettente, potrebbe trasformarsi in marea scura in grado di assorbire il calore del sole estivo e accelerare ulteriormente la fine dei ghiacciai
della Groenlandia. Il Polo Nord, meta di esploratori, diventerebbe quindi niente più che un puntino nella superficie dell'oceano.

Ma non solo l'Artico sta cambiando: i climatologi avvertono che un aumento delle temperature di quattro gradi è in grado di causare l'eliminazione delle vaste foreste amazzoniche, causando una catastrofe per le popolazioni residenti, le biodiversità, e per il mondo intero, privato di uno dei
grandi sistemi naturali di condizionamento dell'aria.

Nel 2001 gli scienziati membri della Commissione Intergovernativa sul Cambiamento del Clima hanno evidenziato che la temperatura potrebbe aumentare da due a sei gradi Celsius entro il 2100. Questa terribile previsione è stata ben percepita la scorsa estate, che è stata estremamente calda; secondo i metereologi svizzeri, la calura diffusa in tutta Europa
che ha causato più di 20.000 morti è stata completamente diversa da ogni precedente ondata di caldo. La probabilità che si verificasse un tale scostamento dalla normalità era di 300.000 a uno. E' stato un avvertimento per prepararsi al peggio.

Ciò che rende il riscaldamento globale così serio e incalzante è che il grande sistema del pianeta terra, Gaia, è intrappolato in un circolo vizioso di reazioni positive. Il riscaldamento aggiuntivo proveniente da qualsiasi sorgente, i gas dell'effetto serra, lo scioglimento dell'Artico o la foresta amazzonica, viene amplificato, portando ad effetti additivi. E' quasi come se avessimo acceso un fuoco per tenerci caldi e non ci fossimo accorti che, mentre stiamo accatastando la legna, il fuoco è fuori controllo e sta bruciando tutta la mobilia. In situazioni come questa c'è
poco tempo per spegnere il fuoco prima che distrugga tutta la casa. Il riscaldamento globale, come il fuoco, sta accelerando e non c'è quasi più tempo per agire.

Cosa dovremmo fare allora? Possiamo continuare a goderci un ventunesimo secolo sempre più caldo, con qualche intervento cosmetico tipo il Trattato di Kyoto, per nascondere il disagio politico sul riscaldamento globale, e questo è ciò che temo succederà in gran parte del mondo. Quando nel diciottesimo secolo vivevano solo un miliardo di persone sulla terra, il loro impatto era sufficientemente piccolo da non doversi preoccupare per il tipo di fonte energetica da utilizzare.

Ma con sei miliardi, in crescita, rimangono poche opzioni: non possiamo continuare a ricavare energia dai combustibili fossili e non ci sono grandi possibilità che le fonti rinnovabili cioè il vento, le maree e i sistemi idrici siano in grado di fornire l'energia necessaria nei tempi richiesti. Se avessimo 50 anni o più potremmo renderle le nostre fonti energetiche primarie. Ma non abbiamo 50 anni a disposizione: la Terra è già così malridotta dai veleni insidiosi dei gas serra che anche se smettessimo immediatamente di bruciare combustibili fossili, le conseguenze di tutto
ciò che abbiamo fatto si farebbero sentire per 1000 anni. Ogni anno in cui continuiamo a bruciare carbone rende l'avvenire peggiore per i nostri figli e per la civiltà intera.

Peggio ancora, se bruciamo le colture per farne carburante, non facciamo altro che accelerare il nostro declino. L'agricoltura già utilizza una parte troppo grande dei terreni di cui necessita la Terra per regolare il proprio clima e la propria chimica. Un'automobile consuma da 10 a 30 volte il carbone consumato dal suo autista; immaginatevi quanta terra coltivabile sarebbe necessaria in più per supplire all'appetito delle automobili.

Utilizziamo consciamente in ogni modo la poca energia che può provenire da fonti rinnovabili, ma solo una fonte di energia non causa riscaldamento globale ed è immediatamente disponibile: l'energia nucleare. E' vero che bruciare il gas naturale invece del carbone o del petrolio rilascia solo la metà dell'anidride carbonica, ma il gas non combusto è un'agente dell'effetto serra 25 volte più potente dell'anidride carbonica. Anche una sola piccola perdita è in grado di neutralizzare i vantaggi del gas.

Le prospettive sono tristi, e pur agendo con interventi migliorativi ci aspettano tempi duri, come in guerra, e peggio sarà per le generazioni a venire. Noi siamo duri e ci vorrà ben più di una catastrofe climatica per eliminare le generazioni umane: ciò che è a rischio è la civiltà. Come
animali individuali non siamo granchè speciali, e in un certo senso siamo quasi una malattia planetaria, ma attraverso la civiltà siamo in grado di redimerci e diventare un patrimonio prezioso per la Terra; non a caso perchè attraverso i nostri occhi la Terra ha potuto vedere se stessa in
tutta la propria gloria.

C'è una possibilità di potere essere salvati da un evento inaspettato come una serie di eruzioni vulcaniche abbastanza imponenti da bloccare la luce del sole e quindi raffreddare la Terra. Ma solo i perdenti potrebbero scommettere le proprie vite su una probabilità così minima. Quali possano essere i dubbi sul clima futuro, di certo i gas serra e le temperature stanno aumentando.

Abbiamo vissuto nell'ignoranza per molte ragioni: tra queste una importante è stata il rifiuto dell'accettazione dei cambiamenti climatici negli Stati Uniti, dove i governi non hanno dato ai propri scienziati del clima il supporto necessario. Le lobby verdi, che avrebbero dovuto dare priorità al riscaldamento globale, sembrano più interessate alle minacce dirette alle persone, piuttosto che a quelle dirette alla Terra, non accorgendosi che noi tutti ne facciamo parte e siamo totalmente dipendenti dalla sua salute. Ci vuole un disastro ben peggiore dei morti in Europa della scorsa estate per farci reagire.

L'opposizione all'energia nucleare si basa sulla paura irrazionale, alimentata dalla fiction hollywoodiana, dalle lobby verdi e dai mezzi di comunicazione. Tali paure sono ingiustificate, poichè l'energia nucleare, a partire dal suo esordio nel 1952, ha dimostrato di essere la più sicura
tra tutte le fonti di energia. Dobbiamo smetterla di agitarci per le statistiche dell'ultimo minuto sui rischi di cancro causato da agenti chimici o radiazioni. Circa un terzo di noi morirà comunque di cancro, principalmente perchè respiriamo aria carica di tutto quell'agente cancerogeno che è l'ossigeno. Se non riusciamo a concentrarci sul pericolo reale, che è il riscaldamento totale, potremmo morire ancora prima per il caldo eccessivo, come è successo a 20.000 sfortunati europei la scorsa estate.

Trovo triste e ironico che la Gran Bretagna, nazione leader nel mondo per la qualità dei propri scienziati del clima e della terra, respinga i loro avvertimenti e consigli, e preferisca ascoltare i Verdi. Ma io sono un Verde e imploro i miei amici del movimento di lasciar perdere le loro obiezioni ostinate all'energia nucleare.

Anche se avessero ragione circa i pericoli del nucleare, e non lo sono, il suo utilizzo a livello mondiale come fonte di energia primaria risulterebbe una minaccia insignificante in confronto ai pericoli delle intollerabili e letali ondate di caldo, e al livello del mare in crescita, in grado di
inondare tutte le città costiere del mondo. Non c'è più tempo per sperimentare fonti di energia utopistiche: l'umanità è in pericolo imminente e deve utilizzare il nucleare - l'unica fonte di energia sicura e disponibile - ora, oppure soffrire le pene che presto ci verranno inflitte dal nostro pianeta oltraggiato.

Note: Traduzione per Peacelink a cura di Simona Riva

articolo originale
James Lovelock: Nuclear power is the only green solution
We have no time to experiment with visionary energy sources; civilisation
is in imminent danger
http://argument.independent.co.uk/commentators/story.jsp?story=524230
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