Galapagos, il cetriolo e la tartaruga
18.06.04
Una vera sommossa si è svolta nei primi mesi di giugno alle isole Galapagos: la stazione scientifica Darwin è stata circondata, le crociere ecologiche dei turisti sono state bloccate; per strada c'erano copertoni bruciati mentre i ricercatori venivano bloccati nelle case o negli alberghi. La partenza della nave scientifica Farley Mowat è stata impedita e l'equipaggio minacciato di arresto dalla polizia locale. L'agitazione è stata opera di un folto gruppo di pescatori, i quali protestavano per le quote troppo limitate loro concesse di pesca dei cetrioli di mare (sea-cucumber). Di questi animali che vivono tra gli scogli e che sono simili alle stelle marine e ai ricci, attualmente è permessa la raccolta per un periodo di 60 giorni, fino a un tetto di 4 milioni. Nei mercati asiatici sono considerati una prelibatezza. La nave bloccata è quella di una organizzazione ambientale che ha un contratto con il governo dell'Ecuador per controllare la pesca clandestina di questo animale prelibato e delle altre specie protette. In un messaggio e-mail, il capitano della nave, Paul Watson, scriveva: «Gli uffici del parco nazionale nell'isola di Santa Cruz (la principiare dell'arcipelago; ndr), di Isabela, San Cristobal e Espanola sono stati occupati dai manifestanti che hanno cacciato i dipendenti e minacciano di danneggiare i centri di recupero delle tartarughe, che sono il simbolo della conservazione delle isole».
La piccola insurrezione è stata sedata solo dopo alcuni giorni, quando il ministro del turismo ha accettato di incontrare i pescatori, ma la tensione rimane e non è nuova. Nel 2000 la protesta dei pescatori (alcuni autorizzati, molti abusivi) si era rivolta contro i limiti di pesca delle aragoste. Anche in quella occasione era stati messi sotto assedio gli uffici della stazione di ricerca Charles Darwin. Nel 2002 c'era stato il primo episodio di protesta per i cetrioli di mare. I pescatori sulle isole sono circa 1200, mentre nell'intero arcipelago vivono 25 mila cittadini dell'Ecuador, quasi tutti dediti alle attività turistiche. Non per caso alla manifestazione dei pescatori se ne è contrapposta un'altra degli abitanti che invece operano nelle attività recettive e di servizio al turismo. Il quale turismo ha senso in questi scogli sperduti nell'oceano Pacifico proprio perché si tratta delle natura più protetta che esista: le isole Galapagos, rese famose da Charles Darwin che ne trasse preziose indicazioni sull'evoluzione delle specie animali per effetto della separazione e dell'isolamento, non hanno particolari risorse naturali, né hanno una posizione strategica dal punto di vista militare o dei traffici. Per questo finirono quasi casualmente sotto la giurisdizione dell'Ecuador per il quale ormai rappresentano una significativa fonte di moneta straniera, grazie appunto al turismo ecologico.
La visita dell'arcipelago può essere fatta solo con i battelli locali autorizzati (non si possono fare crociere individuali con la propria barca) e lo sbarco può avvenire solo su alcune isole, a gruppi limitati di persone e sempre accompagnati da guide naturalistiche locali, solo sui sentieri previsti. Nella stazione scientifica da anni è in corso un progetto scientifico riguardante le famose tartarughe che erano arrivate sull'orlo dell'estinzione, sia per effetto della pesca che per via degli animali estranei che a suo tempo erano stati introdotti nelle isole e che si cibano delle uova. Alla stazione vengono portate le uova, fatte dischiudere e le piccole tartarughe fatte crescere separate per ogni popolazione delle diverse isole: si contavano originariamente 15 popolazioni, che la selezione aveva reso parzialmente diverse, pur appartenendo tutte alla specie Geochelone nigra. L'obbiettivo è di far crescere i piccoli e con essi ripopolare le isole originarie. L'esemplare più famoso, una vera star del mondo animale, è Lonesome George, (Giorgio Triste) la cui età non è nota, ma che sicuramente ha più di cento anni. Viene chiamato «triste» perché non ha una compagna con cui tramandare i propri geni e anche questa è una storia scientifica affascinante che varrà la pena di raccontare.
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