Buoni e cattivi sulla lavagna del clima
22.06.04
Ron Oxburgh ha 69 anni, è un Lord, ed è anche presidente della Shell Transport and Trading Co., la quale controlla il 40% del Gruppo Royal/Dutch Shell. Uno dei giganti petroliferi mondiali. Ma è anche uno scienziato, un geologo per la precisione. Tutti dati importanti per valutare quello che pensa, e che dice. E quello che dice fa venire i brividi. «Non ho molte speranze per il mondo», ha detto al Guardian di Londra. Perché? Perché non ci sono prospettive realistiche di ridurre le emissioni di biossido di carbonio nell'atmosfera. «Nessuno può sentirsi tranquillo» di fronte all'enorme quantità di anidride carbonica che stiamo pompando nell'atmosfera. «Le conseguenze - continua Lord Oxburgh - non sono prevedibili, ma probabilmente tutt'altro che buone». Stiamo producendo un mutamento del clima.
Kyoto è lontana e comunque insufficiente. Stiamo andando verso il disastro. Al momento c'è una sola soluzione: catturare il biossido malefico e immagazzinarlo da qualche parte, prima che si disperda nell'atmosfera. Ma costa un occhio della testa e non è affatto semplice da fare. Il fatto che a dire tutto ciò sia il capo di uno dei maggiori produttori (indirettamente) di biossido di carbonio dovrebbe inquietare ulteriormente. Se lo dice lui...
Ma non tutti la pensano allo stesso modo. Per esempio il presidente della Exxon Mobil, Lee Raymond, dice che i combustibili fossili non sono responsabili dell'effetto serra, o, come minimo, che questa relazione deve ancora essere dimostrata. Vecchia tesi, che ha permesso agli Stati Uniti, fino ad ora, di ignorare i trattati internazionali che cercavano di mettere un limite alle emissioni di anidride carbonica.
E' un piccolo esempio di come la sensibilità europea in materia differisca radicalmente da quella americana. Shell e Exxon sono agli antipodi. Non è dunque vero che tutte le multinazionali sono uguali: ce ne sono anche di quelle che hanno un cuore. E i cui dirigenti si ricordano di avere dei figli, o dei nipoti. Nel frattempo gli affari della Exxon vanno a gonfie vele, mentre quelli della Royal/Dutch Shell vanno male. Forse perché la seconda ha fatto grossi investimenti nel settore delle energie alternative, incluse la solare e la eolica, mentre la Exxon - esattamente come l'Amministrazione di Washington - non se ne interessa.
Resta da chiedersi chi si fa carico di questo problema, visto che la probabilità di trovarci tutti a bordo di una locomotiva che sta andando a schiantarsi contro un muro di cemento armato sta diventando molto alta. Con l'aggiunta che tra i macchinisti vi sono dei pazzi decisi a suicidarsi. Terroristi a lunga scadenza. Ma Al Quaeda non c'entra.
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