"Storia dell'ambiente. Una introduzione"
L'integrazione tra approcci storici e approcci ecologici rappresenta l'interessante impresa culturale proposta da questo libro per comprendere meglio il mondo in cui oggi viviamo. Vengono analizzati numerosi testi che si occupano del problema da vari punti di vista: in conclusione, il nostro spazio e il nostro tempo non appaiono neutrali ma risultano profondamente segnati dalle vicende umane e naturali che si sono svolte sulla terra. Tuttavia, notano gli autori, per capire qualcosa non basta servirsi separatamente delle tante discipline che fanno capo alla biologia o alla storia; bisogna piuttosto tentare di correlare i risultati di indagini diverse, per non correre il rischio di interpretazioni unilaterali o di spiegazioni deterministiche che banalizzano l'essenza problematica della relazione tra natura e società. La sfida per gli storici è dunque quella di rileggere le grandi questioni economiche o ambientali (la depressione degli anni Trenta, lo sfruttamento delle risorse naturali nell'agricoltura intensiva…) con nuove chiavi interpretative, nuove domande e anche con nuove fonti, raccogliendo dati dalla climatologia, dall'agronomia, dagli articoli di giornale, dalle statistiche economiche e sociali (D. Worster).
La storia ambientale, figlia dell'evoluzionismo ottocentesco, si discosta a fatica dai suoi schemi costitutivi: anche in questo campo è necessario interpretare il complesso rapporto essere umano-natura imparando a distinguere i fenomeni naturali che sono diretta conseguenza delle azioni umane da quelli inscritti nell'ordine naturale. Ma subito si pongono domande cruciali: che cosa è naturale e che cosa non lo è? Come le componenti antropiche interagiscono con quelle dei diversi habitat in una relazione a lungo termine? Nelle storie dell'ambiente che analizzano lunghi periodi si vede che l'evoluzione del rapporto essere umano-ambiente va a toccare, sia pure con diverso impatto, tutte le aree geografiche (G. Simmons).
Al capitolo dedicato al contributo degli storici gli autori fanno seguire quello dedicato alla riflessione sul concetto di natura, analizzando l'evoluzione dei suoi differenti significati attraverso epoche e culture diverse. Dalla critica ecologica al capitalismo fino all'economia ecologica elaborata dalla scienziata indiana Vandana Shiva, si vede come questo filone di studi non si sia limitato agli aspetti puramente biologici ma abbia ampiamente coinvolto anche le scienze sociali.
Tra i contributi dell'economia vengono citati i testi di Crosby, di Diamond, di Pointing… che tentano ciascuno di ricostruire l'effetto degli interventi di particolari gruppi umani sugli ecosistemi, su altri gruppi umani e, soprattutto, sulla vita dei loro discendenti che hanno ereditato e erediteranno una terra "manomessa" proprio da questi interventi. In particolare, la storia ambientale si è interrogata sul ruolo specifico avuto dalla cultura europea: quali fattori ecologici hanno determinato il suo così intenso sviluppo? Quali sono le particolarità dell'identità storica europea rispetto al resto del mondo?
Si cercano le cause del successo della rivoluzione industriale nel passaggio dalla energia solare alla disponibilità di fonti energetiche fossili, ricordando che una volta usate queste sono perse per sempre e avviano i processi di inquinamento. Così la occidentalizzazione del mondo attiva la relazione "viziosa" tra progresso tecnico e progresso economico: si rendono disponibili più risorse a prezzo più basso, ma questo incentiva i consumi e la conseguente crescita della popolazione, che a sua volta provoca una maggior richiesta di beni e incrementa nuove produzioni con la richiesta di ulteriori risorse.
Proprio alle risorse, alla loro distribuzione e al loro uso ecologico sono dedicati gli due ultimi capitoli del libro. Nelle opere di diversi autori viene messo in evidenza lo sviluppo del concetto di "giustizia ambientale", che riguarda i modi in cui le risorse vengono utilizzate, l'eventuale protezione per i principali destinatari dei rischi, il carico dei prezzi da pagare per lo sviluppo dei paesi non ancora industrializzati. Come però notano gli autori, in questo campo ancora in evoluzione è facile cadere nel buonismo e nella retorica di un conservazionismo di comodo.
La varietà delle problematiche affrontate, i contributi, i punti di vista e le contaminazioni culturali tra esperti di diverse discipline, la mancanza di conclusioni definitive avvalorano la tesi di questo libro. L'indeterminatezza della storia ambientale non costituisce un limite ma è piuttosto una caratteristica fondante di questo approccio. Tuttavia non è possibile capire davvero una qualsiasi storia di un qualsiasi pezzo di mondo senza considerarne anche l'ecologia, cioè le complesse relazioni materiali energetiche e simboliche che hanno legato e legano gli uomini alle caratteristiche strutturali ed alle trasformazioni del loro ambiente.
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