«La civiltà è un ravvicinamento alla Natura»
11.07.04
Leopardi aveva ragione. La Natura (che lui scriveva con l’iniziale maiuscola) segue i suoi scopi e non i nostri. Noi siamo circondati dall’energia: del sole, del vento, delle maree, e però ci comportiamo come quel tale che, per riscaldarsi e per fare luce, ogni giorno bruciava un pezzo della sua casa finché la casa gli crollò addosso. Bruciamo petrolio, carbone, uranio. Sbarriamo il corso dei fiumi e modifichiamo il clima del pianeta. Riempiamo l’atmosfera di sostanze nocive e pensiamo che la rovina dell’ambiente sia il giusto prezzo che bisogna pagare per «le magnifiche sorti e progressive» del genere umano. Pensiamo di raggiungere la felicità attraverso il benessere. Non vogliamo saperne di adattarci alla Natura: ma, con la determinazione e la tenacia di chi persegue la propria rovina, vogliamo che sia lei ad adattarsi alle nostre necessità, e anche ai nostri capricci. Sperperiamo in un giorno ciò che il pianeta Terra ha accumulato in millenni; e chiamiamo «civiltà» il suo esatto contrario. (Zibaldone, 3802: «La civiltà è un ravvicinamento alla Natura»).
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