«Se continueremo a mangiare carne moriremo di sete»
L’allarme era già stato lanciato qualche anno fa da Jeremy Rifkin, con il suo libro “Ecocidio”. Una drammatica e implacabile denuncia a tutto tondo sui guasti di ogni sorta che un'alimentazione a base di carne provoca. In questi giorni è la volta invece del Simposio sulle risorse idriche, che si è svolto a Stoccolma la seconda settimana d’agosto, una manifestazione che rientra tra le attività organizzate per la Settimana mondiale dell'acqua, ribadire drammaticamente di nuovo come una dieta globale carnivora sia insostenibile visto che per“ far crescere un manzo o un agnello servono molti più litri del prezioso liquido di quanti ne siano necessari per coltivare un chilogrammo di cereali”.
“Con una popolazione in costante crescita - scrive infatti “Il Mattino” di Napoli che riporta la notizia -, riuscire a sfamare tutti con la carne richiede una quantità di acqua che il nostro pianeta non è in grado di fornire”. Basti pensare che solo “un chilogrammo di carne di manzo richiede circa 15 metri cubi di acqua, mentre un chilogrammo di carne di agnello ne richiede 10. Per avere invece un chilogrammo di cereali basta una quantità di "oro blu" variabile tra il mezzo metro cubo e i tre. L’allevamento richiede infatti che, prima, si siano irrigati i campi che producono i cereali necessari all’alimentazione dell’animale. Che poi beve di suo, aumentando a dismisura la quantità d’acqua necessaria per arrivare alla bistecca. "L’agricoltura e l’allevamento - spiega Anders Bertell, direttore esecutivo dell’Istituto internazionale dell’acqua di Stoccolma che dal 1991 organizza la settimana di studio - richiedono circa il 70 per cento dell’acqua usata al mondo. Dobbiamo trovare il modo di ridurre questa percentuale".
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