Il termovalorizzatore e il "laboratorio campano"
5.09.04
Cara "Liberazione", se dobbiamo indicare un responsabile per quanto riguarda l'attuale disastrosa situazione dei rifiuti in Campania, allora non ci sono dubbi che il nome da fare sia in primis quello del governatore Antonio Bassolino. Non ha fatto altro, durante gli anni di commissariato, che puntare tutto e subito sulla costruzione dei termovalorizzatori come soluzione finale, ereditando in parte quello che era il piano rifiuti del precedente commissario Rastrelli. Ma il vero cuore della vicenda nasconde tutt'altro che la volontà di giungere ad una risoluzione sostenibile del problema rifiuti, in realtà c'è tutta una storia che parla di profitti e speculazioni sul territorio legate a doppia mandata ai soliti nomi del capitalismo e della finanza italiani: la Fibe Spa (la società che ha in appalto la costruzione e la gestione degli inceneritori) è controllata al 95% dalla Impregilo Spa il cui amministratore delegato nonché vice presidente risulta essere Pier Giorgio Romiti figlio di Cesare. Purtroppo capita che le vere motivazioni che si annidano dietro ai mega-progetti e i conseguenti mega-profitti passino in secondo piano rispetto all'idea dominante che vuol far passare come sviluppo e motivo di crescita quella che in fin dei conti è pura devastazione del territorio e delle comunità che ne vivono. Le ricette dettate dal governatore Bassolino per lo sviluppo della Campania comprendono svendita dell'acqua alle multinazionali, costruzione di termovalorizzatori, costruzione della Tav, il tutto condito dalla ciliegina sulla torta rappresentata dal project financing (finanza di progetto) definito come «una cultura di governo per lo sviluppo economico e sociale del territorio», in realtà un progetto mosso dall'idea base che la gestione privata ed imprenditoriale dei bisogni della collettività sia alla lunga più efficace e vantaggiosa della gestione pubblica. Da qui ad affermare che in questo "laboratorio campano" non tutto fili per il verso giusto il passo è davvero breve. Ancora una volta dunque si cerca di sovrastare la volontà di un'intera comunità per garantire i grandi gruppi finanziari legati al business dei rifiuti, lasciando a chi si preoccupa del proprio futuro solamente i manganelli dei gendarmi di stato, i candelotti di gas lacrimogeno CS (usato dai repressori in azione ad Acerra) e l'immancabile e umiliante appellativo di "violenti e facinorosi".
Antonio Robustelli, via e-mail
UNA SOLUZIONE NON INQUINANTE
Caro direttore, i termovalorizzatori sono la più moderna e meno inquinante soluzione per il trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani. Grazie alle più moderne ed avanzate tecnologie i gas ed i fumi di scarico sono altamente depurati e poco inquinanti. (Si pensi a quanto inquinano i gas di scarico delle automobili ed i fumi e gas dei riscaldamenti). I termovalorizzatori, producono, inoltre, grandi quantità di energia elettrica e calore per riscaldamento a favore delle popolazioni limitrofe. Al contrario, le famigerate discariche inquinano gravemente il terreno per lunghissimi periodi e danneggiano irreversibilmente le falde acquifere. Prova di quanto detto (verificare per credere) è l'uso sempre più intensivo dei termovalorizzatori nei paesi europei e nell'Italia centro settentrionale. Per questi motivi sono rimasto alquanto perplesso alla notizia della partecipazione d'esponenti di Rifondazione alle manifestazioni di Acerra fomentate da ignoranza e probabilmente, da interessi camorristici.
Francesco Conti Borbone, Roma
MOVIMENTO O BASSOLINO?
Caro direttore, come si fa a stare all'interno di un movimento e della volontà popolare, che sono contro la costruzione del termovalorizzatore e nello stesso tempo sostenere una giunta Regionale dove il suo presidente Antonio Bassolino è a favore della suddetta costruzione e contro il movimento?
Gennaro Belardini, via e-mail
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