Ogm, commissione impossibile
7.09.04
La contaminazione genetica dell'agricoltura italiana per colpa di chi? Romano Prodi, presidente della Commissione europea e leader della coalizione ulivista, non deve essere troppo contento di veder legato il suo nome al provvedimento che porterà inevitabilmente alla contaminazione delle sementi convenzionali e biologiche. Non fosse altro per il fatto che, dopo aver guidato una Commissione sempre ben disposta verso i giganti del biotech, il leader del centrosinistra prima o poi sarà costretto a fare i conti con la maggioranza dei cittadini italiani, che non vuole nemmeno sentir parlare di organismi geneticamente modificati. Invece, l'ultimo prezioso regalo alle multinazionali potrebbe essere confezionato proprio domani dalla sua Commissione con le valigie in mano (la nuova si insedierà tra due mesi): a Bruxelles verrà messa all'ordine del giorno l'adozione di soglie di tolleranza per le sementi di mais e colza stabilite allo 0,3%, senza nemmeno l'obbligo di doverlo segnalare in etichetta. E' la vera battaglia per l'entrata di fatto degli ogm nel continente europeo. Il primo a preoccuparsene è il ministro nero/verde dell'Agricoltura, Gianni Alemanno. "Non ci sono motivi che debbano indurre la Commissione europea - dichiara - ad accettare una soglia di contaminazione nelle sementi, per questo mi appello al presidente Prodi e ai commissari competenti affinché non venga violato il diritto di scelta dei produttori e dei consumatori". Eppure Prodi sa bene che difficilmente la sua Commissione domani si lascerà scappare l'ultima occasione utile, anche perché nelle fila della Commissione entrante siederà un commissario dell'agricoltuta danese, Mariann Fischer Boel, piuttosto rigido in materia di ogm. Dunque, gira voce a Bruxelles, Prodi cercherà almeno di salvare il salvabile proponendo di abbassare la soglia allo 0,1%. Una soglia che però scientificamente equivale alla cosiddetta "tolleranza zero" e che dunque ha poche possibilità di essere presa in considerazione dai suoi colleghi europei. A questo punto gli resterebbe in mano un'unica carta per salvare almeno la faccia, aprire un contenzioso vero spaccando per la prima volta una Commissione da sempre favorevole agli ogm.
L'introduzione della soglia allo 0,3% sarebbe una sciagura per l'agricoltura italiana, che a quel punto potrebbe essere contenuta solo con l'approvazione di un quadro normativo nazionale sulla coesistenza tra colture ogm e ogm free (Alemanno ci lavora da mesi e a ottobre potrebbe finalmente dimostrare che le sue non sono soltanto buone intenzioni). Le dichiarazioni del mondo ambientalista sono a dir poco allarmate. "Un'ipotesi raggelante - spiega Francesco Ferrante di Legambiente - se consideriamo la superficie italiana a mais e la densità colturale a fronte di quello 0,3% si avrebbero 300 milioni di piante transgeniche in una sola annata agraria". Ivan Verga, vicepresidente di Verdi Ambiente e Società, preannuncia un "autunno caldo degli ogm" e si appella a Prodi: "Sappiamo che ha ben compreso i livelli di rivolta che, a partire dal mondo agricolo, ambientalista e dei consumatori, accompagnerebbero l'annunciato provvedimento: quello che ancora non sappiamo è se avrà la lungimiranza di imporre il proprio veto". Federica Ferrario, di Greenpeace, chiede al presidente della Commissione uscente di fare "un doveroso passo indietro". Sulla stessa linea anche la senatrice dei Verdi, Loredana de Petris. "Una Commissione al termine del suo mandato - spiega - non può adottare decisioni di tale importanza in contrasto con l'orientamento espresso dal Parlamento europeo e con le aspettative della stragrande maggioranza dei produttori e consumatori europei".
Sociale.network