Le realtà dei rifiuti
7.09.04
Il nostro paese non uscirà dall'emergenza rifiuti fino a quando non ci sarà la consapevolezza collettiva di quattro semplici realtà:
1. i rifiuti non si possono distruggere. La legge della conservazione della massa (nulla si crea, nulla si distrugge) è ineludibile.
2. Il rifiuto che si gestisce meglio è quello che non si produce. Questo obiettivo si raggiunge - oltre che adottando una lungimirante politica di diminuzione dei consumi e non, come avviene attualmente, di incoraggiamento dissennato - realizzando beni di consumo di lunga durata e reintroducendo il vuoto a rendere.
3. La termovalorizzazione è un imbroglio. L'energia che si recupera bruciando giornali, imballaggi, contenitori di plastica è nettamente inferiore a quella necessaria per produrre gli stessi oggetti a partire dalle materie prime.
4. Il riciclaggio dei materiali post consumo, raccolti in modo differenziato, richiede una quantità di energia nettamene inferiore a quella necessaria per la produzione ex-novo di questi stessi materiali. Scelte governative, basate su queste «realtà»,. hanno permesso agli Stati uniti di raggiungere, negli ultimi dieci anni (1990-2000), questi risultati: a. la produzione pro-capite di rifiuti è rimasta stabile (2 kg al giorno); b. le politiche di riduzione alla fonte, nel 2000, hanno fatto «risparmiare» 55 milioni di tonnellate di rifiuti; c. il riciclaggio è passato dal 16,2 per cento al 30,1 per cento; d. sette stati hanno raggiunto tassi di riciclaggio superiori al 40 per cento; e. il numero di discariche è passato da 6.326 a 1.967; f. nel 2000, solo il 14,5 per cento dei rifiuti era «termovalorizzato» (fonte Epa: www.epa.gov/osw).
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