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L’armonia con la natura passa da questa sfida, accettata dalla maggioranza dei governi per una linea d’azione unitaria

Salvare la biodiversità: una priorità

Le Alpi e il Bacino Mediterraneo tra le «ecoregioni» più ricche
16 settembre 2004
Marco Cerpelloni

L'armonia con la natura passa da una sfida: salvare la biodiversità. Una priorità a livello planetario che la maggioranza dei governi si è formalmente impegnata a perseguire nel giugno del 1992 in occasione del Vertice della Terra di Rio de Janeiro e che diventa una fondamentale linea d'azione unitaria per non perdere ambienti di straordinaria bellezza che ospitano specie animali e vegetali uniche. Sinora sono state identificate da un team internazionale di esperti per il World Wildlife Fund 238 aree definite "ecoregioni" più ricche di biodiversità. Si tratta di zone particolarmente ricche da un punto di vista naturalistico che si ritengono fondamentali per la continuazione della vita sulla Terra. Tra queste importanti ecoregioni due sono presenti sul territorio nazionale: le Alpi e il Bacino Mediterraneo.
Si impone pertanto un forte richiamo alla conservazione della natura che spinge ad una più vasta strategia inserita in un contesto globale che va oltre i confini nazionali. Eppure il concetto di biodiversità e la stessa parola sono relativamente nuovi e definiscono le varietà delle forme viventi presenti sulla Terra. La perdita della biodiversità richiama diversi fenomeni sia di tipo indiretto come la riduzione degli habitat naturali sia di tipo diretto come l'intossicazione da sostanze chimiche e porta ad un progressivo impoverimento del patrimonio genetico che a lungo termine apporta instabilità negli stessi ecosistemi.

Parlare di biodiversità significa anche rendersi conto di quanto non se ne conosca neppure l'ordine di grandezza: si calcola che quasi il 90 percento delle specie che abitano il pianeta sia ancora sconosciuto e tra le note solo poche sarebbero affidate alla "cura" dell'uomo.
Basti pensare che per quanto si attiene alle specie vegetali delle oltre 250mila conosciute solo poco più di 150 sono state "domesticate", mentre delle 750mila ritenute commestibili se ne utilizzano appena 7mila. Tra queste ultime ad avere un valore commerciale sarebbero solo 150, mentre l'approvvigionamento alimentare proverrebbe da poco più di 100. Ancora, solo 30 specie costituiscono le colture più frequenti e solamente il riso, il mais e il frumento soddisfano attualmente circa il 60 percento del fabbisogno mondiale in termini proteici e calorici della popolazione.

Una realtà che da sola rivela quanto sia oggi ridotta la diversità genetica della stessa agricoltura mondiale e pertanto evidenzia la fragilità di un sistema agroalimentare globale. Un fenomeno che comporta anche una sorta di appiattimento culturale in quanto ne deriva la perdita di tradizioni popolari connesse ad usi e costumi associati a piante orami sempre meno coltivate. Pertanto la salvaguardia di aree definite "ricche di biodiversità" diviene fondamentale per la stessa esistenza della vita dell'uomo sulla Terra.
In particolare le due aree Global200 presenti sul territorio nazionale impegnano in linee d'azione che se pur tagliate sulla specificità dell'eco-regione possiedono un respiro di portata internazionale. Le Alpi pur essendo la catena montuosa più sfruttata al mondo e con circa 120milioni di turisti che ogni anno le visitano, rappresentano anche il più ampio patrimonio di biodiversità montana in Europa con 30mila specie animali e 13mila specie vegetali nei suoi habitat.

Il bacino del Mediterraneo si presenta come una delle aree con più biodiversità del pianeta anche se sulle sue coste si addensano 250milioni di abitanti cui nel periodo estivo si aggiungono 150milioni di turisti e ogni anno nelle sue acque finiscono 650mila tonnellate di petrolio. Non solo mare. L'ecoregione Mediterraneo non si ferma alle sue acquee intese come mare, ma è anche l'intera Penisola a sud della Pianura padana cui sono incluse le foreste appenniniche e gli ambienti della Maremma. Un'estensione dell'idea comune del cosiddetto bacino Mediterraneo che coinvolge diversi enti e realtà in difesa degli habitat costieri e delle zone umide anche attraverso la formazione e l'educazione ambientale.
Si intersecano così diverse linee d'azione che mirano ad un unico obiettivo aprendo sfide non sempre facili da affrontare. Il WWF è particolarmente impegnato nel sostenere i vari progetti inseriti nel programma di conservazione della biodiversità attraverso azioni che sono realizzate assieme alla popolazione locale aprendo una nuova sfida: far convergere le esigenze dello sviluppo umano con la necessità di tutelare i delicati equilibri degli ecosistemi naturali.

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