I danni dell'uomo
Ogni volta che passa un uragano tropicale, Haiti è il paese che puntualmente registra più danni. Il responsabile principale è la deforestazione, in gran parte originata dalla povertà. I dati parlano chiaro: all'inizio del `900 più del 60 per cento del territorio haitiano aveva una copertura verde, nel 1978 si era scesi al 28 per cento, ora tale percentuale è ridotta ad appena il due-tre per cento. Una deforestazione così drastica non ha paragoni nel mondo, e il ritmo è accelerato negli anni `90, in concomitanza con l'impoverimento del paese. Haiti è infatti il paese più povero delle Americhe, quattro su cinque dei suoi otto milioni di abitanti è considerato sotto la soglia di povertà (quindici anni fa erano il 48 per cento) e, caso unico in America latina, c'è gente che muore di fame e malattie. Il 70 per cento di loro usa il carbone per scaldarsi e cucinare, e questo è uno dei motivi principali del disboscamento.
Per il resto, gli alberi vengono tagliati per fare spazio a un po' di allevamento e di agricoltura di sussistenza, su terreni montagnosi e pendenti, che si affianca ai latifondi e ai grandi possedimenti delle multinazionali statunitensi (che si sono insediate nel paese durante l'occupazione Usa, dal 1915 al 1934, per coltivare canna da zucchero, banane e cotone). Le superfici di terreno lavorate in proprio dalla popolazione rurale non sono altro che dei piccoli orti in zone impervie e marginali: il 58,7 per cento possiede infatti da zero a un ettaro di terreno. L'agricoltura comunque rappresenta non più del 30 per cento del prodotto interno lordo del paese e soddisfa solo il 60-70 per cento del fabbisogno interno, mentre nel 1960 superava il 50 per cento. Così, venendo meno la vegetazione in un territorio in gran parte montagnoso, le montagne franano più facilmente e i sedimenti finiscono nei fiumi, che così straripano prima.
Secondo un rapporto dell'Undp, l'erosione porta via 36 milioni di tonnellate di terreno superficiale ogni anno. Gli esperti della Fao sostengono addirittura che la crisi ecologica di Haiti è ormai in uno stadio irreversibile («a un punto di non ritorno»), e ogni alluvione rischia di essere un disastro. Appena alla fine di maggio, le violente piogge avevano fatto circa duemila vittime, con interi villaggi spazzati via e vallate trasformate in laghi.
Sociale.network