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L'iniziativa di Legambiente è un piccolo momento di reazione a un gigantesco quotidiano e massiccio “Sporchiamo il Mondo”.

Non sporchiamo il mondo

5 ottobre 2004
Paolo Hutter

cassonetti Mi dicono che l’undicesima edizione di Puliamo il Mondo ha di nuovo superato i record di adesioni dell’anno precedente. Vuol dire che ci sono moltissime persone che hanno voglia di trasformarsi in spazzini volontari, allegri e combattivi, e che ormai quasi tutte le istituzioni che sentono qualche responsabilità, dalle scuole ai comuni, si sentono in dovere di partecipare. Tra le curiosità di ieri, il lavoro di un gruppo di scolaretti di Cremona che ha tolto, uno per uno, i mozziconi di sigarette da una piazza centrale. Briciole? Pignoleria estetica? Beh, certo, se si pensa a quanto e di cosa è sporco il mondo, il mozzicone di sigaretta può apparire l’ultimo dei problemi. Ma cominciamo intanto a dire, nella giornata di Puliamo il Mondo, che le pulizie di cui stiamo parlando non sono naturali, non sono la spazzatura delle foglie secche. Se tutti evitassero di “sporcare”, cioè di lasciare cose fuori posto negli spazi pubblici, non ci sarebbe così tanto da pulire. Puliamo il Mondo è un piccolo momento di reazione a un gigantesco quotidiano e massiccio “Sporchiamo il Mondo”. Sembra che negli ultimi anni lo spirito civico sia un po’ migliorato e ad esempio, in effetti, la quantità media di rifiuti che si raccolgono in queste giornate di Legambiente sta diminuendo anche per questo. Restano però almeno due grandi problemi. Quello di tutte le persone che si sentono o sono ai margini della società e per le quali è del tutto innaturale perdere tempo a cercare dove buttare correttamente i “rifiuti”. (Questo vale non solo per gli emarginati ma anche per momenti vissuti come marginali in cui si butta di tutto, dappertutto: vita notturna, stadi..) E quello dei comportamenti minimali sui quali non si riflette. Personalmente nei troppi anni in cui sono stato stupidamente fumatore non ho quasi mai pensato che è dannoso ( e tra l’altro è pure vietato) gettare mozziconi per terra. Idem per le gomme da masticare, che tra l’altro sono un problema complicatissimo per gli spazzini. Sono rifiuti piccoli ma che non si decompongono e purtroppo durano nel tempo.Per le sigarette è anche poco indicato proporre di spegnerle nei cestini stradali dei rifiuti. E se qualcosa prende fuoco? L’unica soluzione sarebbe quella di convincere o costringere i fumatori ad avere con sé scatolette-portacenere. Una propostina concreta. Mentre per il primo problema - quello di chi sporca perché non si sente integrato - non ci sono soluzioni-scatoletta, ma necessità di inventare nuove politiche sociali.

A Reggio Emilia, durante la settimana delle mobilità che ha allargato la Zona a Traffico limitato e fermato per 12 ore al giorno i veicoli non Euro 2, a un certo punto i commercianti più arrabbiati hanno invaso il Comune per far ammorbidire le misure. Difficile stabilire quanto ne fossero effettivamente danneggiati e quanta parte giocavano invece la percezione e il pregiudizio. Fatto sta che alla fine della settimana le rilevazioni del Comune hanno certificato una riduzione complessiva del traffico del 4%. Come mai solo del 4%? Perché le limitazioni duravano solo 11 ore su 24, c’erano significative eccezioni (per esempio, nota dolente,il trasporto dei bimbi a scuola) e soprattutto, forse, perché i Vigili controllavano sì, ammonivano sì, ma non facevano multe. La diminuzione del 4% (sulle 24 ore) è servita comunque un po’ a diminuire le micropolveri, anche se è difficile stabilire di quanto. Per una settimana il conflitto politico e sociale sul traffico a Reggio Emilia è stato alto, per diminuire un pochino.. le polveri. Si potrebbe dire: figuriamoci se si trattasse di dimezzare stabilmente lo smog. Ma si potrebbe anche dire che per percentuali inferiori al 4% di Pil o di taglio della spesa pubblica ci si scontra anche di più…(Per non dire dei 4% in più o in meno alle elezioni..)

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