Soluzione finale per l'ambiente naturale italiano
Adesso è veramente caduto l’ultimo tabù. E’ stato violato l’inviolabile.
Neppure nei peggiori meccanismi di previsione derivati dal progressivo ed inesorabile programma di demolizione della normativa ambientale del nostro Paese ci eravamo mai spinti a credere che ciò potesse realmente accadere. Siamo stati abituati a tutto. Abbiamo visto di tutto, ed anche di più. Ma che si potesse arrivare ad accettare politicamente e giuridicamente il principio che chi stupra anche le aree protette dal paravento sacro del vincolo paesaggistico-ambientale potesse poi sanare il proprio crimine contro l’ambiente e godersi il prodotto dello scempio non sembrava veramente possibile. Eppure questo è successo. E’ stato approvato.
Beninteso, esamineremo il testo. ne renderemo conto ai lettori. ancora deve andare alla Camera dei Deputati. A nostro avviso – ma ci torneremo sopra in modo approfondito - la sanatoria non consente di sanare abusi urbanistici in aree protette, ma solo quelli paesaggistici. E su questo punto è già fortemente impegnato l’ufficio legale del WWF Italia e tutto lo staff di vertice dell’Associazione. Ma il fatto – come principio politico e giuridico ed indipendentemente dai dettagli tecnici reali – è di una gravità sconcertante. Quasi da non crederci. Oltre ogni limite. Attila è salito su ruspa selvaggia ed imperversa ridente e felice – e soprattutto indisturbato e premiato – su tutti i territori naturali d’Italia ancora salvi dalla colata irrefrenabile del cemento abusivo. Ed allora, lo dicano chiaramente, senza nascondersi dietro sofismi ed ipocrisie di geroglifici tecnico-giuridici: aboliamo tutta la normativa sul territorio e basta! Ognuno può fare quello che vuole e dove vuole e quando e come vuole. Basta pagare qualcosa e tutto è posto. Perché, in realtà, alla fine il risultato finale è questo… Permessi di costruire in sanatoria, condoni maxi e mini, sanatorie striscianti, frodi sui tempi e sulle cubature, cavilli sul filo del rasoio, ed adesso espugnata l’ultima roccaforte del vincolo: fate quello che vi pare! Tanto vi perdoniamo. Anzi, dato che lo annunciamo pure in anticipo, iniziate oggi senza perdere tempo così vi trovate avvantaggiati in tempo utile… poi passate alla cassa e ritirate lo scontrino in sanatoria. Magari pure con un “paghi due e fai scempio per tre”. Una scorta famiglia delle devastazioni ambientali.
Parliamo di aree protette, E cioè di rive del mare, boschi, foreste, rive di fiumi e laghi, zone umide, aree montane alte, insomma i residui gioielli naturali d’Italia. L’assalto all’arma bianca, con lo scudo della sanatoria, equivale ad un’invasione barbarica di principio senza precedenti nella pur triste e vacillante storia di tutela dell’ambiente nel nostro Paese. Mai si era arrivati a tanto.
Siamo nella schizofrenia più totale. E’ appena entrato in vigore il Codice Urbani sui vincoli che, pur già iniziando l’assalto progressivo e silente al vincolo come concetto, perlomeno in un barlume di residuo pudore e dignità politica proibisce oggi in modo assoluto ed intransigente ogni sanatoria in area vincolata (espressa previsione di legge codificata senza ombra di dubbi interpretativi). Una volontà durata pochi giorni… Adesso il concetto è ribaltato!
Ma come si fa a cambiare principi basilari con questa oscillazione ritmica antitetica ormai da anni?
Oggi si dice una cosa, domani l’esatto contrario.
Da oggi in poi, caduto l’ultimo tabù, tutto è possibile. Rifiuti, acque, edilizia e tutto il resto. Siamo in mano a 24 persone. Che hanno il diritto di vita e di morte su tutto l’ambiente italiano, sulla nostra salute, su quello che respiriamo e su dove camminiamo e dove ci bagniamo e dove beviamo. Il potere assoluto di stampo feudale. Saranno 24 persone i padroni dell’ambiente e del nostro futuro nell’ambiente di vita che ci imporranno a loro gusto e scelta. In modo insindacabile. Quasi divino.
Esamineremo nei prossimi giorni nei dettagli gli aspetti tecnici, Siamo già al lavoro – come WWF Italia - per studiare ed affrontare questo cataclisma giuridico. Certamente sarà necessaria una battaglia non solo politica ma soprattutto giudiziaria e costituzionale per cercare di svuotare e minimizzare l’applicazione di quello che ormai sembra un provvedimento certo ed inevitabile. Raccoglieremo tutte le nostre forze a difesa della roccaforte dei vincoli sul territorio. Sarà necessario uno sforzo di azione giuridica e giudiziaria a livello nazionale in ogni sede, caso per caso, evento per evento. Per favorire una giurisprudenza che in qualche modo non faccia dilagare sul territorio una interpretazione estensiva e massiccia di questo inverosimile atto di legalizzazione delle peggiori illegalità contro gli ultimi scampoli di natura viva del nostro Paese. Chiunque è in grado di collaborare, studiare, dare idee e contributi, sia chiamato in servizio attivo e collabori e partecipi. C’è bisogno di tutti. E di un risveglio forte e generale di ognuno, per costruire insieme un argine giuridico all’onda di piena di ruspa selvaggia. Attila è alle porte. Serriamo le fila e chiudiamo i portoni. Tutti insieme.
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