"L'Italia sotto i rifiuti"
7.11.04
Ci sono libri tematici che appassionano come un romanzo. E' il caso del bel libro di Marino Ruzzenenti "l'Italia sotto i rifiuti" (edito da Jaca Book), che affronta il problema dei rifiuti a partire dal caso Brescia proprio come una narrazione lunga oltre 10 anni.
Da quando Acerra è divenuto caso nazionale, la lotta contro l'inceneritore ha richiamato l'attenzione della stampa e si è tornato a insistere sulle "magnifiche sorti e progressive" dell'inceneritore di Brescia. E, insieme, di un nord virtuoso e di un sud arretrato.
Il libro smonta punto per punto questa tesi debole e infondata, fornendo argomentazioni e dati significativi relativi alla commistione fra potere economico e potere politico-amministrativo intorno all'A. S. M. di Brescia.
Vorrei consigliarne la lettura a tutti gli amministratori alle prese con il problema rifiuti e farne omaggio ai sindaci e/o governatori regionali che ritengono via obbligata l'incenerimento e considerano fatto secondario e del tutto marginale l'impegno per la riduzione di essi e il riciclo.
Il libro è presentato da Luigi Mara, noto esponente di medicina democratica che ha animato lotte significative contro le fabbriche inquinanti. Dice Mara: «… L'inceneritore per rifiuti è un impianto fortemente inquinante classificato tra le industrie insalubri di prima classe, che causa rilevanti impatti sanitari e ambientali». E più oltre: «… Anche un impianto tecnologicamente avanzato provoca ugualmente un inquinamento ambientale di rilevante magnitudo».
Il libro prosegue offrendo una copiosa documentazione volta a dimostrare i livelli di tossicità a partire dalla terribile diossina prodotta dell'incenerimento e nel contempo la conseguente diminuzione della raccolta differenziata. Infatti gli inceneritori - a differenza di quello che viene sostenuto a loro difesa - non rappresentano la fine del ciclo integrato dei rifiuti. Sono antitetici alla raccolta differenziata e al recupero dei materiali come materie prime seconde.
A Brescia, come espone Ruzzenenti, i numeri stanno a testimoniare il fallimento della politica dei rifiuti: tra il 1998 e il 2001 i rifiuti prodotti sono passati da 120.334 tonnellate a 129.920 con una impennata, nel 2002, della produzione pro capite di 2,013 chilogrammi/giorno: siamo lontani anni luce dagli obiettivi fissati dall'Ue.
Occorre dunque accogliere la tesi sostenuta da Ruzzenenti. Tra la discarica e l'inceneritore c'è una terza via, possibile e necessaria: quella del "rifiuto zero". Costituisce questa una prospettiva realistica che Ruzzenenti presenta con esempi descritti dettagliatamente. Esperienze preziose prodotte da numerosi enti locali che stanno lavorando concretamente e positivamente da anni e che sono tanto più importanti perché indicano una pratica reale, alternativa allo smaltimento e ai profitti di una lobby, che sostiene gli inceneritori, composta da gruppi di imprese impegnate nella progettazione e produzione con schiere di tecnici di accompagno.
Il tema centrale affrontato nel libro coinvolge infine anche aspetti che toccano la questione democratica, chi decide sul presente e sul futuro di un territorio e delle comunità locali, gli intrecci tra istituzioni rappresentative e sistema economico.
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