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Le tasse dovrebbero colpire il consumo delle risorse del pianeta, non i redditi

Il Pianeta Terra possiede una capacita' di carico straordinaria, ma non e' privo di limiti. Come dovremmo vivere quindi? E in particolare come dovrebbero gli operatori del mercato e dell'industria trattare e commerciare le risorse?
6 dicembre 2004
Fonte: The Guardian
http://ecquologia.it/sito/pag89.map
22.11.04

Il mondo moderno ha perso ogni contatto con la terra. Per i consumatori delle risorse del pianeta non c'e' alcun controllo sullo sperpero; siamo cosi' lontani dal percepire le conseguenze delle nostre azioni che viviamo confortabilmente nella negazione dei problemi, ignorando i profeti che prevedono un'incombente crisi ambientale di dimensioni epocali.
Il Pianeta Terra possiede una capacita' di carico straordinaria, ma non e' privo di limiti. Come dovremmo vivere quindi? E in particolare come dovrebbero gli operatori del mercato e dell'industria trattare e commerciare le risorse?

Come sappiamo, la tassazione fornisce un certo grado di redistribuzione di ricchezza, sebbene il gap tra ricchi e poveri sta aumentando. I maggiori ricavi fiscali vengono dalla tassazione sul reddito, e in particolare sul lavoro. E' arrivato il momento per tutti i partiti politici di ripensare dalle fondamenta questa bilancia. Dovremmo gradualmente spostare il carico fiscale dal lavoro all'uso delle risorse. E ci sono due ragioni per farlo. Innanzitutto, cio' eserciterebbe un incentivo a limitare il nostro uso delle risorse, incoraggiandoci a conservare e rifornire la fonte da cui vengono. Poi, stimolerebbe la creazione di nuovi posti di lavoro e ci incoraggerebbe ad essere efficienti ed innovativi nel nostro uso delle materie prime.

L'industria odierna e il mondo del business, infatti, sembrano basarsi sulla minimizzazione dell'uso del lavoro in rapporto alle risorse usate (cioe' meno lavoro per ogni "unita'" di risorse). Noi dobbiamo urgentemente invertire il rapporto in questo modo: minimizzazione delle risorse usate in rapporto al lavoro (cioe' meno risorse per "unita'" di lavoro).

La fiscalita' e' sempre stata una forma di progettazione sociale guidata dai valori. Le differenze fiscali e i tagli delle tasse influenzano i comportamenti. Cambiare il bilancio della tassazione spostandolo dal lavoro alle risorse soddisfarrebbe tutti e tre i maggiori partiti politici. I conservatori sarebbero soddisfatti per le imprese, i Liberal Democratici per il minor impatto ambientale, e i Laburisti lo vedrebbero come un mezzo per condividere le merci piu' equamente. I cambiamenti nel regime fiscale devono essere introdotti gradualmente, ma lo spostamento da un'area all'altra manterrebbe il gettito fiscale totale allo stesso livello e quindi sarebbe neutrale. Sarebbero anche necessari interventi per assicurare che i poveri e i disoccupati abbiano accesso ai livelli minimi di benessere.

La Joseph Rowntree Foundation (JRF) ha appena pubblicato una ricerca sulla riduzione dell'impatto delle tasse ambientali sulle famiglie a basso reddito. Ci sono serie preoccupazioni sul fatto che le eco tasse potrebbero colpire disproporzionatamente i poveri, ma la JRF sostiene che e' possibile ideare strategie per alleviare il peso. Per esempio, l'acqua domestica potrebbe essere misurata e un primo scaglione di litri consumati per familiare sarebbe esente da tasse. Poi gli scaglioni superiori corrispondenti a quantita' maggiori di acqua sarebbero tassati cosi' che coloro che usano l'acqua per lavare l'auto, innaffiare grandi giardini, riempire piscine etc pagherebbero l'acqua secondo l'utilizzo. Questo farebbe diminuire i consumi e allo stesso tempo tutelerebbe le famiglie a basso reddito.

Spostare il carico fiscale dal lavoro alle risorse significherebbe che le imprese piu' avvantaggiate sarebbero quelle che distribuiscono il lavoro nel modo piu' creativo ed innovativo possibile cosi' da usare la minima quantita' di materie prime nei prodotti. Spetta agli economisti e ai politici, con il mondo economico, decidere come condividere le risorse della terra con il senso di responsabilita' che i "ricchi" dovrebbero avere per i "poveri", e le generazioni presenti per quelle future.

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Note: Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi fabiokuloj@gmail.com
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