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Intervista a Fulco Pratesi

L'ecologia possibile

8 dicembre 2004
Simone Mariotti

Manifestazione anticaccia Naturalista, architetto, scrittore, presidente del Parco Nazionale d'Abruzzo. Ha progettato numerosi parchi nazionali e riserve naturali in Italia e all'estero. E' stato membro della Consulta per la Difesa del Mare e del Consiglio Nazionale dell'Ambiente. E' uno dei leader storici dell'ambientalismo europeo. Dei settanta anni appena compiuti, ha trascorso gli ultimi 40 anni alla guida del WWF Italia di cui fu uno dei padri fondatori nel 1966. E' Fulco Pratesi, che oggi si racconta in una lunga intervista rilasciata a La Voce, in cui fa il punto della situazione su molti temi dell'attualità, a partire dalla polemica sui controversi OGM.
Tante conquiste, tanti terreni passati per nostra fortuna sotto la tutela del WWF (www.wwf.it), grazie alle oasi, una passione per la difesa della natura che speriamo possa essere fatta propria da tanti lettori.

Buongiorno dr. Pratesi. Vorrei iniziare da una bella notizia, il premio Nobel per la pace a Wangari Maathai. Conosce la Signora Maatahi e il suo Green Belt Movement?

Si, è intervenuta ad Assisi quando ci fu il ventesimo anniversario della creazione del WWF in Italia, nel 1986; comunque i rapporti ci sono perché è una persona fortemente legata ai valori della conservazione della natura oltre che delle persone, e lavora in modo concreto in una zona estremamente importante come il Kenya.

Passiamo alle brutte notizie: il condono edilizio. Berlusconi evidentemente non ha letto la lettera che lei gli scrisse un anno fa dalle pagine del Corriere delle Sera. Ma è un problema così grave? Tra l'altro mi sembra che la copertura boschiva in Italia negli ultimi 50 anni sia aumentata dal 20 al 30%. E' così?

Non proprio; o meglio in un certo senso è vero, ma è il frutto del progressivo abbandono di aree coltivabili, alcune perché troppo in pendio o troppo in altitudine, che vengono poi lasciata a se stesse e piano piano la natura ritorna. Però ci sono atre zone, quelle dove si può abitare, che oramai sono invase dal cemento, e questo condono e gli altri condoni, come il precedente hanno creato la convinzione che si può costruire dovunque e comunque senza problemi; è il peggiore degli effetti: ingenera negli imprenditori, nei geometri, negli architetti la convinzione che tutto si possa fare, come quelli sulle tasse: non le pago tanto poi arriverà il condono.

Continuando con l'attualità, dal sito del WWF leggo: "Il WWF riconosce i potenziali vantaggi per la società che possono provenire dall'applicazione delle nuove tecnologie legate alle modificazioni genetiche, soprattutto in campo medico, ma è molto preoccupato dai pericoli connessi al loro impiego quando comportino l'immissione nell'ambiente, potenzialmente incontrollabile, di Organismi Geneticamente Modificati (OGM) come avviene ad esempio nel caso dell'agricoltura". Possiamo dire allora SI alla fecondazione assistita e alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, NO alla soia transgenica? Ha firmato il referendum sulla PMA?

Quello della ricerca sulle cellule staminali è un tema che ci tocca poco dal punto di vista dell'ambiente, e che riguarda più che altro l'etica e la medicina; non ho firmato li referendum, ma penso che in caso di votazione voterò si, anche perché la legge mi sembra veramente punitiva e restrittiva. Ma questa è una posizione mia, non del WWF.

Una delle più forti motivazioni tra i sostenitori del transgenico riguarda l'inattaccabilità ai parassiti ed erbicidi, con la conseguente possibilità di creare raccolti resistenti e a basso costo che rappresenterebbero un aiuto alla risoluzione del problema della fame in molti paesi in via di sviluppo. Perché voi siete cosi contrari?

Prima questione importante: l'insetticida incorporato nella struttura delle piante è praticamente nocivo anche nei confronti di altri animali, magari assolutamente innocui è può anche diffondersi in maniere incontrollata in altre specie vegetali. Oltretutto la contaminazione degli OGM passa anche attraverso il suolo. Ci sono prove che oltre alla diffusione del polline nell'aria, c'è anche una diffusione nel suolo di queste sostanze geneticamente modificate che può portare ad effetti devastanti, le ricordo che qui ci si addentra in un campo molto poco conosciuto e molto difficilmente maneggiabile.

Secondo punto, la resistenza agli erbicidi, come la soia Roundup resistente della Monsanto. Questa è un'altra delle cose che a chiunque dovrebbe apparire come assurda; queste piante sono resistenti a questo erbicida, in modo così da poterne usare, e quindi vendere di più, visto che, guarda caso, è prodotto sempre dalla Monsanto. Insomma la pianta sarà anche resistente, ma i danni all'ambiente e alla salute umana
restano.

Terzo aspetto, quello della maggior produttività. E' ormai statisticamente e scientificamente provato che le tecniche ogm non portano ad un aumento delle produzioni. Questo sfata quindi il mito della fame nel mondo, che va invece combattuta con altri sistemi, come quello di migliorare sul posto le tecniche agronomiche e la distribuzione.

Quasi il 70% delle coltivazioni Mondiali OGM sono in soli due paesi, Cina e Sud Africa, con circa 55 milioni di ettari. Non è molto marginale per gli equilibri del pianeta quello di cui si sta discutendo in Italia?

Certo, ma bisogna dire che se di legge italiana si parla, a noi italiani non interessa assolutamente nessun tipo di cambiamento alla nostra già intensissima e ricchissima biodiversità.
Nel terzo mondo, certamente, le pressioni fortissime delle ditte che fabbricano questa cose e che lucrano sui brevetti hanno diffuso certe idee. Ma ci saranno anche de ripensamenti. Per esempio un paese come lo Zimbabwue ha rifiutato l'arrivo si queste sementi, che tra l'altro come lei sa, non possono essere riseminati, perché c'è un gene che si chiama teminator che impedisce la risemina; questo in pratica significa proteggere un brevetto che porta solo soldi infiniti alle multinazionali.

In Italia si sta discutendo un provvedimento per la coesistenza dell'OGM con le colture tradizionali. Nel frattempo però importiamo un marea di soia e mais transgenici dall'estero. Non è una contraddizione dichiararsi OGM Free come hanno fatto molti comuni e regioni, bloccando la ricerca sulle biotecnologie quando poi il mercato ne è pieno?

Cerchiamo di evitare tutto questo. Non si può dire che se all'estero la gente muore schiantandosi ad alta velocità allora dobbiamo levare anche noi i limiti di velocità. Cerchiamo di mantenere questa nostra prerogativa impedendo dovunque sia l'ingresso di queste sostanze.

Tra le più importanti battaglie del WWF ci sono quelle a difesa delle specie animali in via di estinzione. Molti ricordano quella vinta per salvare la tigre indiana, nei primi anni settanta, che oggi sta abbastanza bene (credo); non si può dire altrettanto per quella indonesiana, giusto?

Giusto, e purtroppo come lei sa ci sono molte altre specie a forte rischio estinzione. Per il mediterraneo posiamo citare la foca monaca, in Africa il rinoceronte nero, e poi ancora, oltre al panda, la balena azzurra, il ghepardo, ... è uno stillicidio continuo, un'erosione continua ad un patrimonio genetico, in questo caso, che continua a sparire sotto l'azione improvvida e incosciente dell'uomo.

Una curiosità. Si sono fatti dei tentativi di fecondazione assistita, mi pare andati a buon fine, sul panda; e vero?

Si, qualcosa si sta facendo ovunque, ma la cosa migliore è conservare l'ambiente naturale, aumentando il numero delle riserve cinesi, collegandole con dei corridoi ecologici per permettere a questi animali di spostarsi agevolmente da un territorio all'altro durante le fasi di moria dei bamboo, il loro unico nutrimento. E ricordiamoci che in Cina c'è addirittura la pena di morte per chi uccide un panda.

E' vero che nel mondo il commercio internazionale di animali è il terzo più ricco mercato illegale dopo armi e stupefacenti?

Purtroppo è un dato confermato. C'è un commercio spaventoso, ovviamente clandestino al 100%, di animali, piante, e soprattutto di loro prodotti, come l'olio di tigre, le pinne di pescecane ecc, specialmente in paesi orientali, dove in molti casi il benessere è aumentato e molte più persone possono acquistare questi prodotti.

15 anni fa partiva una importante campagna del WWF per la difesa delle foreste con il famoso slogan: "Ogni hanno sparisce una foresta grande come una nazione: quest'anno ci siamo giocati l'Austria". Purtroppo oggi potremmo dire "nell'ultimo decennio è sparito l'Egitto". C'è però un problema. L'Economist di luglio "gridava" in copertina "Save the rain forest". L'editoriale interno, però, ricordava un problema morale importante: i paesi ricchi hanno abbattuto, per sostenere il loro sviluppo, gran parte delle loro foreste nel corso dei secoli e solo negli ultimi decenni hanno cominciato a ripiantare. Chi siamo noi per impedire ai poveri di oggi di fare la stessa cosa?

E'vero, abbiano fatto degli errori grossissimi, ma è meglio non ripeterli. Ma attenzione; in molte aree tropicali, una volta scomparsa la foresta, il terreno non è più adatto per le coltivazioni. In secondo luogo, certo se pensiamo che in Italia c'è un'auto ogni 1,7 persone e in India una ogni 174 persone, non possiamo impedire che la Cina e l'India arrivino ad un livello di benessere non dico, pari al nostro, ma a quello tunisino o altro; questo però ci crea una preoccupazione infinita, se vogliamo lasciare alle generazione future un mondo non completamente invivibile. E questo perché oggi il pianeta è sottoposto a due pressioni enormi negative: una è quella del consumismo sfrenato nei paesi ricchi, l'altra è quella della crescita esponenziale della popolazione in quelli meno ricchi.

C'è un aspetto in tema della tutela dell'ambiente e soprattutto per la salvaguardia delle foreste che le associazioni ambientaliste hanno sempre trascurato, quello di stimolare l'utilizzo della preziosissima cannabis (canapa) sia per creare cellulosa che per la produzione di biomassa per la produzione elettrica. Come mai?

Sono un coltivatore e conosco bene la canapa, che è in effetti è una delle materie prime più interessanti, rinnovabili, di grande potere, e poi con un capacità di produrre delle cose incredibili: camicie, tessuti in generale, corde.

Ma anche vernici, combustibili (soprattutto per il motore diesel), plastiche...

Si certo; purtroppo bisogna riconoscere c'è ancora un pregiudizio nei confronti della canapa indiana, diventata purtroppo una delle droghe più diffuse, e siccome i governi proibiscono l'uso della canapa indiana, questo ha colpito anche la nostra canapa, che praticamente è indistinguibile da quella indiana. Io però sono convinto della necessità di un recupero per la canapa lo spazio che gli compete.

Non ritiene però che sino a quando non cadrà il pregiudizio, soprattutto politico, sulla cannabis come droga leggera, che tra l'altro è molto meno pericolosa di alcool e tabacco, si potrà ottenere poco anche per suoi usi industriali?

Io però sto vedendo che a poco a poco la canapa italiana si sta aprendo grossi mercati, sta ricominciando ad essere coltivata. Certamente non è solo il fatto politico, ma anche sociale; ci sono persone che guardano con sospetto alla cannabis-droga; è una situazione molto controversa in varie parti del mondo. Non posso che auspicare che presto si possa tornare a coltivare la canapa italiana in maniera ampia, evitando di abbattere boschi, per esempio, per fare la carta.

Lei sarebbe favorevole alla legalizzazione della cannabis nel suo utilizzo come sostanza stupefacente?

Io sono contrario anche all'alcool e al tabacco, però se questa cosa potesse portare dei vantaggi dal punto di vista dell'agricoltura, è una cosa che si potrebbe considerare. Non conosco gli effetti di questa sostanza non ho neanche mai visto come è fatto uno spinello, però da quello che leggo non è una di quelle cose che sembrano così gravi...

Soprattutto anche se leghiamo il tutto al problema del narcotraffico mondiale e dell'arricchimento dei criminali...

Certo, anche questo è da considerare.

Lo sapeva che la Ford già nel '41 aveva prodotto una autovettura con carrozzeria in plastica ottenuta in gran parte da cannabis e con un motore alimentato da olio vegetale?

Me lo immagino; con la canapa si può fare tutto. Io l'ho coltivata molti anni fa, ed è una bellissima coltura, anche non attaccabile dai cinghiali.

Un altro fronte antidisboscamento (per costruire pascoli) è quello che parte dalla scelta vegetariana. Inoltre i vegetariani ritengono che eliminando lo spreco di cereali per la produzione di carne (sette chili per uno di carne, per non parlare del consumo d'acqua), si potrebbe risolvere il problema della fame nel mondo, lei che ne pensa? Lei mangia carne?

Non solo quello della fame, pensi all'influenza dei polli, che viene creata proprio mangiando carne. Meno carne si mangia sicuramente meglio si sta. Io non ne mangio, eccettuata qualche volta quando sono invitato fuori e non si può farne a meno. Sono comunque un vegetariano anche se non completamente; a volte si fanno dei piccoli peccati, così come sono un cattolico anche se non praticante al 100%.

E' a favore dell'aumento dell'energia eolica nel nostro paese? Consideratane l'invasività e la bassa resa non è meglio indirizzare più risorse allo sviluppo del solare (o magari delle biomasse da cannabis)?<

Le fonti alternative sono un sollievo all'utilizzo dei combustibili fossili. C'è da dire che in un paese delicato come il nostro con un patrimonio paesaggistico fragile e prezioso, l'eolico in molti casi è da non accettare. Io penso che in questo campo bisogna avere un grande controllo è una grande vigilanza; ci sono aree assolutamente non adatte, ma ve ne sono altre di scarso valore in cui l'istallazione di pale eoliche è più accettabile. Certamente non siamo nelle condizioni di altri paesi come Germania e Danimarca che hanno distese brulle ed enormi all'interno del loro territorio adatte a questi impianti.

Passando alla politica, lei fu parlamentare per due anni con i Verdi, nella breve legislatura '92-'94. Cosa ricorda di buono e di cattivo del suo periodo alla Camera dei Deputati? Perché non si è più ripresentato?

Mi sono continuamente rifiutato di ricandidarmi. Molti hanno continuato, e continuano a chiedermi di tornare, ma a me non interessa. Giudico la mia esperienza piuttosto negativa, fortemente negativa. E' un'attività fatta per chi ha la vocazione del politico e cioè: molte parole, pochi fatti, noiosissime riunioni, un'atmosfera poco virtuosa rispetto all'etica che mi contraddistingue. Penso questo: che può essere un buon candidato, un buon deputato uno che si diverte alle riunioni di condominio; ecco queste persone qua possono godere anche dei lunghissimi dibattiti del Parlamento.

Un suo giovane ex-collega parlamentare, Stefano Apuzzo, ha scritto un libro accusa contro l'ambientalismo-carrierista. E' anche lei un "verde pentito" come si definisce lui?

Mah, non so... verde pentito... io forse sono un ambientalista; lui si, era un verde, e sarebbe impazzito dalla gioia di poter tornare a fare il deputato, anche europeo, purtroppo non gli è andata bene. Io invece non vorrei mai cadere in una trappola, tornare di nuovo in quelle stanze.

In quelle stanze però si fanno le regole. Per esempio quelle sui parchi nazionali. 15 anni fa erano solo 4. Oggi sono 20. Lei è il presidente del parco più antico d'Italia, quello d'Abruzzo: è soddisfatto dalla situazione parchi nel nostro paese e soprattutto dalla loro gestione?

Innanzitutto bisogna essere orgogliosi che l'Italia in pochi anni è passata da avere lo 0,6% del territorio protetto a circa il 10%, e questo credo che nessun altro paese al mondo lo abbia fatto. Sono poi Parchi seri, con grande qualità anche di biodiversità, con fauna importante, specie uniche al mondo. Però da qualche tempo le cose stanno involvendo. Si riducono gli stanziamenti, e senza soldi i parchi possono fare ben poco. Ci sono minacce continue di fare leggi che permettano la caccia all'interno dei parchi, di condonare gli abusi nei parchi, c'è purtroppo un momento di resipiscenza o di reazione che ci preoccupa molto.

A Rimini, così come in molte altre parti d'Italia, un grosso problema ambientale è quello dovuto all'inadeguatezza del sistema fognario con il conseguente scarico a mare della acque nere, mischiate alle bianche durante le piogge. Questo però non è quasi mai uno dei leit motiv dei movimenti ambientalisti; anche nella nostra città si è creato un comitato cittadino dal nome forte "Basta Merda in Mare" che però porta avanti quasi in solitaria questa battaglia. Come mai?

Lei sa che il WWF ha come logo la natura selvaggia, ci sono altre associazioni più mirate al locale, come Legambiente. Noi di questo possiamo occuparci in maniera marginale rispetto a tanti altri problemi grossi che abbiamo di fronte, dal clima alla biodiversità ed altro. Purtroppo altre volte siamo limitati, anche di traffico ci occupiamo poco, ma è un problema enorme.

A proposito di traffico, come giudica le "targhe alterne", un provvedimento utile, o un fastidioso palliativo poco significativo?

Sono provvedimenti casuali, parziali ed episodici, che dovrebbero essere accompagnati da altri molto più ampi. Bisogna vedere quanta gente ha due macchine, quanti violano questo divieto e come è controllata la presenza di sostante nocive nell'aria. Penso che sono provvedimenti che lasciano un po' il tempo che trovano. Penserei più alla facilitazione della circolazione ciclistica, ma so che in Romagna di biciclette ce ne sono moltissime. E poi puntare sui mezzi pubblici e limitando la presenza di auto nei centri storici per quanto è possibile, magari mettendo dei pedaggi, per evitare che le città diventino delle camere a gas.

La provincia di Rimini ha recentemente diffuso un opuscoletto informativo sull'Inquinamento Elettromagnetico dal tono abbastanza rassicurante, in cui si ricorda che non esistono studi definitivi sugli effetti sulla persona a lungo termine derivanti dall'esposizione prolungata a campi ad alta frequenza sostenendo che "l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sulla base dei risultati scientifici disponibili, ritiene priva di evidenze l'ipotesi che l'esposizione a campi elettromagnetici al alta frequenza possa produrre effetti nocivi per la salute". Che ne pensa?

Il tema è molto controverso; ci sono tante prove anche se non facili da reperire e controllare; ma non sono certo inquinamenti che possono essere giudicati innocui.

C'è poi una proposta di istallare tante piccole antenne al posto di poche grandi. Lo ritiene corretto?

Su questo non sono in grado di darle una risposta. Però in generale, di antenne ce ne sono già tante che forse meno ce ne sono meglio è.

Per concludere, a quasi 40 anni dalla nascita del WWF Italia, qual è stata la sua più grande soddisfazione?

E' stata quando nel 1985 abbiamo comprato, con l'aiuto di centinaia di migliaia di persone, la grande foresta di monte Arcosu (3600 ettari in Sardegna), per salvare il cervo sardo. Erano rimasti 50 esemplari oggi sono più di mille e si può dire salvato; così come quel bellissimo territorio che sarebbe potuto cadere in mano alla speculazione. Un successo legato anche a quello delle nostre altre 100 Oasi sparse per il paese che sono il miglior regalo che abbiamo fatto all'Italia.

E la maggior delusione?

Senza dubbio il fallimento del referendum sulla Caccia del 1990. Avevamo speso molti soldi per la mobilitazione; ci furono comunque 18 milioni di persone che dissero no alla caccia, ma non furono sufficienti.

Non fu forse un errore unire in un'unica occasione caccia e pesticidi?

Quello fu l'errore basilare. Fu un errore che fecero i Verdi; si andarono a toccare gli interessi degli agricoltori...

...che da alleati si trasformarono in avversari
Proprio così.

Grazie dr. Pratesi, e a risentirci.

Note: Pubblicato il primo dicembre 2004 su La Voce di Romagna a pagina 12.

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