Forgiare gli Uxo in vomeri?
5.05.04
Forgiare gli Uxo in vomeri?
MARINELLA CORREGGIA
«Le spade saranno trasformate in vomeri»: profezia di Isaia e sogno di riconversione coltivato da ogni pacifista. Eppure, rischia grosso chi cerca di ricavare mezzi di sopravvivenza andando a «spigolare» i residuati bellici che cospargono gli ex campi di battaglia. Certo, fondendoli se ne possono ricavare attrezzi agricoli e altro. Ma purtroppo fra i pezzi riciclabili di bombe, missili e veicoli, ci sono anche milioni di Uxo: sigla misteriosa che sta per unexploded ordonnances , ordigni inesplosi. Come spiegano i rapporti della Campagna internazionale contro le mine (www.icbl.org), si tratta di un enorme problema soprattutto in paesi come Afghanistan, Cambogia, Laos, Kosovo. Gli Uxo sono missili, granate e altri ordigni la cui «vocazione» naturale, a differenza delle mine, è di scoppiare e uccidere al momento dell'uso. Ma quando falliscono, diventano subdoli e duraturi come le mine e le loro cugine: le bombe a grappolo. Oltre agli Uxo, fa danni un altro gruppo di residuati bellici: i cosiddetti Axo, in italiano artiglieria abbandonata, cioè non utilizzata, di cui l'armata di turno si è disfatta. I residuati bellici recano anche un altro rischio mortale: la contaminazione da uranio impoverito. Nella «migliore» delle ipotesi, Uxo e Axo interdicono l'accesso alle aree contaminate; un enorme danno economico. Ma in genere, aspettano al varco per colpire contadini che cercano di liberarne il terreno, pastori, donne e bambini alla raccolta di acqua o sterpaglie. E aspettano chi li preleva credendoli ferraglia esplosa. In situazioni di grande bisogno, il denaro che si può ricavare dalla vendita e dal riciclaggio di quei «bei» pezzi di ferro è una tentazione difficilmente resistibile; talvolta l'unico reddito accanto all'agricoltura, tanto più se quest'ultima è danneggiata da lunghe calamità (in certe regioni dell'Afghanistan non piove da sette anni).
Aminullah, ragazzino afgano, andando per ferraglie nei campi di Herat ci ha rimesso le gambe e un fratello; adesso va nelle scuole ad ammonire altri ragazzini. Rischiano i «raccoglitori» e rischiano gli addetti delle fonderie informali che fondono il ferro e lo forgiano in forma di zappa, aratro o altro. Poco dopo l'incidente ad Aminullah, nella stessa zona due operai sono morti in una fonderia informale: gettando nel fuoco un pezzo di metallo che solo allo scoppio si è rivelato Uxo. Pochi giorni e la «fabbrichetta» riprendeva le attività. «Questo genere di riciclaggio sarebbe vietato, spiegavano gli sminatori locali, ma chi mai se la sente di interrompere anche questi scarni guadagni?»
Un provvisorio compromesso fra l'esigenza di salvaguardare l'integrità fisica e quella di salvaguardare il diritto al cibo quotidiano sarebbero «corsi» di addestramento rivolti ai raccoglitori, per insegnare loro a riconoscere i pezzi innocui. Ma è un terreno scivoloso assai: anzi, minato. E dunque, gli sforzi tanto internazionali che locali tendono piuttosto a minimizzare i rischi di residuati bellici (la messa al bando è impossibile: significherebbe vietare le guerre; se c'è guerra ci saranno Uxo).
Nell'ambito della Convenzione internazionale contro le mine, il Protocollo V adottato nel 2003 obbliga gli aderenti a rimuovere Uxo e Axo. Mentre una coalizione di 80 organizzazioni internazionali (Cmc) chiede un nuovo Protocollo che interdica l'uso di bombe a grappolo, che sono Uxo quasi per vocazione vista l'alta percentuale di non scoppio). Ordigni inesplosi continuano a essere un pericolo perfino in Italia, a 60 anni dalla fine della guerra. Anche se ormai da noi il principale rischio è l'avvelenamento dei suoli prodotto dal piombo di tonnellate di bossoli da caccia sparati nella penisola.
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