India, il pranzo è brevettato
Dal primo gennaio, Monsanto controlla ormai l'agricoltura e l'alimentazione dell'intero subcontinente. L'arma più potente delle multinazionali è la proprietà intellettuale, anche se le tangenti non sono poi da buttar via.
Mentre l’attenzione dei media a livello internazionale è puntata sulle conseguenze dello tsunami e sugli aiuti che vengono promessi con grande generosità, il sistema agroindustriale non si ferma. In India, dal primo di gennaio, è entrato in vigore un nuovo emendamento all’interno dei Patent Acts, le leggi che riguardano i brevetti e la cui ossatura principale risale agli anni Settanta, una conseguenza diretta dell’applicazione delle regole della World trade organization, il cui risultato più immediato è l’estensione del regime di brevettabilità sull’intero settore della produzione di cibo.
Già qualcuno aveva scherzato sul cibo, sostenendo che presto avrebbero brevettato i tortellini. Stavolta però non è uno scherzo. L’emendamento si rifa' all’articolo 27 dei Trips, gli accordi sulla proprietà intellettuale, che stabiliscono che un brevetto possa essere attribuito per prodotti che rispondano a caratteristiche di novità, creatività, e utilità, e lo estende a prodotti agrochimici, al cibo e ai prodotti biotecnologici. Un precedente emendamento escludeva dall’applicazione dei Trips le piante, inoltre l’India aveva adottato, anche se non definendo l’applicazione in modo specifico, del trattato internazionale per la protezione delle varietà vegetali e per i diritti degli agricoltori.
I Trips (Trade related intellectual property rights)sono accordi mltilaterali che dunque hanno valore internazionale. Accogliendoli dunque, viene accettato, il sistema di copertura dei brevetti a livello internazionale, per un minimo di 20 anni. In India, un Paese a forte espansione economica dove ancora il settore industriale agrochimico può offrire molte possibilità di speculazione, l'adozione dei Trips presenterà un'occasione da non perdere. Nonostante le intenzioni contenute nella legislazione precedente, il quadro infatti cambia ora drasticamente. Il nuovo emendamento non si esprime in modo chiaro e dettagliato, e nessuna frase precisa esclude i semi tra le categorie brevettabili. E dato che il copyright è permesso sui prodotti biotecnologici, nulla in teoria vieta di brevettare organismi che abbiano elevate caratteristiche di novità, caratteristiche si ritrovano guarda caso nei semi di varietà transgeniche.
All’interno dei Trips non viene neppure chiarito un altro aspetto, quello che riguarda i micorganismi e i loro prodotti. Ampie possibilità di intervento da parte dell’industria infatti restano sui cosiddetti microrganismi nuovi, per i quali il carattere nuovo è per altro piuttosto aleatorio, visto che l’onere della prova che non si tratta di esseri già esistenti tocca all’eventuale corte giudicante.
In assenza di chiarimenti, è facile aspettarsi un comportamento aggressivo da parte delle industrie, che certo non hanno mai rinunciato a ogni mezzo possibile per allargare la propria influenza economica, e che a questo punto possono brevettare geni, sequenze di Dna, proteine, vettori utilizzati per ottenere la modifica, organismi.
La risposta da parte delle organizzazioni indiane contrarie all'applicazione dei Trips non si è fatta attendere: il comitato contro gli emendamenti dei Patent acts (Joint Action committee against amendment of the Indian Patents act) ha stilato un documento nel quale ha ricordato come questa materia così delicata, avrebbe potuto essere prima trattata all'interno di una commissione indipendente. Non solo: ha anche ricordato che la presunta "obbligatorietà" ad accogliere le regole imposte dal Wto, può in realtà essere interpretata in altro modo. Il Wto infatti è sogetto alla sovranità nazionale del Paese e anche i termini precritti per evitare le sanzioni, utilizzati per sveltire l'operazione, sono in realtà più elastici di quanto sembri. Ma il pericolo più reale, per gli agricoltori indiani e non solo, non è il Wto: per difendere i propri interessi, Monsanto è arrivata al punto di istituire un proprio "servizio segreto"
E’ sempre dei giorni scorsi la notizia che la Monsanto ha dovuto pagare una multa da 1,5 milioni di dollari per un caso di corruzione: era stata pagata una tangente a un funzionario del ministero dell’ambiente indonesiano per convincerlo a fare pressione a favore della diffusione del mais Bt. E’ bene ricordare anche che gli aiuti sono una maschera che spesso nasconde altri interessi, e che fornisce una via preferenziale per inseguire, sotto l’approvazione di tutti, ben altre priorità. Non a caso una delle conseguenze della presenza americana in Iraq è la prevenzione dello scambio di semi da millenni effettuato dai contadini locali, grazie all’approvazione di leggi che consentono la brevettabilità di semi e piante. In questo modo alla gente, privata dei propri diritti, delle proprie risorse, del proprio Paese, verrà tolta persino la sovranità sul proprio cibo.
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