L'obiettivo è «rendersi autonomi dai ricatti russi sul gas», spiega Luigi Di Maio da Doha.
Il ministro degli Esteri ieri era in Qatar, insieme all'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, per incassare l'impegno a «rafforzare la partnership energetica con l'Italia», preparato in queste settimane dai colloqui telefonici del premier Mario Draghi con l'emiro Al Thani. Uno dei passi messi in atto dal governo italiano per costruire, nel più breve tempo possibile, una strategia di approvvigionamento che renda il nostro Paese sempre più autonomo dai rubinetti di Putin, dai quali la politica energetica degli ultimi governi ci ha reso sempre più dipendenti: vuol dire trovare fonti alternative per il 40% del fabbisogno nazionale.
«Il Qatar - spiega Di Maio da Doha - è un partner energetico storico e affidabile per noi e per l'Europa: è il nostro principale fornitore di gas liquefatto e il terzo in termini assoluti di gas naturale». Ieri le autorità qatarine «hanno confermato che si impegneranno a rafforzare la partnership con l'Italia». Ma Doha è solo una delle tessere del complesso puzzle che si sta cercando di costruire per sottrarsi ai «ricatti» del satrapo di Mosca: «Stiamo pianificando altre missioni per diversificare le forniture - dice il titolare della Farnesina - e definendo un piano italiano di sicurezza energetica per tutelare i nostri cittadini e imprese, lavorando di concerto con gli altri Paesi dell'Unione europea».
Il Giornale, 7 marzo 2022