"L'abbiamo definita 'affluente': è una delle sei subculture che sociologicamente rappresentano gli italiani. L'affluente è composta dai modaioli, da chi è fashion victim, completamente e felicemente integrato nella società consumistica, di cui sposa mode, tendenze e totem. L'ultimo dei quali è il Suv". Giampaolo Fabris, professore ordinario di Sociologia dei consumi e prorettore allo Iulm di Milano dove dirige il Brand Lab, ha studiato il perché del successo italiano dei Suv.
E ha concluso?
"L'improvvisa affermazione di queste auto rappresenta il fenomeno più emblematico dei primi anni del nuovo millennio".
Ne parla nel suo libro 'Il nuovo consumatore: verso il postmoderno' (Franco Angeli).
"Infatti. Scrivo che il Suv è una sorta di fuoristrada di lusso che consente all'automobilista di sentirsi padrone dell'asfalto. Di fare veramente tutto quello che vuole. Si può guidare comodamente in città, parcheggiare sui marciapiedi e, almeno nelle fantasie, attraversare il deserto. Chi guida si sente protetto da una vettura considerata sicura, avvolto da un grande scudo protettivo. Una vettura muscolosa ed elegante insieme. Soprattutto una vettura potente. L'impressione è di un maggior dominio sulla strada e nei confronti degli altri automobilisti. Che si guardano letteralmente dall'alto in basso, con la certezza di avere la meglio".
Si può dire che il Suv sia un nuovo status symbol?
"Certo. Il fatto che fra i primi a possederlo siano stati i calciatori è significativo. Veline e calciatori in Italia sono ormai diventati un riferimento. E si capisce che queste auto sono un totem del popolo modaiolo se si guarda chi c'è in attesa davanti alle scuole-bene di Milano: un esercito di mamme alla moda, palestrate, abbronzate, al volante di un Suv".
E quando non sono calciatori e veline il punto di riferimento?
"Diciamo allora che uno dei fattori importanti è la percezione particolare che l'automobilista ha di sé guidando un Suv. È come se lanciasse un messaggio: io sono un avventuroso, uno da sport estremi. Poi, in realtà, usa il fuoristrada solo in città. È ovviamente un modo di farsi vedere, di mettersi in vetrina".
Consumisti, esibizionisti. Manca solo l'appartenenza politica. Se il Suv fosse un partito, quale sarebbe?
"Di sicuro Forza Italia e An. È una scherzosa semplificazione ma credo rispecchi la realtà".