Editoriale: Un Manifesto centrato sulla Terra (Ecocentrico)
Sono stato attratto dall’ipotesi Gaia, che ha presentato la Terra come un organismo. Mi è piaciuta la metafora, ma non si tratta soltanto di una questione di linguaggio. Mosquin e Rowe non sono stati metaforici. L’Ecosfera in cui viviamo è una rete che inviluppa tutti gli organismi e gli ecosistemi, che ha originato la vita in un primo luogo, e che ora la sostiene. Ciascun organismo e ciascun ecosistema vi prende parte a tutti gli effetti. Da questa sensibilità gli autori propongono un’etica ecocentrica – una serie di principi morali che intendono aiutarci nell’allontanamento dai modi di essere centrati sull’umano e anche centrati sull’organismo singolo per andare verso un modo di essere governato dalla consapevolezza della nostra partecipazione ad un evento unico, unitario e intercollegato che tutto comprende.
Il Manifesto per la Terra è indirizzato a una sola fra i 25 milioni di specie, più o meno, che abitano l’Ecosfera. Questo potrebbe sembrare strano a un osservatore superficiale e distante. Non dovrebbero tutte le specie avere una guida morale? Cos’ha di speciale questa specie? L’osservatore propende per un’improvvisa perdita di innocenza. Caso unico, la specie umana ha inventato una codificazione etica astratta per stretta necessità. Le altre non l’hanno fatto.
L’animale umano ha avuto un grandissimo successo – abile, adattabile, dotato in molti modi, ma specialmente nelle faccende cerebrali. La nostra ingegnosità tecnica è pari solo allo straordinario potere e alla creatività delle nostre razionalizzazioni per le cose che facciamo. Alcune delle nostre più ardite costruzioni si realizzano in tempo di guerra, quando tutte le modalità di atti inqualificabili richiedono elaborate giustificazioni. Ma le altre razionalizzazioni impallidiscono in confronto all’antica, profonda e incrollabile convinzione che la specie umana ha il diritto – e implicitamente l’obbligo – di prendere liberamente, consumare e perfino eliminare le altre specie e iloro habitat ovunque vengano incontrati, e per qualunque scopo umano. Il privilegio umano sull’Ecosfera è consacrato; è assoluto.
La nostra autodichiarata proprietà su tutte le specie, le comunità e gli ecosistemi e la nostra libertà d’azione contro di esse, attualmente mette in pericolo l’Ecosfera. L’inesorabile diminuzione di diversità degli ecosistemi richiede una severa revisione dell’immagine che abbiamo di noi stessi, del nostro atteggiamento e delle innegabili responsabilità che provengono dalla nostra attuale posizione dominante nel mondo. Un tale esercizio critico avrebbe comunque un ben piccolo risultato, senza prendere misure per arrestare l’incremento della popolazione umana. Il numero di umani è più che triplicato nel breve corso della mia stessa vita! Nei loro “principi di azione” Mosquin e Rowe presentano il problema come una materia etica. Molti di noi, culturalmente condizionati come siamo tutti, avranno difficoltà ad estendere l’etica oltre l’interesse umano. Può essere necessario un modo di pensare veramente nuovo. Ma fare in modo che molti di noi si fermino a riflettere è naturalmente lo scopo essenziale del Manifesto, al quale auguro ogni successo.»
John A. Livingston, febbraio 2004