Ha cominciato 30 anni fa quando nessuno di noi si preoccupava dell’Amazzonia in fiamme. Non sapevamo chi era Wilson Pinheiro, leader dei contadini che raccoglievano il caucciù. Gli hanno sparato ed è morto lasciando in eredità mille Chico Mendés, anche loro abbattuti dai colpi dei proprietari infastiditi dall’ostinazione degli straccioni senza censo che si erano messi in testa di difendere la loro patria verde «intralciando il progresso». Lucio Flavio è ancora vivo, spiegherò perché. Ed ancora in libertà, ma una libertà dalle ore contate.
Il referendum di domenica sugli idrocarburi presentato come un fatto storico sarà invece ricordato come un grande imbroglio. Nonostante le minacce e le ammende previste per coloro che non si fossero recati alle urne, circa il 40% dei boliviani ha deciso di non votare, mentre moltissimi che lo hanno fatto hanno invalidato le schede con la scritta «nazionalizzazione»
Molti tornano a parlare del nucleare, come se fosse una soluzione. Come se non sapessero che la maggior parte dei Paesi industrializzati stanno abbandonando le costosissime e pericolose centrali nucleari, per rivolgersi ad altre fonti di energia.
Ma non si può certo sfuggire alla domanda di fondo: che fare allora? Anche qui il ragionamento di Lovelock è disarmante, giacché ignora totalmente il nucleo del problema. È l’attuale meccanismo di crescita economica, di consumi e di sperpero delle risorse che è assolutamente insostenibile.
Il fenomeno crescente dei flussi migratori altro non è che un’ennesima dimostrazione di come la nostra civiltà abbia perso sintonia con i ritmi naturali con cui la terra può fornirci sostentamento.
1 giugno 2004 - Lester R. Brown
Non c'è più tempo per sperimentare fonti di energia utopistiche: l'umanità
è in pericolo imminente
In uno degli inni più belli della storia di tutti i tempi, il Cantico delle creature scritto dall’ultimo profeta della tradizione ebraico-cristiana, Francesco di Bernardone di Assisi, l’acqua viene definita «utile, umile, preziosa e casta».
22 maggio 2004 - Gino Girolomoni
Ma il mondo politico francese e i media restano sordi a tali scelte
Studiare e ripensare i nostri bisogni, utilizzando intanto energie rinnovabili, è un modo di premunirsi efficacemente contro eventuali nuove crisi energetiche. Occorre una revisione della politica energetica: controllo dei consumi, sobrietà, efficienza ed efficacia.
Gli esperti: «La produzione presto comincerà a calare» Il «picco» estrattivo potrebbe essere molto vicino: a maggio un convegno cercherà risposte Ma le compagnie sono già all'opera per il futuro
Ho sempre odiato di fare il catastrofista, perché togliere la speranza non serve a niente, ma non posso impedirmi di pensare che, da qualche tempo, sul pianeta, le cose vanno di male in peggio.
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