La siderurgia è oggi veramente strategica?
L'ILVA, IL "GOLDEN POWER" E LA "SIDERURGIA STRATEGICA"
Cosa è il "golden power" di cui parla oggi il governo per la siderurgia? E' la “protezione” dello Stato sulle "imprese strategiche". Diciamola una volta per tutte: l'ILVA non è strategica. Lo spiegherò dopo nei dettagli. Ma anche con un po' di intuito si capisce che "strategica" non è. Infatti lo Stato la venderebbe a chiunque pur di levarsela di torno. Poiché nessuno la vuole, allora ci si inventa il "golden power". Oggi la siderurgia non è economicamente strategica, a meno che non abbia caratteristiche tecnologiche particolarmente avanzate (non è il caso dell'ILVA, diciamolo subito). O a meno che l'Italia non voglia chiudersi nell'autarchia, sognando di produrre armi per una guerra, come la Germania di Hitler o l'Italia di Mussolini. Ma non siamo per fortuna in tale prospettiva. Perché allora si dice che la siderurgia è strategica? Cerchiamo di capirne di più, partendo dalla storia.
QUANDO LA SIDERURGIA ERA EFFETTIVAMENTE STRATEGICA
La siderurgia era strategica ad esempio quando l'Italia si unificò, nel 1861. A quel tempo la produzione siderurgica nazionale era di 30.000 tonnellate anno. Quanto acciaio producevano le nazioni industrializzate ogni anno? L'Austria 230.000 t/a, il Belgio 312.000 t/a, la Germania 592.000 t/a, il Regno Unito 3.772.000 t/a (era la nazione più avanzata, fu la patria della prima rivoluzione industriale). Fonte: "Guida allo studio della storia", Gentile-Ronga, p. 230.
Avete letto attentamente questi numeri? Bene.
LA PRODUZIONE DI ACCIAIO OGGI
Sapete quanto acciaio ha prodotto l'ILVA annualmente con ArcelorMittal in piena crisi? Ha prodotto 4.700.000 di t/a e voleva arrivare a 6 e poi a 8 milioni. Ma il mercato non ha richiesto quei numeri e i dazi di Trump hanno portato Mittal a contrarre la produzione europea, che subisce per di più la concorrenza della Cina, accentuata dal fatto che l'acciaio cinese è boicottato da Trump.
E sapete quanto acciaio produce la Cina?
La World Steel Association segnala che la produzione mondiale di acciaio è passata dall’1 miliardo e 238 milioni di tonnellate del 2009 all’1 miliardo e 816 milioni di tonnellate del 2018, incremento legato principalmente all’esplosione della produzione cinese. Fonte: InsideOver.
L'ATTUALE ECCESSO DI CAPACITA' PRODUTTIVA
L'eccesso attuale di capacità produttiva, dopo questa esplosione, è enorme, e questo rende risibile la definizione di "settore strategico" un settore in cui si produce più del necessario. A quanto ammonta l'eccesso di capacità produttiva? "L'industria siderurgica mondiale registra attualmente un eccesso di capacità produttiva di circa 542 milioni di tonnellate", lo si legge sulla comunicazione della Commissione Europea al Parlamento Europeo.
BENI STRATEGICI COME BENI SCARSI
Conclusione? L'ILVA è "strategica" come la vostra auto scassata e inquinante che avete in cantina e che non vedete l'ora di rottamare.
Quando si ostinano a far credere che l'ILVA sia "strategica" guardano ad un concetto economico fortemente legato al passato. E' quindi in concetto legato alla retorica della propaganda politica. Ma se per strategico intendiamo un bene scarso e di cui la nazione ha assolutamente bisogno, questo non è certo il caso dell'ILVA. Oggi ciò che è strategica è ad esempio la ricerca, e un investimento pubblico a perdere nell'ILVA lo si sottrarrebbe proprio alla ricerca; inoltre quello nell'ILVA non sarebbe un "investimento" in quanto non avrebbe ritorno, visto le prospettive che nessuna "cura" - né pubblica né privata - ha saputo migliorare.
BENI STRATEGICI ANCHE SE SOVRABBONDANTI
Infine una annotazione specifica sui beni che possono essere considerati strategici sia in caso di scarsità sia in caso di abbondanza. Tali beni strategici in entrambi i versi (scarsità/abbondanza) sono i beni comuni: l'ambiente (il capitale naturale), la salute, il capitale umano, la cultura, la ricerca. Per tali beni non c'è sovrabbondanza. E il loro aumento nel tempo non ne pregiudica il valore ma viceversa ne consolida la strategicità.
Considerare invece l'acciaio come un bene comune è invece una profonda distorsione del ragionamento e fa solamente a pugni con ogni teoria economica si voglia scegliere a riferimento.
Articoli correlati
- Lettera ai sostenitori di PeaceLink
ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica
L’annullamento della sentenza di primo grado rappresenta un passo indietro, causato da questioni procedurali. Ma non equivale a un'assoluzione. La realtà dell’inquinamento dell’ILVA rimane comunque acquisita e il GIP di Potenza Ida Iura ha infatti emesso un nuovo decreto di sequestro degli impianti.29 ottobre 2024 - Associazione PeaceLink - Ottobre 2024
Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink
Vogliamo porre al centro il tema del diritto alla felicità. È un tema che dovrebbe toccare ciascuno di noi, invitandoci a immaginare insieme una società futura che combatta la solitudine, che superi la rassegnazione individuale e che riaffermi il principio di speranza e felicità condivisa.29 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti - La riattivazione dell'altoforno 1 dell'ILVA di Taranto
La buffa cerimonia del ministro Urso
Si potrebbe paragonare l'inaugurazione di oggi all'assurdità di una cerimonia in cui la FIAT mettesse in piedi un evento per presentare con orgoglio una Fiat 1100 malconcia di sessant'anni fa, invece di un'auto elettrica moderna e all'avanguardia.15 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti - L'inquinamento dell'ILVA va oltre il cambiamento climatico
Un futuro da costruire insieme a Taranto, la riconversione
Al termine del corteo dei Friday For Future di Taranto, Roberto ha letto questo testo che esprime le sue preoccupazioni e le sue speranze e che si conclude così: "Uniti possiamo far sentire la nostra voce e costruire un futuro migliore per noi e per le generazioni a venire."11 ottobre 2024
Sociale.network