OMS e vaccini: i Paesi più ricchi paghino le dosi dei Paesi più poveri
Fino a quando i brevetti dei vaccini resteranno nelle mani delle multinazionali queste potranno sfruttarli a scopo di lucro, negando di fatto a tutta la popolazione mondiale il pieno diritto alle cure e alla salute.
L'ennesimo appello dell'OMS è quasi una supplica verso le nazioni più ricche, alle quali chiede una sospensione temporanea delle vaccinazioni non necessarie e di donare quelle dosi ai Paesi più poveri. Un messaggio preciso, rivolto in particolare a chi, come Israele, Germania e Stati Uniti, pur in assenza di precise evidenze scientifiche, ha deciso di procedere con la terza dose, mentre nei Paesi poveri è vaccinato circa l’1% della popolazione e i numerosi decessi tra medici e infermieri rendono ancora più fragili i già precari servizi sanitari nazionali.
L’amministrazione statunitense ha ufficialmente respinto l’appello dell’OMS e ha prenotato fino al 2023 ben 1,3 miliardi di dosi che corrispondono a circa 5 dosi per ogni cittadino americano. Il Canada ha prenotato 450 milioni di dosi pur avendo meno di 40 milioni di abitanti. L’Unione Europa, tra le dosi già acquistate e quelle che arriveranno, avrà a disposizione entro il 2023, 3 miliardi di dosi, pari a circa 6,6 dosi a persona.
Secondo l’Agenzia per lo sviluppo delle Nazioni Unite, se la percentuale di persone vaccinate nei Paesi del sud del mondo fosse stata simile a quella dei Paesi occidentali, l’economia di quelle nazioni avrebbe guadagnato 38 miliardi di dollari e anche i Paesi ricchi ne avrebbero tratto vantaggio in modo significativo. Inoltre la mancanza di vaccinazioni nel sud del mondo favorisce lo sviluppo e la diffusione, ovunque, di varianti virali maggiormente aggressive. Non solo quindi oggi si sta consumando un’enorme ingiustizia verso le nazioni più povere, ma, nei prossimi mesi a farne le spese saranno gli stessi cittadini delle nazioni più ricche.
Nel Parlamento Europeo hanno sollevato la questione Manon Aubry e Marc Botenga.
Per ricomporre gli equilibri è nata una iniziativa dei cittadini europei con lo scopo di liberare i vaccini anticovid dai brevetti e garantire a tutti l'accesso alla prevenzione. Il covid-19 si diffonde a macchia d’olio. Le soluzioni devono diffondersi ancora più velocemente. Tutti devono avere accesso a cure sicure ed efficaci.
Denaro pubblico e trasparenza I vaccini e le tecnologie sanitarie fondamentali per curare il covid-19 sono state pagate con risorse pubbliche. I dati sui costi di produzione, sui contributi pubblici, sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini e dei farmaci dovrebbero essere pubblici. I contratti tra autorità pubbliche e aziende farmaceutiche devono essere resi pubblici.
Cos’è un’ICE? I cittadini dell’UE hanno il diritto di rivolgersi direttamente alla Commissione europea con un’iniziativa dei cittadini europei per proporre un atto legislativo concreto. Affinché un’iniziativa possa essere presa in considerazione dalla Commissione, è necessario che 1 milione di persone da tutta la UE firmi a suo sostegno. Il portavoce per l'Italia è Vittorio Agnoletto.
Fino a oggi nei 27 Paesi UE in quanti hanno firmato? Esiste una soglia minima calcolata perché tutti facciano la propria parte. Come al solito ci saranno Paesi più attivi e altri che ignoreranno la Campagna.
Alcuni dati aggiornati al 14 agosto 2021: Belgio 205% delle firme; Italia 101%; Germania 18%; Francia 73%; Spagna 66%; Austria 9%; Portogallo 9%.
La raccolta delle adesioni iniziata a fine anno 2020 verrà chiusa il 1 agosto 2022.
Anche il compianto Gino Strada aveva detto "Non può esistere profitto su questa terribile pandemia, anzi sindemia cioè l'insieme di due malattie che esistono simultaneamente, una di origine virale, il covid, l'altra di origine sociale, la povertà. Bisogna agire subito, contro il covid tutti devono avere acceso alle cure in modo limpido, trasparente, uguale."
Right2cure/DirittoallaCura pagina italiana dell'ICE https://www.facebook.com/right2cure.it dove sono pubblicati video informativi con contributi di specialisti
Il sito ufficiale https://noprofitonpandemic.eu/it/ invece è costruito solo attorno alla raccolta firme e non presenta una sezione notizie
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