Il Trattato di funzionamento dell'UE vieta gli aiuti di Stato

Aiuti di Stato, Alitalia e ILVA

Per il Financial Times l'Antitrust Ue avrebbe deciso di ritenere aiuti illegali i 900 milioni incassati nel 2017 da Alitalia. Per i restanti 400 del 2019 bisognerà attendere. La questione riguarda anche la più grande acciaieria italiana e il M5S per il finanziamento da 705 milioni di euro all'ILVA.
10 settembre 2021

Secondo il Financial Times l'Antitrust Ue avrebbe deciso di ritenere aiuti illegali i 900 milioni incassati nel 2017 da Alitalia, mentre per sapere che ne sarà dei restanti 400 erogati nel 2019 bisognerà attendere ancora. La notizia è stata anche confermata dal Corriere delle Sera. Lo Stato ora deve recuperare quei soldi. Da Bruxelles: "Nessuna decisione".

La questione sta rimbalzando su tutti i giornali e queste informazioni le prendiamo da Sky TG24.

La questione è seria e tocca indirettamente anche l'ILVA (o ex ILVA che dir si voglia).

Il Trattato di funzionamento dell'UE vieta infatti gli aiuti di Stato.

ILVA di Taranto

La questione è stata già oggetto dell'attenzione della Commissione Europea. Guardate qui: "Aiuti di Stato: la Commissione conclude l'indagine approfondita sulle misure di sostegno a favore del produttore italiano di acciaio ILVA S.p.A., e per quanto riguarda due di queste, ordina il recupero degli aiuti di Stato illegali concessi". Era il 21 dicembre 2017

Ad agosto il Senato - su proposta di Luigi Vitali (FI), Agostino Santillo (M5S), Stefano Collina (PD) - ha autorizzato Invitalia a sottoscrivere ulteriori apporti di capitale e ad erogare finanziamenti in conto soci nel limite massimo di 705 milioni per assicurare la continuità del funzionamento produttivo dell’impianto siderurgico di Taranto della società Ilva.

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Ad agosto il Senato - su proposta di Luigi Vitali (FI), Agostino Santillo (M5S), Stefano Collina (PD) - ha autorizzato Invitalia a sottoscrivere ulteriori apporti di capitale e ad erogare finanziamenti in conto soci nel limite massimo di 705 milioni per assicurare la continuità del funzionamento produttivo dell’impianto siderurgico di Taranto della società Ilva. Lasciamo perdere Vitali e Collina i cui partiti si sono sempre detti a favore della continuità produttiva dell'ILVA, ma il senatore pentastellato Agostino Santillo di Caserta, mai conosciuto fino a ora dai tarantini, perché ha presentato questa iniziativa che riguarda l'ILVA di Taranto? Lo ha fatto a titolo personale o perché quella è la linea del M5S? E se quella era la linea dove è stata presa la decisione? Viene sconfessato dal suo partito o chi tace acconsente? La questione riguarda uno stabilimento che inquina la popolazione che, per di più, dovrà pagare con le proprie tasse 705 milioni di euro per garantirne la continuità produttiva. Al danno si aggiunge la beffa.
Chi ha votato M5S, e lo ha fatto perché si ritiene un cittadino attivo, adesso si attivi nel chiedere conto - a chi di dovere - di quanto è avvenuto. Questa è l'email del senatore pentastellato: agostino.santillo@senato.it
I parlamentari pentastellati si sono sempre voluti definire "portavoce": ma in questo caso sono stati portavoce di chi?
Il gruppo del M5S al Senato che ha condiviso l'iniziativa del senatore Santillo è contattabile cliccando qui.
La questione del 705 milioni di euro all'ILVA non è finita qui perché dovrà essere affrontata e votata anche dalla Camera dei Deputati.

La questione passa adesso alla Camera. Se questo tipo di apporti finanziari si dovesse rivelare come un modo per compensare le perdite costanti dell'attività aziendale, la questione degli aiuti di Stato dovrà essere affrontata anche per lo stabilimento ILVA (e per la struttura aziendale che lo gestisce).

Può infatti lo Stato sottoscrivere apporti di capitale non in funzione di un piano industriale ma di un costante tamponamento delle perdite per evitare il fallimento?

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