Globalizzazione e privatizzazione dei servizi

L'effetto Cancun si abbatte sulla scuola pubblica italiana

Nel prossimo vertice del WTO (a Cancun in Messico, 10-14 settembre 2003) il governo Usa chiederà la fine di ogni "privilegio" della scuola pubblica. Ed esigerà di conseguenza concrete agevolazioni per le scuole private, in modo da offrire maggiori condizioni di "concorrenza". Il governo italiano si è adeguato con abbondante anticipo: 30 milioni di euro alle private per il 2003, 2004 e 2005 (la scadenza entro la quale il WTO vorrebbe una definitiva liberalizzazione del settore dell'istruzione). La guerra di Bush per la conquista del petrolio si sta estendendo al settore della scuola.
3 settembre 2003
Alessandro Marescotti e Maria Teresa Tarallo

A molti insegnanti e studenti la globalizzazione può sembrare un fenomeno da "studiare" a scuola ma che in fondo non tocca la scuola in sé. Globalizzazione come sfruttamento dei minori, dei contadini, ecc. Ma adesso occorre andare oltre e bisogna cominciare a comprendere che questa globalizzazione sta mirando ad aiutare le scuole private e quindi a scardinare la Costituzione italiana che - ponendo il divieto di finanziamento alle private, risalente al 1948 - è diventata di fatto un ostacolo ai "Gats" (ossia agli "Accordi generali sul commercio nei servizi") del Wto, ossia l'Organizzazione mondiale del commercio che governa il processo di globalizzazione.

Nel prossimo vertice del Wto di Cancun (10-14 settembre 2003, Messico) che accadrà? I governi di nazioni come Stati Uniti e Giappone cercheranno di convincere altri governi circa la necessità di rendere più "competitiva" la scuola privata rispetto a quella pubblica.

Il governo italiano non si è fatto pregare due volte e non ha aspettato neppure Cancun per dare corso al volere di Bush circa la privatizzazione della scuola.
E così leggiamo che "i ministri dell'Istruzione, Letizia Moratti, e dell'Economia, Giulio Tremonti, hanno firmato il decreto interministeriale con il quale vengono erogati 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005 a favore delle famiglie che iscrivono i figli presso scuole paritarie" (Agenzia ANSA 02/09/2003 ore 18:05).

Per maggiori informazioni si possono leggere ad esempio queste pagine web:
http://www.ansa.it/fdg01/200309021805117997/200309021805117997.html
http://www.repubblica.it/2003/g/sezioni/cronaca/calendscuola/sconto/sconto.html
http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=40754

Il "bonus" a chi sceglie il privato è il primo passo verso quella strategia di globalizzazione che mira a togliere ogni sostegno e priorità statale alla scuola pubblica che possa essere letto come "protezionismo" e come "ostacolo" alla "libera concorrenza" fra servizi privati e servizi pubblici. L'attuale processo di globalizzazione sta rimuovendo ogni "barriera" che possa ostacolare il profitto privato. La scuola pubblica è nel mirino. Ecco perché la scuola pubblica deve ora non solo "studiare" la globalizzazione come fatto "socioculturale di attualità" ma difendersi da "questa" globalizzazione del profitto privato che - da qui a poco - spianerà in tutto il mondo la strada alle scuole private.
La guerra di Bush per il petrolio è solo l'aspetto più evidente e violento di una guerra globale per l'affermazione degli interessi privati in tutto il mondo.

Ma siamo sicuri che gli insegnanti, i genitori e gli studenti più coscienti sapranno opporsi con intelligenza e determinazione.
Cominciamo subito con l'informazione.

L'invito è pertanto quello di stampare questo editoriale e farlo circolare nelle scuole.

L'altra cosa che si può fare è collegarsi alla lista educazione di PeaceLink http://lists.peacelink.it/educazione/maillist.html
Un piccolo dossier sui nessi fra Cancun e scuola è già presente all'indirizzo http://lists.peacelink.it/educazione/msg00776.html
Ma - è bene saperlo - tutti vi possono scrivere sulla lista e trasformare i propri messaggi in pagine web; prima occorre però agganciarsi alla lista cliccando su http://www.peacelink.it/mailing_admin.html

Inoltre è auspicabile scrivere lettere ai giornali, far sentire la voce dei cittadini.

Sono tre piccole cose per cominciare un lavoro di informazione capillare.
E' urgente arrivare all'appuntamento di Cancun con un'opinione pubblica sveglia e non addormentata dai TG, ormai trasformati in notiziari metereologici.

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