Quando il goal mancato ha segnato la vittoria
Ieri 25 giugno
- Eh sì, è stato un anniversario un po' particolare, questo sessantesimo di matrimonio del popolo italiano con l'inizio della stesura della propria Carta dei doveri e dei diritti. Se ci si ricorda, esso fu un matrimonio a suo tempo celebrato con la piena consapevolezza di tutti i rappresentanti dei cittadini, dopo il lungo periodo buio della dittatura e della guerra, dopo che le fosche nubi di un potere forte avevano oscurato le isole di luce della giustizia e del diritto.
Percorro, oggi, le strade deserte e assolate della città. Le molte bandiere italiane alle finestre indurrebbero uno straniero visitatore al pensiero che noi così vogliamo celebrare, l'anniversario lieto; ma è anche il tempo dei "Mondiali", e l'Italia calcistica nulla sembra avere da spartire con quella di chi la nostra Costituzione se la vorrebbe tenere ben stretta, o al contrario, di chi la vuole rimodellata e svalutata a uso e consumo di una dichiarata "modernità" - ma che a ben vedere, rappresenta solo il cuneo scalfittore della nostra pur imperfetta democrazia, per l'avvio di un autoritarismo non dissimile a quello che i nostri padri a fatica hanno sradicato.
Dal seggio in cui mi trovo, rappresentante di partito e col dovere civico di assicurare la correttezza delle operazioni di voto, non posso che attendere lo spoglio delle schede portando a far sommare i parzialissimi nostri dati con quelli che via via al Ministero dell'Interno arriveranno. Ho però un'iniziale impressione, che almeno nella zona dove risiedo, questo ultimo impegno elettorale è stato preso con serietà. Perché sono stati numerosi i cittadini arrivati fin dal mattino - e le percentuali finali confermeranno poi questo trend.
Oggi 26 giugno, sera
- E' finita!
L'Italia del voto, l'Italia del diritto, può tirare un sospiro di sollievo. Con curiosa combinazione, anche l'Italia del calcio assomma a noi il giubilo, e posso immaginare, osando l'accostamento, che le bandiere sventolanti dai finestrini delle auto, portino l'entusiasmo non solo del tifoso ma anche del cittadino?
Non è stata, a ben vedere, una battaglia della sinistra contro la destra, anche perché chi ha vinto oggi - in difesa, tenendo stretta in sé, come fosse la propria porta da tenere inviolata, la Carta costituzionale del '48 - è poco paragonabile al cliché usurato del kommunista mangiabambini di recente berlusconiana memoria... avendo appoggiato o commentato positivamente sul fronte del no, anche testate giornalistiche importanti, illustri personaggi, giuristi, costituzionalisti, come pure qualche impeccabile rappresentante dell'imprenditoria - essì, perché il pastrocchio della riforma e della devolution, alla fin fine, avrebbe probabilmente danneggiato, con la sua ingovernabilità, l'immagine del nostro Paese perfino nell'economia internazionale.
Domani e dopodomani...
- Il tifoso avrà ancora di che pazientare, di che emozionarsi per le prossime competizioni prima di arrivare alla sperata vittoria finale.
Il cittadino attento alla questione del diritto, già ritrova una propria serenità. Con la consapevolezza che se pur occorreranno comunque, di qui in avanti, modifiche alla propria Carta, esse avranno come artefici persone imparziali e competenti.
L'Italiano medio, forse, avrà trovato eccessiva la nostra passata apprensione. Però se i numeri contano e raccontano, l'elevata affluenza alle urne, e il risultato chiaro che ne è seguito, fanno ben sperare che alla fin fine, della nostra Costituzione, e della sua importanza e la sua storia, a parecchi di noi é importato.
La partita è vinta, il gioco in difesa ha impedito lo sfascio.
Il goal mancato ha dato vittoria a chi spera ancora nella ragionevolezza e civiltà nel nostro vivere sociale.
Possiamo ritornare a costruire.
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