Lo sguardo cosmopolita sul mondo

Risposta all'editoriale di Ernesto Galli Della Loggia "Come si diventa nuovi cittadini" (Corriere della Sera, 18 agosto 2006)
19 agosto 2006
Nicola Vallinoto (vicesegretario del Movimento federalista europeo)

Lo sguardo cosmopolita sul mondo

L'editorialista del Corriere della Sera nell'articolo "Come si diventa nuovi cittadini", così come nei precedenti, (ricordo a proposito la polemica suscitata sul Manifesto di Ventotene nell'articolo “L'Italia e il mito europeo”), continua ad adottare quello che Ulrich Beck chiama lo “sguardo nazionale”.

Non è certo l'unico a portare questi occhiali sfocati sulla realtà: il problema è che il professor Galli Della Loggia ha tutti gli strumenti per avere un punto di vista diverso. Adottare tale sguardo vuol dire non essere in grado di cogliere la vera essenza delle cose oltre a non riuscire a interpretare ciò che ci accade intorno.

Nell'articolo in questione Galli Della Loggia propone un percorso ad ostacoli per coloro che chiedono di acquisire la cittadinanza italiana. I cinque anni di residenza, proposti recentemente dal governo, non sono più sufficienti: bisogna “sottoporre l'acquisizione della cittadinanza a condizioni più rigorose e probanti soprattutto per quanto riguarda l'integrazione culturale” oltre che “l'alfabetizzazione obbligatoria”.

Chiediamoci, oggi, cosa vuol dire essere cittadini italiani, francesi o tedeschi? Come si definisce una identità o, meglio, una cittadinanza nel secolo della globalizzazione dei diritti, dell'economia, della comunicazione e del rischio? Viviamo in società multietniche, multiculturali, multiconfessionali dove il plurilinguismo non è più una rarità. Quanti sono i cittadini turchi in Germania? Quanti sono i cittadini algerini e tunisini in Francia? E in Italia la situazione non è poi tanto diversa.

Allora perché parlare di un "piano Marshall culturale"? E quale cultura si vorrebbe imporre ai nuovi cittadini? E chi dovrebbe deciderla?

Il vero legame dei cittadini italiani così come di quelli francesi e tedeschi è dato dalle costituzioni. I principi scritti nelle costituzioni sono la base del vivere in comune. E non ci sono solo le costituzioni e i diritti nazionali.

Esiste il diritto internazionale, con tutti i limiti riconosciuti, al quale siamo legati: anche se debole è l'unico appiglio al quale tenersi per tentare di risolvere i conflitti internazionali con uno strumento che non sia la guerra. Il cessate il fuoco in Libano, a seguito della risoluzione dell'Onu, è una piccola dimostrazione della forte necessità di regole comuni.

Ed esiste anche un percorso di democrazia sovranazionale, ovvero la democrazia oltre i confini dello Stato nazionale, al quale Galli Della Loggia è tenacemente legato. L'Unione europea è il primo esempio concreto di democrazia sovranazionale. Certo la democrazia europea è ancora incompleta: ha un Parlamento eletto direttamente dai cittadini ma non ha ancora un governo responsabile di fronte all'assemblea legislativa. Questa realtà rappresenta, nonostante la bocciatura franco-olandese al progetto di Costituzione, un insieme di regole democratiche alle quali 500 milioni di cittadini europei fanno riferimento.

Se non vogliamo seguire la false sirene del nazionalismo ma intendiamo scegliere un differente percorso di integrazione, che il filosofo tedesco Habermas definisce "patriottismo costituzionale", allora l'unica richiesta che possiamo legittimamente fare ai nuovi cittadini è quella di prestare giuramento ai principi costituzionali.

Ma torniamo al cuore del pensiero di Galli Della Loggia: "pensare ed agire nel campo esclusivo dello Stato nazione". Non esistono altre realtà per il professore: altro che globalizzazione! Questo sguardo parziale sulle cose del mondo ha come logica conseguenza la sua affermazione che “lo Stato nazione continua ad essere l'esclusivo termine di riferimento del diritto di cittadinanza e che esso può dunque essere regolato a sua discrezione.”

L'editorialista nega il principio che le persone possano avere gli stessi diritti in tutto il pianeta ovvero che possa esistere un diritto “cosmopolitico” senza confini. Ma non può negare l'evidenza: ovvero che almeno in Europa non possiamo più definirci, solo ed esclusivamente, cittadini e cittadine nazionali.

Noi tutti abbiamo una identità plurima: siamo, al contempo, cittadini locali, cittadini regionali, cittadini nazionali e cittadini europei. E alcuni di noi si sentono anche cittadini del mondo sebbene non esista ancora una istituzione mondiale che li rappresenti. I milioni di persone che, il 15 febbraio 2003, hanno manifestato contro la guerra in ogni angolo del pianeta rappresentano i primi passi del cosidetto “popolo mondo” ovvero di quei cittadini del mondo che hanno scelto la pace come obiettivo supremo della lotta politica.

Per concludere vorrei invitare il professor Galli Della Loggia a seguire il suggerimento del sociologo Ulrich Beck, ovvero di cambiare punto di vista, abbandonando lo “sguardo nazionale” per quello “cosmopolita”. A differenza del primo lo “sguardo cosmopolita” sulla storia, per quanto scettico, disilluso, autocritico, ci indica la via per organizzare all'interno di una nuova cornice culturale multietnica il nostro vivere insieme.

Note: - L'editoriale di Galli della Loggia "Come si diventa nuovi cittadini"
Corriere della Sera, 18 agosto 2006
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2006/08_Agosto/18/galli.shtml

- La Comunità Mondiale del XXI Secolo e il Declino delle Nazioni
Risposta all'editoriale di Galli della Loggia
http://italy.peacelink.org/europace/articles/art_18228.html

La precedente polemica relativa all'articolo "L'Italia e il mito europeo"

- Galli Della Loggia attaccato al mito dello stato nazionale di Lucio Levi
http://italy.peacelink.org/europace/articles/art_16543.html

- Manifesto di Ventotene: Montani risponde a Galli della Loggia su "l'Italia e il mito europeo"
http://italy.peacelink.org/europace/articles/art_16538.html

- Ventotene: L'Italia e il mito europeo di Ernesto Galli Della Loggia
http://italy.peacelink.org/europace/articles/art_16541.html

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