Salute, ambiente e diritti umani in America Latina

Oro assassino

L’attività mineraria non solo mette a rischio la salute delle persone che vivono nelle zone di sfruttamento ma anche le persone che, in qualche modo, cercano di mettere un freno alla contaminazione ambientale, sociale e umana prodotta dalla moderna febbre dell’oro.
18 febbraio 2007
Flaviano Bianchini

Nella Valle de Siria, In Honduras, la mortalità infantile è 12 volte la media nazionale. Quella dei lavoratori della miniera lo è 33 volte e arriva a superare l’80%. Sempre in Honduras, nella miniera di San Andrés i bambini di una scuola sono costretti a studiare a 70 metri dagli innaffiatoi che spruzzano cianuro (la stessa sostanza che Hitler usava per uccidere gli Ebrei) al ritmo di 30 quintali al giorno.
In Cile, a Pascua Lama non sono contenti dello scioglimento dei ghiacciai causato dal mutamento climatico. Per una compagnia mineraria canadese, della quale non menziono il nome per un semplice rispetto alla carta, il ghiacciaio Pascua Lama si scioglie troppo lentamente. Così lo stanno “muovendo” per poter estrarre l’oro che si trova sotto di esso.
In Perù la miniera di Yanacocha nel 2001 ha sparso 30 tonnellate di mercurio nei fiumi avvelenando 5000 persone che ancora oggi ne soffrono le conseguenze. E chi non ricorda poi la nostra vicina Romania? Nel 2000 a causa di una forte pioggia la diga di lisciviazione di una miniera d’oro nella regione di Baia Mare si è rotta ed ha riversato migliaia di tonnellate di cianuro nel fiume Tisa, e di lì al Danubio. Chi non ricorda le immagini del fiume più grande d’Europa totalmente morto? Il cianuro, e con lui la morte, sono arrivati fino al Mar Nero uccidendo tutto quello che incontravano per ben 2535 Km. E che fine avranno fatto i pescatori del Grande Fiume?
Nel suo secondo viaggio in America Colombo scoprì che le sirene esistevano ancora ed erano i Lamantini (mammiferi parenti al Dugongo mediterraneo da cui viene la leggenda). Oggi i Lamantini sono messi in pericolo dalla miniera de El Estor, che minaccia di utilizzare il Lago di Izabal (il luogo dove si sono rifugiate le ultime sirene) come una piattaforma per estrarre e processare metalli.
E poi c’è Sipakapa.
L'immagine rappresenta la locandina di un video-documentario sulla resistenza della popolazione di Sipakapa contro la miniera d'oro


Sipakapa è un piccolo paesino di popolazione indigena Maya sipakapense. Sono solo 14.000 i sipakapensi e, secondo l’accademia Maya del Guatemala, sono tra le etnie a più alto rischio d’estinzione, ma anche questo non interessa alle compagnie minerarie che vogliono trasformare il loro territorio in una gruviera per estrarre ogni minima traccia di metallo prezioso che si possa trovare nella zona.
Molti si chiederanno: come può una miniera eliminare una etnia?
La risposta è semplice: eliminando il loro territorio. Cosa saremmo noi italiani senza l’Italia? Io sono fabrianese perchè Fabriano esiste. E perchè a Fabriano sono nato e lì ho vissuto molti anni. E se a Fabriano non ci fosse acqua? E se la poca acqua fosse inquinata? Probabilmente io non sarei nato. Sarei stato abortito o morto giovanissimo, come l’80% dei bambini di Nuova Palo Ralo, nel Valle de Siria. O forse i miei genitori sarebbero scappati dall’acqua avvelenata e io sarei nato in un altro posto. Ma allora non sarei fabrianese.
Lo stesso vale per i sipakapensi. Se l’acqua è scarsa e la poca acqua che resta è inquinata cosa possono fare i sipakapensi? Morire o scappare. Ma in entrambi i casi non sarebbero più sipakapensi.
Ed è esattamente quello che sta succedendo a Sipakapa. Una compagnia mineraria canadese (anche in questo caso preferisco rispettare la carta lasciandola anonima) è arrivata qui pochi anni fa per estrarre quell’inutile metallo giallo che fa venire la febbre. In un paio d’anni l’acqua ha iniziato a scarseggiare e quella poca che è rimasta è inquinata.

Tutti lo sanno che l’acqua è inquinata, e tutti lo dicono. Ma senza le prove nessuno ascolta. E così il corrotto ministero delle miniere e la compagnia sono andate avanti pacifiche e beate con le loro orecchie tappate.
Ma dopo un anno di studi finalmente gli abbiamo presentato quello che loro volevano: le prove. Uno studio tecnico da me eseguito lo dimostra chiaramente. L’acqua è inquinata. Mortalmente inquinata.
Avete voluto le prove? Eccole qui. Ve le diamo. Ecco uno studio.
Ma la compagnia oltre a dettare le regole del gioco non sa neanche giocare. O meglio non sa perdere. Le prove noi le abbiamo presentate e adesso aspettiamo le loro. Ma ormai è passato un mese esatto e le loro prove non si sono ancora viste, né intraviste.
Quelle che sì, si sono viste sono le minacce e le intimidazioni. Quelle sì.
Sono iniziate giusto il giorno dopo la presentazione dello studio. Il Viceministro delle minere ha dato la sua bella, pomposa e lussureggiante conferenza stampa e mi ha accusato di essere un falsario e che mi avrebbe denunciato. Ma non gli è bastato. Perché anche con questo ha perso. Le prove di cui tanto parlavano non le hanno. Parlano sempre di prove ma dove sono le loro?
Allora sono passati alla fase in cui le prove non gli servono più. Loro hanno imposto la prova come una regola fondamentale del gioco ma quando si sono accorti di aver perso hanno iniziato a giocare a un gioco dove non valgono le prove.
Nei 36 eterni anni di guerra che hanno straziato questo Paese non avrebbero avuto problemi. Un desaparecido in più o in meno su 50.000 non lo nota nessuno. Ma ormai The time are in changed, i tempi stanno cambiando e non è più così facile far sparire uno. Soprattutto se straniero.
Ma siccome non sanno perdere le loro tecniche non le hanno abbandonate, le hanno solo cambiate. Non posono farti sparire. Non c’è problema. Quello che fanno è farti impazzire.
Ogni giorno suona il telefono, numero segreto, voce lontana e avvisi più che espliciti. Sotto casa c’è sempre la stessa macchina con i vetri oscurati che se ne va appena entri o esci; la macchina ha un adesivo sul retro, per fartelo capire: siamo noi.
Semplice. Ti rendono la vita impossibile. Fino a quando non cedi e lasci perdere, e vai a fare il classico e normale naturalista da laboratorio che passa la sua vita a studiare la riproduzione asessuata dei protozoi uniflagellati.
Ma siccome non sanno giocare non conoscono neanche l’avversario. Né i suoi compagni. E non sanno che esiste Sipakapa, dove le loro regole non valgono. A Sipakapa le regole che valgono sono quelle dei Maya, quelle del rispetto dell’ambiente e della vita e neanche loro che non sanno giocare si azzardano a giocare con Sipakapa. E qui a Sipakapa non ci mettono piede. E non ce lo metteranno mai più.

Note: Tenochtitlán, 1519 (Mexico)

"Gli indios sono incredibili - commentò un soldato spagnolo - non danno nessuna importanza all’oro! Per loro valgono di più i semi del cacao."
"Gli spagnoli sono incredibili - commentò per contro un vecchio sacerdote azteco - pensano che la vita sia tutto oro e argento!"

Black Hills, 1874 (USA)

La terra era nostra ma arrivò Pahuska (Capelli Lunghi, il Generale Custer) perché sulle montagne aveva trovato molto di quel metallo giallo che rende pazzi i Wasichu (uomini bianchi).
La nostra gente sapeva che c’erano pezzettini di metallo giallo lassù; ma non se ne curavano perché non serviva a nulla.

Alce Nero – Stregone Lakota

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