Il sapone al mercurio viene usato per schiarire la pelle ai neri

"Ndombe kele kitoko" (nero è bello): campagna contro il sapone al mercurio

Lanciamo una campagna contro il sapone al mercurio. Il primo aspetto criminale è la tossicità neurologica del mercurio. Il secondo aspetto criminale è il razzismo insito nella pubblicità. Per reagire contro questa abominia lanciamo una nuova campagna di stampa contro il sapone razzista. La campagna parafrasa un antico motto femminista "donna è bello" in "nero è bello" (ndombe kele kitoko)
2 agosto 2007
Associazione PeaceLink


Da alcune settimane, Chiara Castellani assieme ad Alessandro Marescotti di Peacelink, si sono buttati in una nuova battaglia nonviolenta, coerente sia con le battaglie ecologiche svoltesi a Taranto che con le afrottimiste di Chiara: la battaglia "Ndombe kele kitoko" (nero è bello) contro il sapone al mercurio!

Saponi al mercurio Nella foto vi mostriamo due tipi di sapone al mercurio: uno è svizzero, l'altro proviene dagli Emirati Arabi. L'origine da un paese europeo e da un paese in cui il colore della pelle è più bruno del nostro, ci ricordano i due aspetti più criminali di questa realtà africana - e non solo - che da alcuni anni coinvolge anche Kimbau:

- il primo aspetto criminale è la tossicità neurologica del mercurio e di conseguenza del prodotto a base di mercurio, che proprio per questo è stato proibito in Europa. Ci chiediamo come in Svizzera (e pare non solo in Svizzera, ma anche in Inghilterra) si continui a produrlo ed ad esportarlo in Africa. Come se gli africani fossero indenni da questa tossicità. Infatti sulla scatola c'è scritto anche "poison contient 2% mercure iodide", ma a Kimbau la gente non parla inglese e molti sono analfabeti;

- il secondo aspetto criminale è il razzismo insito nella pubblicità del prodotto, in modo più o meno palese. Ufficialmente il sapone viene esaltato per suoi poteri germicidi (qui tutti lo chiamano "sapone antisettico") senza però precisare che la flora batterica normalmente presente sulla nostra pelle non va eliminata: essa infatti svolge un ruolo protettivo contro i funghi e contro la flora patogena. Sulla pelle di tutti noi, nera o bianca che sia, senza differenza, è presente lo Staphylococcus Epidermidis, che grazie alla fermentazione acida e all'"interferenza microbica" protegge dai microbi come Staphylococcus aureus, che provoca gli ascessi e i foruncoli, e contro Candida Albicans e le Epidermofizie, che provocano le micosi cutanee. Il sapone antisettico distrugge questa barriera naturale. E distrugge, purtroppo, anche i melanociti, che divengono incapaci di produrre la melanina, il pigmento che scurisce la pelle e che rende la pelle nera di quel bel colore che alle volte noi bianchi cerchiamo sotto le lampade a ultravioletti, magari provocando dei cancri della pelle!

Lo chiamano "sapone antisettico" ma sottovoce nel nome commerciale "extra-clair" si sottolinea che schiarisce la pelle. Ancora più sottovoce si sottolinea l'ipotesi che la pelle bianca sarebbe molto più bella che la pelle nera, che le donne e gli uomini bianchi sono più belli degli uomini neri. In modo ancora più subdolo, si insiste su un messaggio vergognosamente razzista: forse come nel tempo che si credeva passato degli schiavi e delle colonie l'uomo bianco potrebbe essere meglio dell'uomo nero nero, forse (secondo antichi criteri che hanno giustificato persino la tratta degli schiavi) il nero oltre che meno bello sarebbe anche meno intelligente... antiche fandonie che ritornano alla luce nella pubblicità sporca di un sapone sporco che non genera pulizia ma sporcizia e malattia e soprattutto alimenta tesi razziste.

Per reagire contro questa abominia lanciamo una nuova campagna di stampa contro il sapone razzista. La campagna imita un antico motto femminista "donna è bello". E lo trasforma in "Nero è bello" (ndombe kele kitoko)

Nel suo piccolo Chiara Castellani la campagna l'ha iniziata da almeno 10 anni, lanciando nelle latrine il micidiale sapone, insistendo con i giovani che il mercurio paralizza gli spermatozoidi (è vero, e colpisce in quest'Africa assetata di fertilità) dicendo alle studenti della scuola infermieri che "Rita Levi Montalcini aiuta le donne nere, se volete divenire bianche perderete il diritto alla borsa di studio".

Cercare di diventare bianche! La ditta "Extra Clair" produce altri schiarenti cutanei, a base di idrochinone anch'esso dermotossico: ma se non fosse dermotossico non sarebbe schiarente! La pelle diviene atrofica come la pelle di un malato di lebbra, al punto che io ho cominciato a dire alle liceali che al liceo c'è un'epidemia della "lebbra del Lycée Luzingu".

Ma la cosa peggiore è la diffusione incontrollata di pomate ai corticoidi, anch'esse schiarenti (atrofia cutanea da corticoidi) ma che provocano, se utilizzate in modo abusivo e su tutto il corpo, tutte le pertubazioni metaboliche dell'ipercorticosurrenalismo: diabete, ipertensione, obesità, dislipidemia, alterazione dell'immunità cellulare. Ho curato un giovane che stava diventando diabetico e iperteso, semplicemente vietandogli di utilizzare il "betazol" una pomata al betametasone che lui si spalmava nel sogno assurdo di "diventare bianco".

La battaglia sottolinea la tossicità di questi abusi. Ma serve una campagna di stampa che insista su un messaggio forte, capace di sopprimere queste folli pubblicità razziste. Nero è bello, dateci spazio per gridarlo!

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