Danilo Dolci
A dieci anni dalla morte di Danilo Dolci, la società in cui ci troviamo a vivere non è esattamente quella che lo stesso avrebbe desiderato. Danilo sognava una comunità umana centrata sui valori della creatività e della partecipazione, dove l’anomia individuale venisse progressivamente colmata da centri, luoghi, organismi, iniziative, sistemi educativi che riducessero il gap fra le potenzialità creative dell’essere umano e la sua concreta espressione. Lo spreco era per lui un tema centrale. Sentiva quanta vitalità, quanta forza era contenuta nelle tante persone che incontrava e sognava per loro uno sviluppo completo, vero e fecondo. Al contrario era inquietato da come spesso tutto si perdesse nell’assorbimento conformistico e nell’incapacità di organizzarsi e di dare il meglio di se stessi.
È anche un mondo dove la guerra è tornata a farla da padrone, dove i movimenti pacifisti non sembrano in grado di scalzare le nuove forme di legittimazione della violenza. Lui che si considerava gandhiano al cento per cento come Luther King rabbrividirebbe a sapere tutte le partecipazioni militari dell’Italia in giro per il mondo, che poi oggi si chiamino in un altro modo, ossia che abbiano la nomea di interventi umanitari o di polizia internazionale lo renderebbe ancora più duro e caustico verso l’utilizzo indebito dei termini… lui che ogni notte passava tempo prezioso a cercare sui vocabolari il significato preciso delle parole che gli servivano poi per realizzare le poesie, i racconti, le riformulazioni dei pensieri che aveva raccolto dalle tante testimonianze che andava ad assorbire a destra e a sinistra nelle sue peregrinazioni e nella sua ricerca di contatti profondi di varia umanità.
È un sogno spezzato quello di Danilo Dolci, è stato anche un sogno di una generazione. Recentemente un bellissimo film “Bobby” dedicato alla figura di Robert Kennedy ci ha riportato in maniera struggente e tenerissima come una generazione uscita dai meandri e dalle macerie della più tremenda esperienza bellica dell’umanità – la Seconda Guerra Mondiale – ci abbia provato, abbia tentato di ribaltare l’andazzo storico dell’homo homini lupus, abbia tentato di proporre una speranza concreta, un’utopia pratica.
È questo che ha lasciato l’incontro di me ventiquattrenne con Danilo: non accontentarsi mai, cercare sempre, osare nuove strade, provarci!
Ricordo con tenerezza le sue correzioni a mano sui primi fogli di un libro che raccontava l’esperienza che stavo vivendo come obiettore di coscienza presso la Casa Accoglienza e che entusiasticamente voleva che pubblicassi.
Il libro resta in uno dei miei cassetti, ma la memoria di quell’incontro è ancora viva e riconoscente.
Opere di Danilo Dolci
– Fare presto (e bene) perché si muore, De Silva – Torino 1954;– Banditi a Partinico, Laterza – Bari 1955;
– Processo all’articolo 4, Einaudi – Torino 1956;
– Inchiesta a Palermo, Einaudi – Torino 1957;
– Una politica per la piena occupazione, Einaudi, Torino 1958;
– Spreco, Einaudi – Torino 1960;
– Milano, Corea: inchiesta sugli immigrati, Feltrinelli – Milano 1960;
– Conversazioni, Einaudi – Torino 1962;
– Racconti siciliani, Einaudi – Torino 1963;
– Verso un mondo nuovo, Einaudi – Torino 1965;
– Chi gioca solo, Einaudi – Torino 1966;
– Poema umano, Einaudi – Torino, 1974;
– Esperienze e riflessioni, Laterza – Bari 1974;
– Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979;
– Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988;
– La struttura maieutica e l’evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996;
– Nessi fra esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993;
– Comunicare, legge della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997;
– Una rivoluzione nonviolenta, Terredimezzo, 2007.
Opere su Danilo Dolci
– Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984;– Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull’opera poetica di Dolci);
– Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992;
– Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2004, II ed.;
– Danilo Dolci e la via della nonviolenza, a cura di Lucio C. Giummo e Carlo – Marchese, Manduria-Bari-Roma, Pietro Lacaita Editore, 2005;
– Danilo Dolci, memoria e utopia, di Alberto Castiglione (documentario) 2004;
– Verso un mondo nuovo, di Alberto Castiglione (documentario) 2006.
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