Emergenza ecomafie in Campania
In esclusiva per PeaceLink pubblichiamo i dati di contaminazione da diossine, furani, PCB e metalli pesanti emersi dalle analisi tossicologiche su contaminazione ambientale condotte, a spese proprie, da cinque abitanti del Triangolo della Morte, resi noti nella conferenza stampa tenutasi ad ad Acerra il 19 gennaio presso la Biblioteca Diocesana. Tali dati, insieme a quelli delle rilevazioni sulla famiglia di pastori dei Cannavacciuolo, forniscono una prima allarmante idea dell’emergenza campana in tema di rifiuti tossici.
20 gennaio 2008
A questa conferenza volevamo esserci. Ci pareva un dovere di cittadini campani oltre che di volontari dell’informazione capire l’entità del problema, rendersi conto dei livelli di pressione ambientale generati dalla criminale ed incosciente azione di uomini corrotti, i quali, grazie all’appoggio del “sistema” campano, hanno sfiancato fino alla dissoluzione un territorio di pregiatissimo valore agricolo, con conseguenze imprevedibili e disastrose per le popolazioni che sulla catena alimentare di quel terreno ci vivono. Oltre 2500 discariche tra legali ed illegali, queste ultime zeppe di rifiuti tossico-industriali, sparse sul territorio, con enormi concentrazioni nelle zone del Triangolo della Morte (Acerra, Nola, Marigliano) e della Terra dei Fuochi (Giugliano, Qualiano, Villaricca) lungo le direttrici delle statali su cui confluiscono i gommati della camorra; 2500 discariche di rifiuti presenti da anni; la Campania pattumiera de rifiuti industriali del nord Italia; sversamenti che continuano indisturbati nell’immobilismo decennale di una classe politica inadempiente ed incapace, quando non del tutto corrotta; una bonifica mai partita, nonostante mille odiose promesse; mistificazioni giornalistiche, infine, che faticano descrivere un dramma che ha le sembianze di una apocalisse.
Introduce l’oncologo Marfella dell’Istituto Pascale, oltre 150 esami universitari alle spalle ed un continuo approfondimento scientifico per comprendere fino in fondo il fenomeno illegale dei rifiuti tossici e le sue cause: anche per lui gli esami non finiscono mai. È tra i “campionati” e, pur vivendo a Napoli, i valori riscontrati nel suo sangue sono semplicemente preoccupanti, in quanto analoghi agli amici che vivono nelle zone maggiormente devastate dalla criminalità.
Marfella ci tiene a precisare che i risultati, di lì a poco presentati dal colonnello Angeli, ex-ufficiale dell’esercito italiano, non hanno alcuna velleità statistica, ma nel contempo evidenziano in maniera indiscutibile la presenza nel sangue di sostanze che, al minimo, possono essere definite chiari interferenti endocrini.
Le analisi dei microinquinanti sono state effettuate presso il Consorzio Interuniversitario Nazionale, la Chimica per l'ambiente Marghera (VE) e i Pacific Rim Laboratories Surrey (Canada). Per le pecore dei Cannavacciuolo, quelle moribonde dei pascoli tra la Monefibre di Acerra, la discarica illegale di Calabricitto e l’inceneritore in via di ultimazione, l’analisi è stata condotta presso l’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo a Teramo. Con i prelievi della famiglia Cannavacciuolo siamo ad un totale di 9 campioni umani, comprendenti le zone di Castel Volturno(1), Acerra (5), Napoli (1), Nola (2) oltre ai rilievi operati sul gregge.
I dati sono a dir poco allarmanti. In particolare, oltre alle diossine, i cui valori di per sé già sforano abbondantemente di 5-6 volte i limiti di legge, le analisi evidenziano valori di concentrazioni di PCB e metalli pesanti superiori ad ogni ragionevole limite, valori più alti perfino della vicenda Caffaro, quando un comune lombardo fu investito da una nube tossica che contaminò tutti i terreni.
Di seguito i dati di sintesi, che parlano già da soli.
Tutti i volontari reggono al collo un cartello nel quale viene riportato il proprio valore di contaminazione. Al centro un pallottoliere per estrarre i numeri, quelli delle concentrazioni da diossina che il sindaco di Acerra, Marletta, ha vergognosamente dichiarato ad Exit su La7, si sarebbe giocato al lotto; vicino un manifesto che recita “adesso abbatteteci tutti”.
Parla Gennaro Esposito, uno dei “contaminati”, delegato dell’Assocampaniafelix. Mostra immagini delle battaglie degli acerrani contro la devastazione delle proprie terre; cita le numerose indagini compiute dalla magistratura sul territorio campano per contrastare il fenomeno delle ecomafie: operazione Re Mida, Caronte, Grande Muraglia, Cassiopea, Terra Mia; mostra foto eloquenti dell’inquinamento di Calabricito, del Fiume Riullo, di Polvica di Nola. Ma a tali immagini si aggiungono quelle del percolato sversato nei depuratori dei Regi Lagni e del conseguente indecoroso inquinamento della foce del Volturno.
Stentiamo a crederci, eppure nella terra già umiliata di Acerra, in pieno Triangolo della Morte dovrebbe a breve partire l’ecomostro, il termodistruttore (ancora in corso ben 27 adeguamenti) che “risolverà”, a detta di un trasversale ed irresponsabile fronte politico destra-sinistra, i problemi dei rifiuti ordinari in Campania. Ai suoi effetti “benefici” si sommeranno quelli dell’inceneritore di Santa Maria La Fossa, pochi chilometri di distanza in linea d’aria, con pericolose intersezioni nelle zone della stessa S. Maria La Fossa, di S. Maria Capua Vetere e Villa Literno.
Parla il Prof. Iannuzzi, dell'Ispaam-Cnr Napoli Napoli, e il suo intervento chiarisce dal punto di vista scientifico il dramma contaminazione. Racconta del Monitoraggio ambientale mediante test citogenetici applicati alle popolazioni zootecniche allevate nel Comune di Acerra, progetto triennale commissionato dal comune ed interrotto purtroppo dopo i primi risultati utili (ed allarmanti) del 2005. Illustra qualche diapositiva con foto di pecore deformi ed alcune analisi al microscopio che mostrano una evidente fragilità cromosomica rilevata su alcune pecore campione dell'acerrano. Questi animali, affema il Prof. Iannuzzi, alimentandosi esclusivamente con pascoli naturali, rappresentavano i migliori indicatori biologici dell’inquinamento ambientale (sentinelle) e quindi della catena alimentare. Le indicazioni che le pecore forniscono in termini di livello di inquinamento ambientale sono molto utili in quanto esse mangiano solitamente il 12% del terreno su cui pascolano.
Purtroppo in sala i Cannavacciuolo raccontano che le ultime sentinelle (la prova “fumante”) sono state definitivamente abbattute, rendendo così impossibile ulteriori studi ed indagini sul problema.
Iannuzzi infine fornisce utili informazioni in tema di diossine, assicurando che tutte le aziende campane di pecore, bovini e bufale importano i mangimi da altre regioni, data la estrema rigidità dei controlli, che impongono l’abbattimento immediato dei capi in caso di minimi superamenti delle soglie di concentrazione di diossina previste per legge. Evidenzia però che sugli animali sono testati solo diossine e furani mentre manca ad oggi qualsiasi rilevazione sui PCB.
Sulla questione contaminazione ambientale il Prof. Malorni, direttore dell'Ist. Scienze dell'Alimentazione del Cnr di Napoli, nonostante alcune evidenti reticenze ad esprimere un'opinione personale sulla questione criminale, indica nuovi spunti di indagine, relativi alla connessione tra diossine e cave e tra centrali elettriche di trasformazione e PCB. Invita inoltre tutti i “contaminati” ad una analisi separata dei loro stili alimentari e poi a confrontarli, al fine di meglio individuare le fonti delle tossicità.
Parla Flora Micillo, dell’Assise di Palazzo Marigliano, visibilmente emozionata. La sua è una appassionata e violenta requisitoria contro le inadempienze della classe politica, contro quel blocco sociale di imprenditoria, politica e malaffare che ha distrutto la nostra terra: "ho una ventina d’anni ma è come se ne avessi ottanta", afferma tra rassegnazione e voglia di reagire.
È infine il turno del Dott. Pasquale Patriciello, vice-direttore sanitario della A.S.L. NA4. Nega di aver mai criticato il lavoro scientifico di Alfredo Mazza che, sulla rivista Lancet-Oncology “Italian Triangle of death linked to waste crisis”, rompeva per la prima volta il muro di omertà sull’allarme rifiuti tossici in Campania. Annuncia che lunedì verrà presentato in regione lo screening su sangue e latte materno, che sarà effettuato dall’OMS e dall’istituto superiore di Sanità.
Ma è su questo punto che gli altri relatori hanno lanciato un appello affinché le autorità sottopongano ad analisi individuali e non ‘a pool’ i cittadini dei 13 comuni a maggior rischio tossicologico, criticando fortemente il metodo, che consiste nel mischiare i sieri dei cittadini in un’unica provetta secondo un approccio scarsamente scientifico e con un'entità del campione (780 persone) molto piccolo e quindi poco significativo da un punto di vista statistico.
Mentre Patriciello parla il Dott. Esposito recupera il suo pallottoliere, lo mette in busta, chiude il portatile e va via.
Seguiranno a breve le prime denunce alle Autorità giudiziarie per disastro ambientale ed epidemia colposa.
Nessuno oggi in Campania può più sentirsi non vicino al problema; nessuno può più chiudere gli occhi di fronte all'evidenza del dramma. Neppure chi ha contribuito ad un simile disastro ambientale.
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