Referendum 12 e 13 giugno

La lotta per un futuro libero dal nucleare è una lotta internazionale

La gente in Italia deve sapere quanto è importante il voto, non solo per l’Italia ma per il movimento antinucleare in tutto il mondo. Chi volesse aderire a questa iniziativa internazionale di cooperazione fra diversi movimenti antinucleari, può scrivere a philiprushton@libero.it
7 giugno 2011
Philip Rushton, Olivia Nigro, Michael Leonardi

Il referendum sul nucleare in Italia

In Italia, il 12 e 13 giugno, la popolazione voterà contemporaneamente in quattro referendum: uno che permetterà ai magistrati di procedere con le loro indagini contro il Primo Ministro, il secondo e il terzo che hanno come obiettivo mantenere l’acqua pubblica anziché privata e il quarto che riguarda il ritorno a un programma di energia nucleare in Italia.

In Italia non c’è una centrale ad energia nucleare in operazione dal 1990 grazie a un referendum del 1987 in seguito al disastro nucleare di Cernobyl in Russia, nel quale una maggioranza schiacciante della popolazione italiana votò contro l’industria nucleare.  La penisola è stata descritta come “uno dei paesi più suscettibili ai terremoti in tutta l’Europa”, ed è anche per questo motivo che ci è rimasta un’opposizione diffusa al nucleare.

Negli anni successivi, però, la lobby nucleare si è data da fare.

Un cambiamento nella politica del governo nel 2008 ha inaugurato il ritorno al percorso tossico del nucleare.

In seguito al disastro si Fukushima, il governo italiano ha dichiarato che voleva abbandonare il percorso nucleare, ma successivamente il Primo Ministro Berlusconi ha effettivamente ammesso che tale dichiarazione era semplicemente un inganno che aveva come obiettivo quello di far passare il momento di massima ansia pubblica sulla questione. Berlusconi, in una conferenza stampa con Nicholas Sarkozy, ha dichiarato che gli italiani erano “troppo emozionati per votare”.

Il governo ha tentato di cancellare il referendum sul nucleare, ma il primo giugno la Corte di Cassazione ha deciso che il referendum poteva procedere.

La catena internazionale del nucleare

La lotta contro la catena nucleare è internazionale. Fukushima ci è servito come ricordo importante e pressante dei pericoli immensi legati all’energia nucleare. Perciò offriamo la nostra più profonda solidarietà al popolo giapponese nei loro sforzi per affrontare le conseguenze del disastro nucleare di Fukushima e diamo il nostro appoggio al loro appello per una Giornata di Protesta Globale contro l’energia nucleare da tenere l’11 giugno: http://nonukes.jp/wordpress/?page_id=137

Inoltre, c’è la questione dell’estrazione dell’uranio

Siamo coscienti che l’Australia è il paese dove si trovano fino al 40% delle riserve accertate dell’uranio, e dove si trova il più grande giacimento di uranio in tutto il pianeta, a Roxby Downs, altrimenti conosciuto come Olympic Dam, nello stato di South Australia.

Sulla scia del cosiddetto “rinascimento nucleare globale”, c’è stata un’espansione aggressiva dell’industria.

L’uranio australiano è utilizzato nei reattori di tutta l’Europa ed è stato identificato nella centrale nucleare di Fukushima.

Noi crediamo che un movimento per porre fine all’energia nucleare implica necessariamente un movimento per porre fine all’estrazione dell’uranio.

Perciò offriamo la nostra piena solidarietà ai popoli indigeni e le comunità che si trovano in prima linea nella battaglia contro l’industria mineraria in Australia, e inoltre offriamo il nostro appoggio alla protesta organizzata contro la Conferenza Internazionale dell’Industria dell’Uranio a Perth, nello stato di Western Australia, il 7 giugno 2011: http://nuclearfree.wordpress.com/

C’è poi la questione dell’energia nucleare negli Stati Uniti

Il movimento antinucleare negli USA sta lottando contro l’amministrazione di Obama che è a favore del nucleare, e l’enorme potere economico della lobby nucleare negli Stati Uniti.

Crediamo che è giunta l’ora di porre fine all’energia nucleare in tutto il mondo, e alle 104 centrali in attività negli USA. Questi reattori sono vecchi e pericolosi, e suscettibili di rilasci di radioattività che sono stati documentati, assieme ad altri gravi problemi di sicurezza.

La Commissione di Regolamentazione dell’Industria Nucleare (NRC) approva ad occhi chiusi le decisioni dell’industria stessa ed è stata gravemente negligente nella sua copertura per le pratiche pericolose di quell’industria.

Perciò offriamo la nostra piena solidarietà al movimento “Nuclear-free” negli Stati Uniti che chiede al Presidente Obama l’eliminazione progressiva dell’energia nucleare negli USA e la sua sostituzione con fonti rinnovabili. http://www.beyondnuclear.org/

Le scorie radioattive

Alla fine della catena ci sono le scorie nucleari che rimangono pericolosamente radioattive per centinaia e a volte migliaia di anni. Fino ad oggi non esiste nessun metodo sicuro per stoccare combustibile esaurito, altamente radioattivo, prodotto degli impianti nucleari.

Siamo consapevoli che il governo australiano sta cercando di imporre una discarica nazionale per scorie radioattive sulla comunità aborigena della zona isolata di Muckaty Station nello stato di Northern Australia, tramite processi molto poco democratici.

Esiste una notevole opposizione alla discarica da parte di molti proprietari tradizionali e della comunità locale, che conta sul sostegno di una campagna nazionale.

È probabile che questa discarica ospiti le scorie altamente radioattive che saranno riportate in Australia dalla Scozia e dalla Francia nel 2015 e 2016.

Crediamo che un movimento per opporsi all’energia nucleare deve essere necessariamente un movimento in solidarietà con i popoli indigeni le cui terre sono scelte in maniera sproporzionata come luogo per accogliere impianti nucleari.

Perciò offriamo la nostra piena solidarietà alle persone che stanno lottando contro la candidatura di Muckaty Station come discarica per le scorie radioattive in Northern Australia. Offriamo inoltre la nostra solidarietà alla protesa contro la stessa discarica organizzata davanti al Palazzo del Parlamento dell’Australia per il 14 giugno, 2011.

http://beyondnuclearinitiative.com/

La lotta per un futuro libero dal nucleare è una lotta internazionale

La gente in Italia deve sapere quanto è importante il voto, non solo per l’Italia ma per il movimento antinucleare in tutto il mondo.

Le decisioni governative nella Germania e in Giappone sul porre fine agli impianti nucleari o sulla loro progressiva eliminazione sono molto importanti, ma il referendum in Italia potrebbe essere un esempio primario di un popolo che impone la sua volontà su un governo corrotto e sull’implacabile lobby nucleare.

Ci serve il vostro aiuto per far sì che succeda. Vi chiediamo la vostra solidarietà.

Speriamo che può essere l’inizio di un dialogo che continua e uno scambio di solidarietà mentre lottiamo insieme nei diversi momenti della catena nucleare, per un futuro libero dal nucleare.

http://www.fermiamoilnucleare.it/




Traduzione in inglese


  

Italian Nuclear Referendum

In Italy, on June 12th and 13th, the population will vote in four simultaneous referendums: one which will allow magistrates to proceed with their investigations against the Prime Minister, the second and the third which aims to keep water in public rather than private hands and, the fourth regards the return to a nuclear energy program in Italy.

A nuclear power reactor has not been operated in Italy since 1990 thanks to a referendum in 1987 following the Chernobyl nuclear disaster in Russia in which an overwhelming majority of the Italian population voted against the nuclear industry.

In the intervening years, however, the nuclear lobby has been hard at work.

Prime Minister Berlusconi admitted that the government’s pledge to abandon the nuclear agenda was simply a ruse to allow the moment of maximum public anxiety to pass.

A change in government policy in 2008 saw a return to the toxic nuclear agenda.

Italy has been described “as one of the most earthquake prone countries in Europe” and for this reason, primarily, there continues to be widespread opposition to the nuclear industry.

In the lead up to the referendum, over 190 groups have formed around Italy to campaign against the nuclear revival. Berlusconi even attempted to have the nuclear question removed from the referendum following Fukushima, claiming that Italians were too emotionally distressed to vote. This was overturned on June 1.  

Fukushima serves as an important and grave reminder of the immense dangers associated with nuclear power.

We offer deep solidarity with the people of Japan struggling in the toxic aftermath of the Fukushima nuclear disaster and support their call for a Global Day of Protest Against Nuclear Power on 11 June: http://nonukes.jp/wordpress/?page_id=137

The International Nuclear Chain 

The struggle against the nuclear chain is international.

Uranium Mining

We are aware that Australia is home to up to 40% of the world’s known uranium reserves and hosts the largest uranium deposit on Earth, Roxby Downs (also known as Olympic Dam) in South Australia.

There is an aggressive expansion of the industry in the wake of the so-called ‘global nuclear renaissance’.

Australian uranium is used in nuclear reactors across Europe and was also identified in the Fukushima nuclear power facility.

We believe that a movement to stop nuclear power necessarily involves a movement to stop uranium mining.

We offer full solidarity to Indigenous people and communities on the frontline with the uranium industry in Australia. We offer full solidarity to the protest organized against the International Conference of the Uranium Industry in Perth, Western Australia on the 7th June, 2011.

http://nuclearfree.wordpress.com/

Nuclear Power in the United States

The United States anti-nuclear movement is struggling against a pro-nuclear Obama administration and the massive economic power of the nuclear lobby in America.

We believe it is time to put a stop to nuclear energy all over the world and the 104 operating nuclear power reactors in the United States. These reactors are old and dangerous with documented releases of radiation and grave safety and security problems.

The US governments Nuclear Regulatory Commission is nothing but a rubber stamp for the Nuclear Power Industry and has been criminally negligent in covering up the dangerous practices of the Nuclear Industry.

We offer full solidarity to the nuclear-free movement in the United States that is calling on president Obama to create a plan to phase out Nuclear Energy in America and replace it with renewable sources of energy.

http://www.beyondnuclear.org/

Radioactive Waste

At the end of the chain are nuclear waste products which remain dangerously radioactive for hundreds, sometimes thousands of years.

To date, no safe method of storing high level radioactive spent fuel rods from nuclear facilities exists.

We are aware that the Australian government is attempting to impose a national radioactive waste dump on the remote Aboriginal community of Muckaty Station in Northern Australia using highly undemocratic processes.

There is significant opposition to the waste dump from many Traditional Owners and the local community with the support of a national campaign.

This waste dump is likely to host high-level radioactive waste returned to Australia from Scotland and France in 2015 and 2016.

We believe that a movement to stop nuclear power necessarily involves a movement in solidarity with Indigenous people who are disproportionately targeted by the industry to host nuclear facilities.

We offer full solidarity to the people struggling against the Muckaty Station nomination for a radioactive waste dump in Northern Australia. We offer full solidarity to the ‘No Waste Dump’ protest organized at Australian Parliament House on 14 June, 2011.

http://beyondnuclearinitiative.com/

The International Struggle for a Nuclear-Free Future

People in Italy need to be made aware of how important their vote is, not only for Italy but for the anti-nuclear movement the world over.

Government decisions in Germany and in Japan on halting and/or phasing out nuclear plants are extremely important, but the referendum in Italy could be a prime example of a people imposing its will on a corrupt government and the relentless nuclear lobby.

We need you to help us make it happen. Please offer us your solidarity.

We hope that this can be the beginning of an ongoing dialogue and exchange of solidarity as we struggle together at different stages of the nuclear chain for a nuclear free future.


http://www.fermiamoilnucleare.it/

Note: Il referendum sul nucleare è stato ammesso. Lo ha deciso il 7 giugno la Corte costituzionale a seguito della riformulazione del quesito da parte della Cassazione dopo le modifiche al decreto Omnibus che cancellavano la norma sulla costruzione di centrali.

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Philip Rushton (cittadino britannico) è lettore di lingua inglese all'Università di Napoli "Orientale", attivista del movimento per la pace a Napoli, autore dei libri "Riportiamoli a casa: il dissenso militare nelle forze armate statunitensi" (Edizioni Alegre 2005) e con Marco Cinque: "Signornò: Poesie e testimonianze di veterani USA e refusnik israeiani contro la guerra con contributi in versi di autori e autrici nazionali e internazionali" (Edizioni ilmiolibro.it 2010).

Olivia Nigro (cittadina australiana) è stata molto attiva in Australia nelle campagne contro la creazione delle discariche per le scorie nucleari, e le miniere per l'estrazione
dell'uranio che, guarda caso, si trovano entrambe nei territori dei popoli
aborigene in Australia. Il capitalismo si serve del razzismo per fare più
profitti. Si trovano informazioni qui: www.beyondnuclearinitiative.com/

Michael Leonardi (cittadino statunitense), che ora si trova a Napoli, è da tempo attivista nel movimento USA contro l'industria nucleare, ed è legato a campagne come "Beyond Nuclear" che potete trovare a www.beyondnuclear.org/ e ha scritto, e sta scrivendo, una serie di articoli che racconta la storia dell'opposizione al nucleare negli USA, che si trovano a
http://www.counterpunch.org/kamps04082011.html

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